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Grecia. Quelli che criticano le scelte del governo Syriza

Pubblichiamo come documentazione che riteniamo utile alla conoscenza e al confronto, due documenti di forze estremamente critiche verso le scelte adottate dal governo greco di Syriza e Anel nel braccio di ferro con l’Unione Europea. La prima è una intervista del segretario del Kke che non ha appoggiato Syriza nella campagna elettorale e domani ha organizzato una manifestazione in piazza Syntagma (la prima) per contestare le scelte fatte dal governo greco. Il secondo è un documento di Tendenza Comunista, una corrente trotskista invece interna a Syriza, che critica quella che definisce la “sottomissione” del governo ai ricatti dell’Unione Europea. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un contributo dell’economista marxista greco Lapavitsas (le cinque domande) deputato della “Corrente di Sinistra” di Syriza. In questi documenti troverete anche ragioni da vendere e critiche motivate che meritano di essere conosciute e discusse dai lettori del nostro giornale e dai compagni. Restiamo comunque convinti che per la durezza e la contraddittorietà del processo in corso in Grecia e per la natura imperialista assunta negli anni dall’Unione Europea, andrebbe bandito ideologicamente ogni atteggiamento da tifoseria e reintrodotto il metodo dell’analisi concreta della realtà concreta.

Intervista del Segretario del Partito Comunista di Grecia (Kke), Giorgios Marinos rilasciata alla “Revista Opera” il 17 febbraio

1 – Come valuta la recente elezione di Syriza? Saranno in grado di dare risposta alle necessità dei lavoratori greci?

Il nostro giudizio è che la sostituzione del governo ND-PASOK con il governo SYRIZA-ANEL non possa aiutare a soddisfare le attuali necessità del popolo. Questo perché il nuovo governo, come il precedente, nonostante i suoi slogan “di sinistra” agisce all’interno dello stesso quadro: partecipazione del paese all’UE e alla NATO; attuazione degli impegni con queste unioni imperialiste; accettazione dell’insostenibile debito statale per il quale non è responsabile il popolo; sostegno alla redditività degli interessi imperialisti in nome della “competitività dell’economia nazionale”.
Così il programma del nuovo governo sta semplicemente cercando di gestire il fenomeno della povertà estrema, mentre allo stesso tempo questa situazione insopportabile continuerà per la maggior parte delle persone, fino a quando non si toccheranno le cause dei problemi del popolo. Tali cause si trovano nella natura stessa del capitalismo.

2 – Il KKE ha offerto a Syriza un’alleanza? Se sì, quali erano le condizioni per l’accordo?

La vita ha dimostrato che le coalizioni formate da partiti grossolanamente riuniti in nome della sinistra e dell’intento di gestire meglio il capitalismo non servono ai lavoratori. A nostro parere, l’esperienza in Grecia come a livello internazionale dimostra che governi di “centro-sinistra”, “progressisti” o “di sinistra” nel quadro del capitalismo (per esempio in Italia, Francia, Cipro, Brasile, ecc.) hanno adottato misure antipopolari, non sono stati in grado di evitare le conseguenze della crisi capitalista e hanno partecipato attivamente alle guerre imperialiste. Questi governi aggravano la disillusione tra i lavoratori, indeboliscono il movimento operaio e in ogni caso costituiscono un “ponte” per politiche ancora più di destra.
Il nostro partito, aveva tempestivamente escluso la possibilità di partecipare o appoggiare un governo “di sinistra” di SYRIZA, che promette possa esserci una gestione a favore del popolo all’interno del quadro del capitalismo e delle unioni imperialiste. Da parte nostra, non abbiamo partecipato alla diffusione di tali illusioni, ponendo alcune “condizioni” a SYRIZA, perché è evidente che il nostro è un approccio diametralmente differente: Syriza cerca l’umanizzazione del capitalismo, il KKE invece mira al suo rovesciamento e alla costruzione di un’altra società. Tuttavia, abbiamo avanzato la nostra proposta politica, che si può riassumere brevemente nel seguente modo: cancellazione unilaterale del debito; disimpegno da UE e NATO; socializzazione dei mezzi di produzione; pianificazione centrale dell’economia e potere operaio e popolare.
Vorrei sottolineare che il KKE ha il suo punto di vista sul tipo di alleanze di cui necessita il paese. Abbiamo tracciato la linea della formazione di un’alleanza popolare, composta dalle forze sociali, la classe operaia, i contadini poveri e medi, gli strati della piccola borghesia urbana, i cui interessi si trovano in conflitto con i monopoli e il capitalismo. Questa alleanza, che oggi ha mosso i suoi primi passi, si batte per dare risposta ad ogni problema popolare, munita di una direzione anticapitalista-antimperialista, contribuisce alla concentrazione delle forze con l’obiettivo di spianare la strada alla costruzione della nuova società socialista-comunista.

