“Bombe italiane, morti yemenite”: così a dicembre dello scorso anno titolava il New York Times, pubblicando online un video reportage sulla vendita all’Arabia Saudita di armi prodotte in uno stabilimento della Sardegna (A Domus Novas) dall’azienda RWM, di proprietà della tedesca Rheinmetall Defence. Bombe della serie MK8, identificabili dalle matricole A4447: il quotidiano ha trovato tracce di queste bombe in almeno 5 attacchi in Yemen,contro la popolazione Houthi, musulmani sciiti. Mentre sui giornali italiani la vicenda sembra ormai scomparsa, sul piano politico forse, ma forse, qualcosa potrebbe muoversi e diventare qualcosa in più di semplici dichiarazioni. “Ho chiesto un resoconto dell’export, o del transito – come rivelato in passato da alcuni organi di stampa e trasmissioni televisive, che ringrazio – di bombe o altri armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita”. A scriverlo su facebook è la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. La richiesta è stata fatta alla Farnesina, “sottolineando – laddove si configurasse una violazione della legge 185 del 1990 – di interrompere subito l’export e far decadere immediatamente i contratti in essere. Contratti firmati e portati avanti dal precedente governo”, aggiunge Trenta.
Intanto però sul piano delle attività antimilitarista qualcosa già si muove. Mercoledì 19 settembre una delegazione di attivisti contro la guerra provenienti dalla Sardegna, si recherà a Roma per tenere un presidio-conferenza stampa davanti alla Ambasciata saudita in Via Pergolesi.
Motivo del presidio: rendere pubblico un esposto denuncia da presentare alla CPI (Corte Penale Internazionale) contro l’Arabia Saudita per crimini di guerra commessi e che continua a commettere in Yemen. Il presidio sarà composto fisicamente prevalentemente da compagne del Cagliari Social Forum ed è stato pensato ed organizzato da Sardegna Pulita, USB/Sardegna, Social Forum e COBAS/Scuola Sardegna.
Si intende altresì denunciare il fatto che questi eccidi vengono commessi anche per mezzo di bombe esportate dalla RWM-Italia in violazione della legge 185/90 (legge che regola il commercio e l’esportazione di armi verso paesi in guerra ecc..)
L’invito fatto dagli attivisti sardi è alla partecipazione anche degli attivisti romani per denunciare gli orrori della silenziata guerra in Yemen, il ruolo geo-strategico da media potenza che gioca l’Arabia Saudita in chiave anti iraniana, in combutta con la NATO e con i paesi dell’Occidente.
Il presidio vuole avere anche il compito di “lanciare” la manifestazione che si terrà a Domus Novas il giorno 29 di settembre. Una manifestazione, non facile, visto che si scontrerà contro gran parte dell’opinione pubblica del posto. ( La fabbrica occupa 85 operai e tecnici stabilmente e 180-190 a tempo determinato) e non sono pochi viste le condizioni socio-economiche della zona.
Il Presidio-conferenza stampa davanti all’ambasciata dell’Arabia Saudita avrà luogo mercoledi 19 settembre alle ore 11.00
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