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Il nuovo ministro dell’economia del governo giallo-blu

Che si parli di immigrazione, che si discuta di conti pubblici, il profilo del “nuovo” governo non si differenzia da quelli precedenti, se non nei “toni”. Ma non appena si finisce di apprezzare la scomparsa degli starnazzamenti leghisti in ogni tg o sui titoli di prima pagina, la durezza delle stesse politiche in un guanto meno abrasivo viene fuori immediatamente.

E se è facile vedere la continuità nel caso della nave ong Alan Kurdi, altrettanto è possibile con la linea che sarà seguita sui conti pubblici. Saremo forse prevenuti nei confronti del neo-ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, ma il ritratto che ne fanno anche testate insospettabili come Lettera 43 ci convince che non siamo poi in errore.

Un “tecnico europeo” per tenere i conti di un paese che va declinando anche (anche, non solo) per le politiche asimmetriche costruite con i trattati dell’Unione Europea, e in particolare con una delle ltime sue creature, il Fiscal Compact.

Giudicate voi…

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Chi è Roberto Gualtieri, nuovo ministro dell’Economia

Politologo, ex dalemiano, voluto da Prodi tra i saggi del Pd, è eurodeputato dal 2009 e alla guida della Commissione Affari economici del parlamento europeo dal 2014. Ha gestito dossier delicati, dal Fiscal compact alle regole sulle banche. Ha un filo diretto con Mario Draghi.

L’endorsement anticipato è arrivato dalla donna che andrà a guidare la Banca centrale europea: Christine Lagarde attuale direttrice del Fondo monetario internazionale ancora prima che la nomina fosse ufficializzata ha dichiarato: «Gualtieri ministro è un bene per l’Italia e per l’Europa». Del resto Roberto Gualtieri con l’Eurotower ha avuto negli ultimi anni un filo più che diretto.

DOCENTE DI STORIA CONTEMPORANEA AL FIANCO DI DRAGHI

Nato politicamente nel Pci, professore associato di Storia contemporanea a La Sapienza di Roma, vicedirettore della fondazione Istituto Gramsci, eurodeputato dal 2009 e, soprattutto, dal 2014 potente presidente della Commissione affari economici del Parlamento europeo, il politico romano non ha perso occasione durante l’ultima legislatura europea per presentarsi sempre al fianco di Mario Draghi, diventandone l’ombra ad ogni apparizione del presidente Bce tra gli eurodeputati di Strasburgo.

EX DALEMIANO VOLUTO DA PRODI NEI SAGGI DEL PD

Nella sua prima vita, Gualtieri si è occupato da storico dei problemi dell’integrazione europea e non è un caso che Romano Prodi abbia scelto lui, ex dalemiano con in tasca dalla metà degli Anni 80 la tessera comunista, tra i saggi che hanno redatto il Manifesto del nuovo Partito democratico. La strada dell’europeismo lo ha portato poi a occuparsi soprattutto di economia, gestendo così dossier cruciali per l’Italia e non solo, dalle nuove regole precauzionali sui crediti deteriorati delle banche all’aggiustamento del Fiscal compact nel nome della flessibilità, dal piano Juncker fino all’accordo di divorzio tra Ue e Regno Unito.

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