3 – Syriza ha recentemente fatto un accordo con il partito di destra “Greci Indipendenti”. Come valuta questo fatto? Era necessario e perché?

La cosa non ci ha sorpreso. Prima delle elezioni avevamo valutato che se SYRIZA non avesse raggiunto la maggioranza assoluta in Parlamento avrebbe dovuto formare un governo con uno dei partiti che, come SYRIZA, vogliono che la Grecia rimanga all’interno dell’UE e della NATO. Stiamo parlando di partiti che ritengono che il popolo debba pagare quel terribile debito di cui non sono responsabili e che appoggiano il percorso di sviluppo capitalista. Anche se c’erano altri partiti borghesi, di varie tonalità, ansiosi di collaborare al governo, SYRIZA ha scelto la cooperazione con ANEL (Greci Indipendenti), una cooperazione che ha avuto iniziato qualche tempo fa.

4 – Sembra che Syriza non osteggierà le sanzioni dell’UE e degli Stati Uniti contro la Russia. Hanno appoggiato l’estensione di queste sanzioni recentemente. Qual è l’opinione del KKE al riguardo?

La posizione del governo sulla questione dell’Ucraina, nonostante il rumore, è durata solo 3 giorni. Il quarto giorno, il governo greco, in linea con l’Unione europea, ha votato per le stesse sanzioni contro la Russia votate dal precedente governo ND-PASOK, lasciando la porta aperta ad altre nel prossimo futuro. Va ricordato che avevano criticato la posizione del precedente governo proprio su questo tema.
A nostro giudizio, le sanzioni contro la Russia significano l’escalation dell’intervento dell’UE e degli USA in Ucraina, nel quadro della loro competizione con la Russia per il controllo dei mercati e delle risorse energetiche della regione.
La guerra commerciale tra UE e Russia sta danneggiando soprattutto la classe lavoratrice e gli strati popolari, come i piccoli e medi agricoltori in Grecia. Questa è una guerra commerciale che intende beneficiare gli interessi dei monopoli.
La nuova decisione dell’UE, con la partecipazione della sinistra greca, conferma ancora una volta il carattere reazionario e imperialista dell’Unione europea, che attacca i popoli d’Europa e svolge un ruolo di primo piano nei progetti imperialisti per servire gli interessi del capitale con sede nell’UE.
Il KKE sostiene costantemente che il popolo greco deve denunciare la posizione del governo ed esigere che non ci sia alcuna partecipazione della Grecia ai piani della NATO e dell’UE.

5 – Abbiamo visto la crescita delle organizzazioni fasciste e neo-naziste in tutta Europa. In Grecia c’è Alba Dorata. Nelle ultime elezioni ha ottenuto circa il 6% dei voti. Se Syriza non riesce a risolvere i problemi della Grecia, ci sarà una maggiore crescita di Alba Dorata?

E’ vero che il partito nazista e criminale “Alba Dorata”, che compie azioni omicide ed è stato creato dai meccanismi del sistema, ha mantenuto un’alta percentuale nonostante le perdite di voti.
Sia il governo ND-PASOK, che ha promosso l’anticomunismo, la teoria degli opposti estremismi, del capro espiatorio degli immigrati, sia la linea “anti-memorandum” promossa da SYRIZA, che esenta da colpe i reali avversari del popolo, i capitalisti, hanno particolari responsabilità per la percentuale elettorale di Alba Dorata. Tale specifica organizzazione criminale fascista si è sviluppata su questo terreno politico e ideologico.
Il KKE rimane un oppositore inflessibile del fascismo, proprio perché il KKE si oppone al capitalismo nel suo complesso, al sistema che crea il fascismo, il nazionalismo e il razzismo.
La frustrazione di fronte alle aspettative coltivate dalle forze socialdemocratiche, come SYRIZA, può facilitare l’attività di Alba Dorata tra i settori politicamente arretrati della popolazione. Tuttavia, riteniamo che il nostro popolo abbia la forza per respingere ed isolare la criminale attività nazista e l’ideologia di Alba Dorata. I greci possono contare sull’esperienza storica e sulla memoria della Seconda guerra mondiale, della vittoria antifascista. E’ un dovere e una necessità, soprattutto nel caso della gioventù e delle scuole, per gli insegnanti, gli artisti e gli scienziati nella società in generale, denunciare, lottare e inibire il veleno del nazi-fascismo. Il movimento operaio e popolare deve rafforzare la sua lotta contro il nazismo e la sua attività criminale, contro il sistema e gli interessi che creano e sostengono queste formazioni.

