Ieri il plenipotenziario di Trump per il Venezuela, Elliott Abrams, ha fatto tappa a Roma accompagnato dal vicesegretario di Stato Cristopher Robinson per un riservatissimo incontro con il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov.
Ma prima di vedere la delegazione russa, “l’uomo nero” di molte amministrazioni Usa , ha incontrato anche Pietro Benassi, consigliere diplomatico del Presidente del consiglio Giuseppe Conte, insieme ad alti funzionari della Farnesina. L’Italia infatti fino ad ora non si è arruolata nell’elenco di 53 Stati (meno di un terzo di quelli riconosciuti dall’Onu, ndr) che hanno riconosciuto il golpista Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. “Certo, con l’Italia c’è un disaccordo di fondo, perché il governo italiano non ha ancora riconosciuto Guaidó” ha affermato Elliot Abrams, “Dagli incontri avuti ieri – dice l’inviato di Trump – posso dire che sono più i punti di incontro che le divisioni”. Di negoziati con la Russia sulla situazione in Venezuela Abrams afferma invece di non volerne sentir parlare.
Intanto sulla solidarietà con il Venezuela bolivariano, anche in Italia si va configurando una proposta di mobilitazione nazionale nelle prossime settimane. Sabato 23 marzo a Roma, ci sarà una riunione nazionale convocata dalla pluralità delle organizzazioni che stanno dando vita al Forum Venezuela come ambito di iniziativa ampia per tutti coloro che riconoscono il diritto all’autodeterminazione del popolo venezuelano, ripudiano ogni intervento militare ostile contro quel paese e invocano la fine delle sanzioni adottate da Usa e Unione Europea.
All’ordine del giorno della riunione la proposta di una manifestazione nazionale a Roma per il prossimo 13 aprile. Su questo obiettivo è stata elaborata una proposta di appello nazionale che verrà discussa ed eventualmente sottoscritto nella riunione nazionale del 23 per poter passare alla fase organizzativa della manifestazione.
Qui sotto il testo dell’appello proposto alla discussione:
Lanciamo un appello a scendere in piazza a Roma sabato 13 aprile affinchè il governo italiano e l’Unione Europea pongano fine alle sanzioni, rifiutino ogni complicità con un intervento militare e cessino ogni ingerenza sul processo politico ed elettorale sovrano del Venezuela.
Stiamo chiedendo a molte e a molti nel nostro paese di prendere parte contro ogni ingerenza esterna e di rispettare il diritto all’autodeterminazione di un paese e di un popolo.
Il governo venezuelano si è mosso finora in rispetto della Costituzione di cui quel paese si è dotato e sulla quale il popolo ha votato, un processo monitorato e certificato come regolare da moltissimi osservatori internazionali e neutrali.
Negli ultimi venti anni, gli Stati Uniti hanno cercato più volte di rovesciare il governo venezuelano, attuando con tentativi di colpo di stato, con una feroce guerra economica che colpisce la popolazione, assoldando mercenari e miliziani all’esterno e all’interno del paese.
Come in ogni altra guerra o aggressione alle quali abbiamo dovuto assistere in questi anni, è stato messo in campo un impressionante apparato massmediatico di disinformazione e manipolazione delle notizie, teso a legittimare un intervento militare o le ingerenze esterne sul Venezuela. Il risultato è un umiliante panorama informativo al quale si piegano acriticamente anche i mass media nel nostro paese.
Ma la destabilizzazione del Venezuela non vuole solo riportare all’indietro la storia di quel paese e dell’America Latina progressista, sarebbe anche la sanzione del ritorno del dominio degli Stati Uniti su quello che arbitrariamente considerano il loro cortile di casa, una egemonia che venti anni di processi e governi progressisti, popolari, democratici hanno spezzato e che adesso Washington e la destra latinoamericana vorrebbero restaurare.
L’Unione Europea e il governo italiano non devono prestarsi alla complicità con questa restaurazione, tolgano le sanzioni e rispettino il processo politico ed elettorale che si è dato e si darà il Venezuela.
In passato troppe volte la loro subalternità agli interessi strategici degli Stati Uniti è stata causa del coinvolgimento in guerre e tragedie: dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Somalia alla Jugoslavia, dalla Libia alla Siria.
La manifestazione del 13 aprile a Roma, l’appello che abbiamo lanciato agli artisti e al mondo della cultura, la lotta che abbiamo ingaggiato contro la manipolazione massmediatica chiedono un radicale cambiamento di atteggiamento. Per questo chiediamo di scendere in piazza per:
- La fine delle sanzioni contro il Venezuela
- Il rifiuto di qualsiasi intervento militare
- Il rispetto del diritto del popolo venezuelano a decidere autonomamente il suo processo elettorale
Forum Venezuela
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Stefania
Dov’ e’ la riunione del.forum Venezuela?
Redazione Contropiano
Roma, ore 10.30 via dei Volsci 84 a, San Lorenzo