I cahiers de doléances (diari di lamentele e poi carnet di rivendicazioni) emergono in Francia nel XIV secolo ma soprattutto con la rivoluzione francese del 1789 e anche in successive “rivoluzioni” nel 1848 e con la Comune di Parigi del 1870.
L’importanza della pratica di questi carnet di rivendicazioni è più che mai cruciale perchè è una straordinaria occasione di maturazione delle aspettative, delle aspirazioni. Nel momento in cui ogni singola persona o piccolo gruppo di persone si mettono a scrivere ciò che vogliono rivendicare fanno un’operazione di traduzione ragionata della rabbia, delle frustrazioni, dei desideri e quindi delle rivendicazioni. C’è quindi un momento di riflessione, di ragionamento, di concettualizzazione: che cosa scriviamo? Che parole usiamo? come formuliamo quello che non vogliamo e quello che vogliamo?
E’ ovvio che la maggioranza delle persone non ha l’abitudine della critica dei discorsi dominanti, è influenzata delle idee, dalle frasi e dalle parole che sono più veicolate dai mass media e social network. Ma quando ci si cimenta nello scrivere cosa non si vuole e cosa si vuole scatta sempre un minimo di spirito critico e di apertura alle critiche che si sono orecchiate anche se senza prestarvi attenzione.
E’ questa la pratica che in Italia – purtroppo – i sindacati e i partiti di sinistra non hanno mai sperimentato. E’ questo che dovrebbero sistematicamente fare le reti di abitanti sensibili e attivi ai problemi cruciali per il futuro della società. E solo attraverso questa grande diffusione di riflessioni sui bisogni e aspirazioni che si capirà che tutti i problemi economici e sociali sono intrecciati con quelli politici, ossia con l’aumento della ricchezza di pochi e delle povertà di sempre più persone; con l’aumento degli sprechi di risorse pubbliche per opere inutili, dispendiose e dannose; con l’aumento dei disastri sanitari, ambientali ed economici.
E tutto ciò – come hanno ben capito i gilets gialli – è dovuto a un sistema di potere che impedisce alla maggioranza della popolazione di far valere le proprie rivendicazioni. Perciò i gilets gialli rivendicano una riforma costituzionale per abolire un sistema elettorale che fa eleggere sempre i soliti (di destra o falsa sinistra) e comunque produce maggioranze che sono più o meno uguali e sempre reverenziali rispetto ai poteri finanziari e delle grandi lobby.
Non basta scrivere sui social network. Occorre raccogliere sistematicamente i carnet di rivendicazioni; è il lavoro che dovrebbero fare i portaparola delle reti o movimenti per farne la “carta politica” che diventa quindi la vera carta d’identità del movimento.
* https://independent.academia.edu/eunoturi
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