da www.resistenze.org

 

Lettera all’Eurogruppo: completamento della sottomissione e abbandono degli impegni

Documento di Tendenza Comunista (corrente interna a Syriza) 

La lista delle riforme inviata dal governo greco all’Eurogruppo si inserisce nelle linee dell’accordo di venerdì scorso firmato a Bruxelles.

Non rappresenta, purtroppo, l’attuazione del programma di Salonicco, ma la subordinazione del governo greco alle “tre istitzioni”, la nuova denominazione della Troika.

Il solo fatto che il governo abbia accettato la pratica umiliante, propria dei governi precedenti, di inviare il piano delle riforme ai creditori e subordinarne l’applicazione alla loro approvazione, è un segnale piuttosto chiaro.

Il popolo greco non ha votato nelle elezioni che ogni mossa del proprio governo dovesse essere approvata da Schaeuble e dai suoi amici, ma per un governo che recuperasse una propria dignità e portasse avanti il proprio programma senza aspettre il giudizio dei creditori.

Una lettura attenta del contenuto della lettera conferma il nostro giudizio negativo.

1) Politica fiscale

Non c’è alcuna proposta concreta per combattere l’evasione, soprattutto quella dei grandi capitali, solo formulazioni generiche sulla “giustizia sociale”. La tassazione degli armatori (esentati dai tempi della dittatura dei colonnelli a qualunque tassazione sui profitti) annunciata in pompa magna da Varoufakis, rimane una promessa.

Ciò a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, e soprattutto dall’inizio del 2015, è stata una vera e propria fuga di capitali: oltre 25 miliardi di euro sono fuggiti dalla Grecia in poco più di sette settimane, tre miliardi solo la settimana scorsa. I prestiti del fondo di emergenza della Bce sono in pratica serviti a coprire questi buchi!

Gli armatori lo avevano ribadito chiaramente. “Se ci tassate, ce ne andiamo!” e il governo pare li abbia ascoltati. Lo conferma la lettera: “Lavorare sulla creazione di una nuova cultura della fiscalità per assicurare che tutti i settori della società, e specialmente i benestanti, contribuiscano equamente al finanziamento della cosa pubblica”.

Sull’Iva, non ci sarà alcuna riduzione, ma solo una “razionalizzazione” per massimizzare le entrate senza impatti negativi sulla giustizia sociale”

2) Finanza pubblica

Si accetta il principio della sostenibilità del debito e non c’è alcun impegno preciso sui criteri tramite i quali recuperare i crediti dello stato.

3) Amministrazione fiscale

Ci saranno dei cambiamenti cosmetici nell’amministrazione del fisco. Non viene fatto cenno ad alcun controllo popolare o dei lavoratori sulla lotta all’evasione, ma solo di “aumentare la trasparenza e l’indipendenza dell’ agenzia delle entrate tramite leggi da approvare in seguito”

4) Spesa pubblica

Si accetta il principio della “spending review” che tanti danni ha fatto in altri paesi dell’Ue.

“Revisione e controllo della spesa pubblica e sociale in tutti i settori (educazione, difesa, trasporti, amministrazioni locali e sicurezza sociale).

“Identificare misure di risparmio della spesa attraverso una “spending review” di ogni ministero.”

“Controllare i costi della sanità”

5) Sussidi e pensioni

Nessun impegno a eliminare le misure di austerità selvagge contenute nel Memorandum su pensioni e sussidi. Accettazione della logica neoliberale secondo cui sussidi e pensioni devono dipendere dalla contribuzione. Nella lettera si parla anche di “incentivare la riduzione del tasso eccessivo di pensionamenti anticipati, specialmente nel settore pubblico e in quello bancario”.

