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Eurogendfor, una polizia continentale fuori controllo

I nostri parlamentari il 14 maggio 2010 hanno ratificato con voto unanime, il Trattato di Velsen sottoscritto il 18 ottobre 2007 da Olanda, Francia, Spagna, Portogallo e Italia. L’Italia dunque aderisce con la propria Arma dei Carabinieri alla Gendarmeria Europea.

La stampa italiana, costantemente impegnata a condurre l’attenzione del popolo verso le castronerie, in una precisa strategia di disimpegno fatta di soft news, non ha dedicato a questo Trattato l’approfondimento necessario.

E così nessuno ha evidenziato le storture della EUROPEAN GERDARMERIE FORCE i cui compiti sono sintetizzati nell’articolo 4 del Trattato:

a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico;

b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale;

c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence;

d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti;

e) proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici;

f) formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali;

g) formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione”.

Ma la gravità e anticostituzionalità del trattato non si ravvisa nei compiti assegnati quanto piuttosto nelle immunità e impunità. Gli articoli 21 e 22 del Trattato prevedono la inviolabilità dei locali, dei beni e degli archivi.

L’articolo 23 prevede il divieto di intercettare le comunicazioni dei gendarmi europei.

L’articolo 28 esclude che possano essere indennizzate le proprietà e le persone se i responsabili sono i gendarmi europei.

L’articolo 29 è il più inquietante perché sancisce l’impossibilità della giustizia dei Paesi ospitanti di mettere sotto inchiesta i gendarmi.

Non finisce qui. La EGF sarà sotto l’egida della NATO con sede a Vicenza, dove c’è una base militare statunitense il che, in termini operativi, significa porla sotto il controllo del Pentagono.

I nostri carabinieri hanno già iniziato i corsi di addestramento e di qualificazione per formare le unità speciali della EGF. Non manca l’enfasi e così qualche anno fa si apprese da un comunicato stampa dell’Arma dei Carabinieri che: “il Generale di Brigata Umberto Rocca, ha posto l’accento su come il panorama della sicurezza internazionale, oggi così legato alla globalizzazione ed alla crisi economica che spesso si trasforma in una minaccia alla stabilità politica, renda estremamente utili le unità di polizia “robusta” specializzate nei compiti di stabilizzazione.”

Ebbene i nostri parlamentari, da Berlusconi a Bersani, passando per Di Pietro e Casini senza trascurare Vendola, ci hanno consegnato ad una Gestapo indegna di uno Stato di diritto, che si è addestrata per “stabilizzarci politicamente”.

L’Eurogendfor, dunque, non deve rispondere né ai Parlamenti delle nazioni né al Parlamento europeo di Strasburgo. Alcune fonti giornalistiche riferiscono che nell’ottobre 2018 la Gendarmeria europea, partita dalla base di Vicenza, sia sbarcata con uomini e mezzi a Igoumenitsa, in Grecia, per “esercitazioni”, in coincidenza con le manifestazioni di piazza programmate contro le politiche di austerità.

Gli scontri con la polizia ad Atene nel mese di ottobre sono stati violenti e nel Parlamento greco le interrogazioni sulla presenza dell’EGF e sul ruolo che potrebbe aver avuto durante gli scontri, non ha avuto una compiuta risposta.

In Italia il livello di tensione e di scontro per le politiche antiumanitare del governo pentafascioleghista è giustamente elevato e l’Eurogendorf non deve sbarcare in Italia, è già qui.

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