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Più di un quarto dei morti sul lavoro nel 2019 erano ultrasessantenni

L’allungamento dell’età pensionabile ha portato, un risultato aberrante, nel 2019 oltre un quarto (oltre 25%) dei morti sul lavoro sono ultrasessantenni. Lavoratori che avrebbero potuto stare in pensione e invece per ridurre gli anni di godimento della pensione si arriva a mettere in pericolo la loro vita.

Tra la riduzione dei diritti c’è anche quello alla sicurezza che insieme ai ritmi e ai carichi di lavoro diventano insopportabili per un lavoratore anziano. Come se questo dato non bastasse inventano l’invecchiamento attivo, vale a dire spingere al lavoro anche dopo il pensionamento.

La progressiva riduzione della copertura delle pensioni rispetto ai salari, l’attacco ai diritti come la pensione di reversibilità, l’invalidità civile, le necessità familiari spingono i pensionati a lavorare anche dopo la pensione. Ma chi può lavorare e quale lavoro può essere svolto dopo il pensionamento, chiaramente ci si rivolge ai professionisti e non certamente a chi ha svolto lavoro usurante e faticoso.

La possibilità di cumulo del reddito da lavoro e della pensione apre sicuramente un nuovo mercato del lavoro che consente al pensionato di riprendere l’attività lavorativa o cambiarla scivolando nel lavoro nero. Quanti pensionati sanno che i contributi versati per il lavoro dopo il pensionamento danno diritto ad un incremento della pensione che viene però riconosciuto solo su richiesta dell’interessato. Così pensando di perdere eventuali contributi e incappando nella voracità dei datori di lavoro si accetta lavoro nero e grigio sottopagato.

Il vero invecchiamento attivo è l’impegno sociale a difesa dei propri diritti e alla conquista di nuove garanzie per i nostri bisogni.

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1 Commento


  • Massimo

    Buongiorno
    Sono stato esperto sulla sicurezza e anche docente formatore e, penso che il problema relativo all’articolo sia ben più ampio del solo fatto che i morti sul lavoro siano per la maggior parte ultrasessantenni.
    L’attuale mercato del lavoro italiano non ha prospettive per i giovani.
    Chi ha un lavoro, e purtroppo è anziano, se lo tiene stretto.
    Chi va in pensione ha una pensione da fame ed quindi costretto a lavorare.
    Le aziende hanno tassazioni da incubo e, di conseguenza, riprendere al lavoro, ovviamente in nero, un buon ex lavoratore, è un’opportunità che porta beneficio a tre … meno tasse per i due oltre al risparmio dei costi sulla sicurezza (il terzo).
    Aggiungiamo le opportunità che hanno gli stranieri che lavorano sotto pagati e, se aprono una ditta individuale non hanno problemi a evitare gli adempimenti normativi e fiscali.
    Probabilmente quello di cui ci sarà da meravigliarsi nei prossimi anni sarà …
    Ci saranno ancora morti sul lavoro considerato l’avviamento alla pensione degli ultimi e pochi lavoratori ultrasessantenni ancora regolari?
    Di che nazionalità saranno i prossimi morti sul lavoro?
    … e … saranno regolari o irregolari?
    Io sono stato professionista più di 30 anni e, non più giovane,sono stato costretto a chiudere ed emigrare.
    Penso che lo stato italiano abbia molto da meditare ma … essendo ormai abbastanza tardi, una ripresa avrà prima una forte e importante caduta …
    Questo è il mio pensiero
    Distinti Saluti

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