Da oggi è stato rinnovato in maniera automatica il Memorandum d’intesa Italia-Libia sui migranti firmato dal governo italiano con il governo libico il 2 febbraio 2017. Non sono bastate le tantissime denunce di violazioni dei diritti umani, gli “inimmaginabili orrori” documentati dall’Onu nel 2018 e compiuti nei lager libici finanziati dal governo italiano (torture, stupri, esecuzioni sommarie et) .
E così il governo ha deciso di non revocare l’accordo, che sarà prorogato automaticamente per altri tre anni.
Il parlamentare Pd Matteo Orfini, nettamente contrario al rinnovo del memorandum Italia-Libia sui migranti ha scritto su Facebook: “..Gli accordi con la Libia sono stati rinnovati. È una pessima giornata e di questa barbarie il mio partito è corresponsabile. A quelli che ci hanno risposto che le cose le vogliono cambiare spetta dimostrare di non essere semplicemente degli ipocriti.[…] i migranti che fuggono dalla Libia non devono essere riportati indietro. È un atto disumano. Soltanto una piccola parte di loro finisce nei centri di detenzione legale, luoghi terribili ma pur sempre più sicuri dei centri clandestini, in mano ai trafficanti di uomini, dove ogni atrocità è possibile. Soprattutto adesso che con la guerra la Libia è nel caos”.
Dichiarazioni importanti, ma che stridono non poco con il fatto che proprio Matteo Orfini, all’epoca in cui fu stipulato il memoramdum d’intesa con il governo libico di Al Serraj, era presidente del Partito Democratico(lo è stato dal 14 giugno 2014 al 17 marzo 2019).
Carlotta Sami, portavoce per l’Italia dell’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, in una intervista a “La Repubblica”, si è unita a quanti chiedono una “profonda rivisitazione” del Memorandum Italia-Libia per la gestione dei flussi migratori. “Noi – ricorda Sami – lo diciamo da più di due anni: no ai rimpatri, i centri di detenzione sono luoghi disumani che andrebbero chiusi.”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa