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Domenica Potere al Popolo alla sfida delle città

Come noto Potere al Popolo non si è presentato alle elezioni europee, ma non ha certo rinunciato a stare in gioco ovunque se ne fossero create le condizioni, in particolare nelle elezioni locali che si svolgeranno nella stessa giornata di domenica in diverse città grandi e piccole. Una scelta lungimirante, perché spesso è nelle piccole realtà che si possono fare le verifiche, accumulare le forze e le esperienze.

In molti casi la lista di Potere al Popolo si presenterà da sola e con il proprio candidato sindaco (nelle cittadine di Aversa, Tivoli, Monterotondo e in centri più piccoli in Lombardia, Toscana, Emilia, Lazio). In altri casi, nelle due città più grandi di Firenze e Livorno, si presenterà invece in coalizione con altre forze e sosterrà un candidato sindaco unitario (Antonella Bundu a Firenze, Marco Bruciati a Livorno). In alcune città come Firenze o Aversa, quella di Potere al Popolo è l’unica candidato sindaco donna (Antonella Bundu, Teresa La Vedova), a Tivoli invece Elisabetta Canitano – candidata di Potere al Popolo – dovrà vedersela con la candidata del M5S Rosa Saltarelli. In altre città che domenica vanno al voto, i nuclei locali di Potere al Popolo hanno valutato che non c’erano le condizioni per una campagna elettorale efficace.

Potere al Popolo si misura con la sfida delle città su un programma condensato in cinque punti:

 

1) Disobbedire al decreto sicurezza urbana di Minniti e al DL sicurezza di Salvini.

2) La sicurezza sociale si fa con i diritti

3) Il territorio a chi lo vive

4) Gestione pubblica e controllo popolare

5) Bilancio partecipato contro il patto di stabilità e l’austerità finanziaria

Ovviamente il programma si articolerà a livello territoriale, dove si presentano punti di conflitto e proposte comuni a tutto il paese ma anche specificità locali che spesso, anzi possiamo dire sistematicamente, incidono nel dibattito e nelle scelte più di quello nazionale.

Lo dimostra il fatto che quando si va in giro per l’Italia per partecipare a iniziative politiche, la prima cosa che ti dicono i compagni del luogo è sempre che “qui abbiamo una situazione un po’ particolare”. Un aspetto per molti versi veritiero, ma frequentemente è una consapevole/inconsapevole perimetrazione del fatto che i discorsi generali devono “piegarsi” alla dimensione locale e quindi in qualche modo depotenziarsi.

E’ un tema di discussione e confronto vero per chi, come Potere al Popolo, ha deciso di “fare tutto al contrario”. Troppo spesso, nella sinistra oggi residuale, si è agita questa dimensione locale come una “furbata oggettiva” rispetto alle scelte nazionali.

Qualche traccia di questa discussione c’è stata anche dentro Potere al Popolo relativamente alla scelta di andare in coalizione a Firenze (meno perplessità ci sono state su Livorno), ma sia le caratteristiche apprezzate un po’ da tutti della candidata sindaco Antonella Bundu, sia il procedere delle cose, hanno risolto la discussione. Infine c’è stata la piazza. Nella manifestazione a Firenze contro Salvini, così come a Bologna, ad Aversa, a Napoli e in altre città,  i militanti e le bandiere di Potere al Popolo stavano al posto giusto e al momento giusto, anche quando la polizia ha ripetutamente caricato. Insomma, sono le cose che fanno la differenza.

A Livorno Potere al Popolo sosterrà come sindaco Marco Bruciati in coalizione con la lista civica “di movimento” Buongiorno Livorno, che già nelle scorse elezioni aveva ottenuto un ottimo risultato dentro il “terremoto politico” che aveva scalzato dal governo il Pd e portato all’elezione come sindaco di Nogarin del M5S.

Ad Aversa, grosso centro urbano del casertano ma sostanzialmente parte dell’area metropolitana napoletana, Potere al Popolo correrà invece da solo e sosterrà la propria candidata Teresa La Vedova. Stessa cosa nella città di Tivoli (area metropolitana di Roma) dove Potere al Popolo ha messo in campo Elisabetta Canitano.

Un po’ in tutte le città, più grandi e più piccole, si è assistito ad una attivizzazione sul campo non solo dei militanti di Potere al Popolo ma soprattutto di giovani e spesso giovanissimi. Giova il fatto che “Pap” non appare “sputtanato” né logorato come altre esperienze. Potere al Popolo ha già chiarito che negli eventuali ballottaggi respingerà il solito ricatto del meno peggio e non farà endorsment ai candidati del Pd. Il recupero di una piena indipendenza politica è decisiva per ricostruire una ipotesi di ricomposizione e conflitto politico e sociale nel paese. Lo sforzo di mettere la distanza con la sinistra residuale per mettere in campo una ipotesi di rottura e riportarla tra la gente, nel nostro blocco sociale di riferimento, è parte della sfida, anzi “è la sfida”.

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1 Commento


  • sergio falcone

    L’unica scelta etica possibile è l’astensionismo attivo.

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