Tra poco meno di un mese saranno cinquanta anni dalla Strage di Stato in Piazza Fontana. Un 12 dicembre del 1969 a Milano che, come abbiamo detto molte volte, per almeno due generazioni non sarà mai una data come le altre sul calendario.
Quel giorno cambiarono molte cose, le coscienze fecero uno scatto in avanti, divenne di massa la consapevolezza che lo Stato aveva dichiarato guerra a chi voleva cambiare il paese. La “grande paura” della borghesia verso il clima rivoluzionario internazionale, i movimenti studenteschi e l’Autunno Caldo operaio era palpabile, e la rese isterica e pericolosa, fino ad evocare il lavoro sporco del “Deep State”.
Ma con il passare degli anni questa visione della storia è stata combattuta dagli apparati ideologici dello Stato, è stata rimossa, è stata manipolata fino a confondere totalmente le nuove generazioni. Una confusione voluta ma con un messaggio chiaro: “non provateci più!”
In questi giorni esce il libro “Piazza Fontana, Una strage lunga cinquanta anni”. I compagni della Rete dei Comunisti e della rete Noi Restiamo hanno voluto ripubblicare il materiale prodotto dieci anni fa dalla redazione di Contropiano e dalla libreria Quarto Stato di Aversa in occasione del quarantennale.
I contenuti del libro riguardano la storia della “guerra non dichiarata” dello Stato e della borghesia italiana – insieme ai servizi militari Usa e ai fascisti – contro il movimento operaio, il Pci, i comunisti, la sinistra rivoluzionaria.
Viene ricostruito il passaggio “dalla guerra fredda alla guerra sul fronte interno” che ha segnato la storia recente del paese, ma che continua visbilmente ad alimentare tutt’oggi una logica vendicativa contro i perseguitati e i prigionieri politici della sinistra in Italia.
C’è poi un capitolo sulla “storia rovesciata” e le vicissitudini nelle organizzazioni neofasciste, quella fase che Pasolini nel suo scritto sulle stragi intravede come il passaggio dalla “fase fascista a quella antifascista della stagione delle stragi”. Il famoso editoriale di Pierpaolo Pasolini è tra i documenti inseriti nel libro, insieme ad un scritto politico e profetico di Giangiacomo Feltrinelli e ad un intervento di Roberto Mander, il più giovane anarchico coinvolto nell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana durante la montatura politico/giudiziaria che portò all’arresto di Pietro Valpreda, Roberto Gargamelli ed altri compagni anarchici e all’uccisione del compagno Pino Pinelli nella Questura di Milano.
Ci sono poi le audizioni del giudice Salvini (non confondetelo con quello del Papeete per favore) davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle stragi. E su questo c’è una “chicca” che nella pubblicazione di dieci anni fa non compariva: i nomi. Si tratta dei nomi che il giudice Salvini consegnò alla Commissione Parlamentare ma che furono secretati. Ed è qui che vengono fuori i nomi dei due “amerikani” dei servizi militari Usa (non della Cia) che dalla base Nato di Verona organizzarono la rete che portò la strage di Piazza Fontana.
Il libro contesta poi una tesi assai diffusa ma depistante come quella del “doppio Stato”. Nella guerra di bassa intensità scatenata il 12 dicembre del 1969 non c’erano uno Stato costituzionale e uno Stato deviato. C’era la ragion di Stato e le sue priorità nello scontro politico e di classe, internazionale e sul fronte interno. A questa fu piegato tutto: le vite delle persone, le leggi, le regole, l’etica ed anche i riottosi nella DC al governo.
Infine c’è la descrizione della impressionante reazione con cui la sinistra rivoluzionaria rispose alla Strage di Stato, dalla nascita della controinformazione alle mobilitazioni di piazza.
Quel materiale è stato arricchito nel libro da quattro nuovi capitoli sui fascisti oggi e i loro legami attuali con gli apparati dello Stato. Ne è venuta fuori una sorta di inchiesta sulla funzione e le reti neofasciste in Italia anche nel XXI Secolo. Funzione e collegamenti che, stranamente, ricevono scarsissima attenzione nelle indulgenti relazioni annuali dei servizi segreti. Al contrario, di fronte alla mezza paginetta riservata ai fascisti, ce ne sono il decuplo riservate ai gruppi della sinistra e agli anarchici. Un po’ come ai tempi della strage di Piazza Fontana.
Il libro è stato concepito per parlare non agli storici o ai vecchi militanti, ma a quelli più giovani, ossia l’oggetto di una brutale rimozione storica e ideologica da parte degli apparati ideologici dello Stato. Una rimozione talmente pesante da aver invece rialimentato curiosità e interesse tra chi si affaccia da poco nella lotta politica.
Da qui la domanda rivolta a tutte e a tutti: che cosa sapete e che cosa ricordate della Strage di Stato in piazza Fontana il 12 dicembre del 1969? Misurarsi con uno spartiacque nella storia recente del nostro paese diventa urgente e necessario.
Il libro è disponibile. Per la grafica di copertina si ringrazia l’artista Federico Ruxo. Chi avesse voglia di presentarlo o discuterlo nelle varie città può scrivere anche a: contropiano@gmail.com
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roberto
Un doveroso e grato ricordo deve andare agli Autori (Un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare) e all’Editore (La nuova Sinistra-Samonà e Savelli) della prima coraggiosa e fondamentale controinchiesta pubblicata col titolo “La Strage Di Stato – dal golpe Borghese all’incriminazione di di Calabresi”, la cui prima edizione data 1970.
Dirò di più: una recensione attuale di quel certosino, documentatissimo e coraggioso lavoro (una storia nella storia), dovrebbe essere un passaggio ineludibile nella ricostruzione e conservazione della memoria di quella fase storica delle bombe fasciste.
Magari se ne parla in questa nuova pubblicazione (che non ho ancora acquistato), ma leggerei volentieri qualcosa anche su Contropiano.
Manlio Padovan
A chi posso ordinare il libro?
Grazie.
Redazione Contropiano
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