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Emergenza fascismo? Non solo a Dresda, anche qui in Italia siamo messi bene (anzi malissimo)

A Dresda hanno dichiarato lo stato di emergenza nazismo. “Hai visto i tedeschi, alla fine non imparano mai”. Beh, la notizia è che noi non stiamo messi meglio, anzi. E a raccontarcelo è anche – se ce ne fosse bisogno – la cronaca deli ultimi giorni: la fotografia di un paese razzista, nostalgico, carico di odio, violento e dunque fascista. Iniziamo dalla notizia – anzi dalle notizie – più mediatiche, quelle che riguardano il campionato di calcio di serie A.
Proprio ieri, nel corso della partita Verona – Brescia, l’attaccante Mario Balotelli (che quest’anno gioca, appunto, a Brescia) è stato travolto di insulti e ululati razzisti dalla tifoseria del Verona, che definire di estrema destra è forse riduttivo (cosa che loro rivendicano pure, tra l’altro). Ululati e insulti che sono stati uditi, pare, anche dagli ispettori della Figc presenti allo stadio. E che non stupiscono: qualche mese fa i tifosi del Verona si erano già resi protagonisti di simili comportamenti nei confronti del centrocampista del Milan Kessiè.
Nella stessa circostanza (il match Verona-Milan) gli ultras gialloblù se l’erano anche presa con il portiere milanista Donnarumma: “discriminazione territoriale”, come segnalato anche dal cronista di Sky duramte la diretta della partita.

Quindi Verona è la nostra Dresda? Certamente è una città che qualche problema ce l’ha: ma – sempre parlando di calcio – non è certo l’unica che si distingue dal punti di vista del razzismo. Anche Cagliari, ad esempio, ha dato il meglio di sé con l’attaccante interista Lukaku quest’anno e con l’allora attaccante juventino Kean la scorsa stagione. E ancora, tornando all’ultima giornata di campionato, segnaliamo anche la sospensione di Roma Napoli per insulti razzisti nei confronti degli ultras napoletani. E’ vero che a forza di insultare i napoletani si diventa anche ministro dell’Interno… In ogni caso, per l’arbitro Rocchi si erano determinate le condizioni per sospendere la gara, poi ripresa.

E, onestamente, fanno sorridere ed imbarazzare le dichiarazioni a difesa di comportamenti inaccettabili: parliamo del presidente del Verona (“Non abbiamo sentito alcunché”), dell’allenatore del Verona (“Cori razzisti? Bugia, non c’è stato nulla”), del sindaco di Verona (“Non c’è stato niente”), quando poi basta cercare su youtube e gli uh-uh-uh (imitazione della scimmia, ndr) si sentono alla perfezione (https://www.youtube.com/watch?v=23dml85MvmM).
Anche Giulini, presidente del Cagliari, abbozzò una difesa simile: eppure anche gli ululati per Lukaku erano (e sono ancora nei video) perfettamente udibili. Folklore, ironia, sfottò: sono tante le definizioni che vengono proposte ogni volta per evitare di entrare nel merito, ma la questione è chiara. Se vuoi offendere una persona, e per offenderla sottolinei in modo sprezzante il colore della sua pelle o la città di provenienza, sei un razzista. Punto.

E nemmeno è sorprendente, nell’Italia di oggi: perchè basta affidarsi, appunto, alla cronaca per capire quanto sia forte il vomitevole odore di razzismo, discriminazione, violenza e quindi fascismo che ammorba il paese.
A Chioggia, ad esempio, nei giorni scorsi due minori hanno dato fuoco, per “noia”, ad un clochard, mentre un terzo riprendeva. Per noia si possono fare tante cose: se scegli di dare fuoco ad un senza tetto, è perchè la ritieni una pratica tutto sommato ammissibile. Quella persona, per te, non vale poi molto, e quindi che male c’è nel bruciarla?

Come, ovviamente, non c’è nulla di male ad organizzare una cena di commemorazione della marcia su Roma: è successo ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno. Tra i partecipanti il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, che si è poi scusato dicendo di “non avere visto il menù”. In una frazione di Acquasanta Terme, giova ricordarlo, si consumò uno dei più orrendi eccidi della storia marchigiana durante l’occupazione nazi-fascista.

Marcia su Roma celebrata da oltre tremila persone a Predappio – città natale di Benito Mussolini – sempre a fine ottobre: braccia tese, camicie nere, slogan e manifesti nostalgici per una celebrazione che è, o meglio sarebbe, anticostituzionale.
Fu proprio a Predappio, un anno fa, che apparve la maglietta con sopra scritto “Aushwitzland”, con tanto di font stile Disney ed immagine del campo di concentramento in Polonia, ritenuto uno dei più efficaci centri di sterminio della Germania nazista. Ad indossarlo tale Selene Ticchi, ex candidata sindaco a Budrio e vicina a Forza Nuova (che prese le distanze).
Forza Nuova: proprio il movimento a cui appartiene (anzi, ne è il coordinatore per il Veneto) Luca Castellini, uno dei capi Ultras dell’Hellas Verona. Ma guarda un po’.
Emergenza fascismo, razzismo, nazismo? Non c’è bisogno di andare a Dresda, fidatevi.

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