Menu

Siamo tornati su facebook, ma la sfida non è chiusa

Ultim’ora. Dopo le pagine di Contropiano.org, Global Project e altre testate, oggi anche quella di Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo è stata bloccata/oscurata.

*****

Nella tarda serata di ieri Contropiano è tornato visibile e utilizzabile su facebook dopo l’oscuramento subito nella notte di mercoledì. Insieme alla nostra erano state oscurate altre pagine di informazione alternativa come Global Project, Ya Basta, Milano in Movimento, Radio Onda d’Urto, Retek ed altre, in alcuni casi profili personali. Per tutti la colpa era quella di aver sostenuto la resistenza curda contro l’aggressione della Turchia.

Ieri sera alcune di queste pagine sono tornate visibili, altre no. Per oggi è stata convocata una conferenza stampa alla Fnsi per denunciare quanto accaduto. In qualche modo quanto accaduto ci è servito da lezione, sia sulla vulnerabilità e subalternità dell’uso della comunicazione antagonista sui social sia per testare le capacità di reazione e tenuta di fronte alle emergenze.

Si apre dunque una riflessione urgente sul come affrontare il campo di battaglia della comunicazione, con quello che abbiamo a disposizione, ma soprattutto con quello che diventa necessario, per tutti.

Qui il comunicato che convoca la conferenza stampa

Nei giorni scorsi, Facebook ha chiuso le pagine di alcune testate indipendenti e legate ai movimenti sociali. Altre sono state raggiunte da messaggi ufficiali della piattaforma in cui si comunica il rischio della chiusura. Oggi anche vari profili Instagram sono stati cancellati. Un vero e proprio stillicidio.
I contenuti oggetto dell’operazione sono strettamente legati a post in cui si evidenziava il sostegno alla causa curda e si esprimeva il legittimo dissenso a quanto sta succedendo in Siria del Nord a opera della Turchia.
Evidentemente, l’espansionismo di Recep Erdoğan non è solo territoriale, ma si propaga anche nell’intelligence digitale.
Gli attacchi che stanno subendo queste pagine non hanno nulla di casuale. È chiaro a tutti che sono ben organizzati e coordinati. Erdoğan ha il problema di ricostruire consenso intorno alla sua figura per questo vuole mettere a tacere tutte le voci critiche.
Riteniamo che il sostegno di Facebook all’offensiva comunicativa del regime turco violi i più basilari dettami della libertà di stampa. Anche per il social network vale la Costituzione, che all’articolo 21 stabilisce: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Come testate che hanno da sempre sostenuto istanze di libertà e democrazia reale, ribadiamo che continueremo a essere in prima linea nel documentare e sostenere le lotte per la giustizia, l’uguaglianza e i diritti in ogni angolo del mondo. Allo stesso tempo ci appelliamo a chiunque creda nei valori e nell’azione di una informazione libera e indipendente di denunciare questo grave atto di censura attraverso tutti gli strumenti a sua disposizione.

Per questa ragione i media firmatari di questo comunicato indicono venerdì 18 ottobre alle 13 una conferenza stampa nella Sala Azzurra della sede nazionale della FSNI (Corso Vittorio Emanuele II, 349 – Roma).
Contropiano, DinamoPress, Globalproject.info, Infoaut, milanoinmovimento.com, Radiondadurto, Rete No Bavaglio

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • marco

    facebook è una società privata, lo avete ribadito anche voi più volte dalle pagine di contropiano.
    E come tale può operare come meglio crede.
    Sappiamo tutti chi sono i pupari visibili nel CDA e quelli invisibili che si muovono dietro le scelte “politiche” di FB.
    Continuare a portare avanti un dibattito sulla “questione democratica” all’interno di quel social network è una perdita di tempo.
    Più costruttivo sarebbe intavolare una discussione seria per la costruzione di reti alternative e parallele e nel frattempo che si discute (non sarà una cosa breve immagino), tenersi sempre una scialuppa di salvataggio a disposizione con altri social, come ad esempio VK, facendoli conoscere e favorendo il più possibile la migrazione verso quei lidi.
    Così da limitare i danni, quando la mannaia di zuchemberg calerà nuovamente sulla testa dei dissenzienti.
    E sappiamo tutti che non è una questione di se….. ma di quando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *