Il 20 gennaio 2019 si sono tenute le elezioni supplitive per eleggere il Deputato espresso dal collegio uninominale Sardegna 1.
Nelle elezioni politiche generali del 4 marzo 2018 in quel collegio uninominale era stato eletto il candidato del Movimento 5 Stelle Andrea Mura, un noto velista che non si è mai presentato in Parlamento, e che si è dimesso sulle ali dello scandalo che il suo assenteismo cronico aveva suscitato.
Il collegio uninominale Sardegna 1 della Camera dei Deputati è composta dai comuni di Cagliari, Burcei, Maracalagonis, Monserrato, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Sinnai e Villasimius, praticamente l’area urbana di Cagliari.
Fare l’analisi del voto di queste elezioni supplitive è praticamente impossibile, stante il numero veramente esiguo delle persone che si sono recate a votare, 39.101 su 251.649 cittadini iscritti alle liste elettorale, ovvero un misero 15,54 %.
Il crollo dei votanti ha fatto crollare, ovviamente sia il numero delle schede bianche e nulle, che quello dei voti per i quattro candidati in lista.
Le elezioni le ha vinte il candidato del Centro Sinistra, il giornalista televisivo Andrea Frailis, che ha preso 15. 581 voti (40,46%); il candidato dei 5 Stelle Luca Caschilli ha riportato 11.139 voti (28,92%) e la candidata del Centrodestra Daniela Noli ha preso 10.707 voti (27,80%).
C’era anche il candidato di Casapound, che prende 1.083 voti. (2,81%).
Come è ovvio tutti gli schieramenti hanno perso voti in maniera vistosissima, il Centro sinistra ne ha persi meno degli altri ed ha vinto “in discesa”, come avviene di solito nelle elezioni supplitive in collegi uninominali a turno unico.
Infatti il vincitore perde 14.901 voti, pari al 47,90% del precedente risultato del candidato di Centrosinistra (che ne aveva presi 30.482), il candidato 5 Stelle perde 49.303 voti rispetto al dimissionario Mura, pari al 81,57% del proprio corpo elettorale (ne aveva presi 60.442), la candidata di Centrodestra perde 40.611 voti, pari al 79,13% del proprio precedente elettorato (51.318 elettori), il candidato di Casapound perde 581 voti, 65,08 del proprio elettorato), ne aveva presi 1.664.
Nella precedente tornata elettorale tutti gli altri candidati avevano preso 13.378 voti (potere al popolo! 1.852).
I numeri in questo caso, come già detto, non sono assolutamente significativi per fare un minimo di analisi politica, ma alcune cose si possono comunque affermare: intanto Casapound è l’unico “partito minore” che si è presentato a queste elezioni suppletive, un segnale da non prendere assolutamente sottogamba; i neofascisti si caratterizzano sempre di più come una forza organizzata che mira ad essere sempre presente, al di la del risultato risibile, a tutte le competizioni elettorali, dando un segnale di presenza e vitalità costante al proprio elettorato e a quella parte di estrema destra in cerca di un punto di riferimento politico-elettorale.
Purtroppo “potere al popolo!” non è riuscito a presentarsi, ma credo debba discutere seriamente sul fatto che una forza politica di alternativa a sinistra del sistema UE-NATO-BCE-FMI non possa più esimersi dall’essere sempre presente, con forme e modalità che possono variare a seconda dei casi e dei territori, alle competizioni elettorali, se non altro per affermare la propria presenza ad una platea più ampia del corpo militante e di chi è direttamente interessato alla lotte ed alle vertenze che si stanno portando avanti.
Per una seria analisi del voto, e per la conseguente analisi politica, come è ovvio bisognerà aspettare le elezioni europee del 26 maggio prossimo.
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