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Fare pubblicità all’alternativa? Su Facebook nemmeno pagando…

Com’è noto, non siamo un giornale “normale”. E di sicuro on abbiamo i soldi della “Bestia” salviniana, né le “entrature” nei media mainstream che possono vantare i Santori…

Però facciamo politica anche noi, come possiamo, producendo idee e qualche interpretazione autentica della realtà, che può tornare utile a chi – negli attuali rapporti di forza sociali – tocca la parte della vittima sacrificale.

Quindi è capitato qualche volta di “sponsorizzare” un articolo pagando l’obolo minimo che Facebook chiede a chi vuole “promuovere” la propria produzione. Roba di poco – 10 euro ogni due o tre mesi – e forse anche questo non deve esser piaciuto al team italiano di mr. Zuckerberg.

Sta di fatto che, tra “oscuramenti” della pagina o “sospensione delle condivisioni su gruppi non gestiti direttamente”, da qualche tempo feisbuk si sta rivelando un ambiente ostile per i comunisti.

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo che ha riscosso una discreta attenzione sul Truce capo della Lega (Salvini mi ricorda qualcuno… Ah, ecco chi!). Niente di truculento o “carico d’odio” – e dire che scapperebbe facilmente un insulto spontaneo. Solo un be po’ di sfottò sulla somiglianza del personaggio Salvini con alcune delle maschere messe in scena da… Alberto Sordi.

Visto che “andava”, ci siamo detti “puntiamoci 10 euro sopra…”. Facebook ci ha pensato un po’. Poi l’ha “rifiutata” (vedi foto).

Vabbeh, ci siamo detti: si vede che gli sta simpatico Salvini e temono anche loro che possa tornare al governo e “vendicarsi”…

Passa qualche giorno e pubblichiamo l’editoriale che ancora campeggia in pagine (“Contro la peste del voto utile”). Qui il ragionamento è totalmente svincolato da tizio o caio, riguarda il sistema politico-elettorale attuale e il ricatto implicito di un modo di “pensare” (se si può usare un termine così impegnativo…) che ha distrutto la sinistra in questo paese…

Discreto successo, attenzione, commenti… “Puntiamoci sopra 10 euro”, in fodo non li avevamo spesi la settimana prima!

Anche stavolta Facebook ci pensa sopra e poi la “rifiuta”.

A questo punto è chiaro tutto. La società di Zuckerberg difende l’assetto politico dominante in modo esplicito, rifiutandosi di veicolare qualsiasi contenuto appena un po’ critico. Specie se antifascista e anche un po’ anticapitalista…

Basta saperlo, Zuck! In fondo lo avevamo intuito che alle multinazionali non va mai dato neanche un centesimo…

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