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Roma. Occupazioni di case “indigeribili”

Tra la decina di occupazione di edifici dello Tsunami tour per il diritto all’abitare scatenatosi ieri a Roma, c’è una occupazione che appare più a rischio di tenuta. Fino a ieri sera la polizia aveva presidiato in forza l’occupazione in via Antonio Musa 10 e si era tenuto lo sgombero. Ma questa occupazione ha un nome, un obiettivo e una storia particolare.

L’occupazione si chiama “Degage” che significa sgombero ma che in Tunisia ha significato rivolta per mandare a casa la classe dominante che aveva gestito la dittatura e il post-dittatura.

L’obiettivo è quello di farne una residenza per gli studenti fuorisede e gli studenti senza reddito per i quali gli affitti sono diventati ormai impossibili e i tagli al diritto allo studio negano ogni possibilità nelle case degli studenti residue.

La storia è che il palazzo è della Provincia di Roma – un ente ormai in via di dissoluzione – e rientra nel pacchetto di immobili di pregio messi in vendita dentro un fondo speculativo della Bnp-Paribas, destinato a diventare il tesoretto con cui la Provincia (prima con Gasbarra poi con Zingaretti) intende pagare il grattacielo del Torrino del costruttore-amico Parnasi per farne una sede unica. Una anticipazione della logica di quel “Patto della Carbonara” siglato in trattoria tra il sindaco Alemanno con i capigruppo del PdL e del PD per accontentare le richieste dei costruttori e dei pescecani dell’edilizia sul futuro di Roma. Un patto diventato ormai indigeribile da ogni punto di vista.

Su Contropiano abbiamo denunciato nelle scorse settimane e in diverse puntate della nostra inchiesta questa vicenda. Adesso è diventata una evidenza del conflitto sociale nell’area metropolitana di Roma. Il “Re è nudo” e i movimenti di lotta per l’abitare non intendono fare sconti a nessuno, anche in campagna elettorale. E’ un problema di priorità: o quelle degli abitanti e dei lavoratori o quelle dei palazzinari, Parnasi o Caltagirone che essi siano.

Qui di seguito l’interessante documento degli occupanti di “Degage” in via Antonio Musa.

Uno stabile che puzza di voti

Eccoci qui! Ci siamo ripresi uno stabile pubblico al centro di Roma e questo è solo l’inizio! Non è una minaccia, non è una promessa è un AVVISO PUBBLICO: siamo decisi e determinati a riprenderci quello che ci viene rubato direttamente dalle nostre tasche .
Lo stabile, grazie al quale le nostre vite riprenderanno a respirare, è un edificio di proprietà della provincia di Roma attualmente in svendita al migliore offerente. Ma quale miglior offerente se non noi? Abbiamo intenzione di trasformare queste mura in alloggi per 30 studenti e studentesse che sono stufe di elemosinare un alloggio all’università o di pagare cifre salate ai proprietari della città.

Questi mattoni, che prenderanno nuova vita e daranno nuove possibilità a chi vive nella precarietà, a chi non dovrà essere più sfruttato in lavori a costo bassissimo a chi potrà continuare gli studi senza sacrifici, nascondono i già noti affari del mattone che speriamo di intralciare con tutte le nostre forze per dire a tutti e a tutte riprendetevi ciò che è vostro! Lo stabile in via Antonio Musa 10, fa parte degli 11 stabili inseriti nel fondo Upside della Bnp Parsap, che una volta venduti potranno essere usati per costruire il palazzone unico della Provincia che sorgerà nella zona di Torrino-Castellaccio. L’ultima creazione della giunta Zingaretti, con il bene placido dell’opposizione, è stata quella di creare un fondo speciale nel quale accumulare i soldi pervenuti dalla vendita di questi 11 immobili, già di proprietà della Provincia stessa, al pro di concentrare gli uffici amministrativi in un unico stabile. per migliorarne l’efficenza dei servizi e per risparmiare su tutti quegli stabili che sono attualmente in affitto.

Il fondo Upside è necessario perchè le banche, che hanno vinto l’opportunità di finanziare la costruzione del nuovo stabile provinciale, hanno già anticipato 260 milioni di euro che verranno recuperati dalla vendita degli immobili tra cui quello di via Antonio Musa n°10. Stiamo parlando di banche “fortunate” come la Bnp e la Finemiro e di aziende come la “fortunatissima” Parsitalia, di proprietà dei Parnasi, che hanno vinto l’appalto della costruzione! Quegli stessi costruttori che hanno avuto sempre la solita fortuna di gestire altri appalti nella zona Eur, Tor Marancia, Castellaccio e che concorrono alla costruzione dell’ambitissimo stadio della Roma a Tor di Valle. Ma perchè costruire un palazzo della provincia quando la provincia non esiste più? E perchè concentrare in un unico palazzo gli uffici di un ente, che in quanto provinciale, dovrebbe essere distribuito sul territorio? Le direttive della Spending Review sono state colte come nuova opportunità per distribuire ai poteri forti della città altri soldi in cambio di voti. Infatti, dietro la propaganda della razionalizzazione e delle campagne antispreco ci sono loschi affari, ci sono altri sprechi e ci sono i politici, i partiti e i palazzinari che giocano a carte sulle nostre teste. E che si può fare, denunciare la corruzione o peggio eleggere nuovi rappresentanti del mattone?

Abbiamo capito da tempo che, nel paese della partitocrazia, andare al voto significa cambiare la faccia di una stessa medaglia e rimanere a guardare vuol dire pagare i costi della crisi. I partiti sono il pilastro del regime democratico e questi modi di agire dietro le quinte non sono nuovi a nessuno. La nostra denuncia non è uno scandalo da prima pagina di giornale, non ci interessa buttare fango su una parte per favorire l’altra. Siamo in uno stato di completa ingovernabilità e noi vogliamo creare e soprattutto praticare una rottura con chi crea e approfitta della crisi. Non vogliamo portare avanti una rottura di testimonianza contro la corruzione vogliamo essere noi la testimonianza che una strada si può percorrere ed è quella dell’ autorganizzazione autonoma in difesa dei nostri territori, per la riappropriazione delle case, per la lotta contro lo sfruttamento sul lavoro e del lavoro. Oggi studenti, famiglie, migranti, disoccupati o semplicemente uomini e donne che non credono più nelle favole dello stato che ridistribuisce, nello stato del welfare, hanno occupato decine di stabili per ottenere qui e ora una vita migliore. Il mattone che ci siamo ripresi puzza di soldi marci e dato che noi soldi non ne abbiamo e quelli che ci chiedono tramite le tasse se li rubano ce li riprendiamo.

Eccoci qui noi choosy! Noi ci riserviamo una vita migliore. E voi?

DegageCasaxtutti

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