6) Amministrazione pubblica e corruzione

Questo capitolo è pieno di una fraseologia astratta sulla lotta alla corruzione, che deve essere una priorità nazionale. I ministeri verranno ridotti da 16 a 10, mentre si apre alla possibilità di comprimere i salari dei dipendenti pubblici , legandoli alla produttività.

“Riformare i salari del settore pubblico nell’ottica di decomprimere la distribuzione salariale attraverso aumenti di produttività e adeguate politiche di assunzioni, senza ridurre i livelli salariali attuali, ma allo stesso tempo salvaguardando che la spesa totale per i salari del settore pubblico non aumenti”

7) Stabilità finanziaria

Nessun impegno a recuperare i debiti colossali nei confronti del fisco, con l’eccezione di una promessa generica alla depenalizzaione dei piccoli debitori.

8) Sistema bancario

Abbandono totale dell’impegno preso da Syriza, nel suo congresso di fondazione, per il passaggio delle banche alla gestione e al controllo pubblico. È nei fatti una riconciliazione con i banchieri e con il loro ruolo parassitario. Nella lettera non è contenuta alcuna certezza sulla tutela della prima casa delle famiglie che non possono più pagare il mutuo ma solo di coloro “sotto un certo reddito”. Segue una lista di buone intenzioni sulla tutela dei “più vulnerabili” e non di tutte le famiglie povere e indebitate.
“Le banche opereranno sulla base di solide leggi commerciali e di mercato”

9) Privatizzazioni

Verranno mantenute le privatizzazioni già concluse e quelle per cui è già stato emesso il bando pubblico di acquisto. Inoltre, non si escludono nuove privatizzazioni.

Il governo “si impegna a non ritirare le privatizzazioni già completate e a rispettare in base alla legge quelle per cui è stato lanciato il bando”. Opererà una “revisione di quelle non ancora avviate, in modo da massimizzare i benefici a lungo termine dello stato.”

10) Lavoro

 Si mantengono i contratti a tempo determinato per i disoccupati, comprese condizioni salariali e lavorative degradanti. Viene ritirato l’impegno a ripristinare il contratto collettivo nazionale di lavoro, così come viene rimandato a un tempo indefinito l’aumento del salario minimo. Il criterio della “competitività delle imprese viene accettato per un aumento futuro del salario minimo.

“Mettere in campo un nuovo approccio ‘ intelligente’ di contrattazione salariale collettiva che bilanci le esigenze di flessibilità con l’equità” . “L’espansione e lo sviluppo della struttura esistente che fornisce lavoro temporaneo ai disoccupati”. Ciò “include anche l’ambizione di aumentare il salario minimo (…) che tuttavia “sarà fatto in consultazione con le istituzioni europee”

Per il resto si apre alla “competitività” sulla base della linee guida dell’Ocse, e ci si impegna a riformare il sistema giudiziario e quello delle statistiche.

Nemmeno sulla “crisi umanitaria” il governo di Syriza avrà libertà di manovra, perchè la lettera conclude assicurando che “la lotta non avrà effetti negativi sul sistema fiscale”.

L’unica conclusione a cui possiamo giungere è che, dopo nemmeno un mese dal giuramento, il governo si è riconciliato con i creditori e le politiche di austerità e del Memorandum.

Ma non è tutto. Il piano di Varoufakis e Tsipras deve essere ancora sottoposto all’approvazione dei parlamenti di Germania, Olanda, Finlandia ed Estonia perchè ci sia il via libera alla tranche di aiuti della Troika. Un’approvazione nient’affatto scontata: a Berlino già 60 deputati sono pronti a votare no. La Bce e il Fondo monetario internazionale hanno approvato il piano come un “valido punto di partenza” ma “molto deve essere ancora fatto”.

La borghesia internazionale aspetta al varco un governo che, ormai disarmato al tavolo delle trattative, ha ottenuto solo una brevissima tregua di quattro mesi, o molto probabilmente ancora meno.

La battaglia è comunque ancora del tutto aperta. Nel consiglio dei ministri greco di ieri alcuni ministri che hanno criticato espressamente il contenuto della lettera. In modo particolare Lafazanis, ministro dell’energia e principale dirigente della “Piattaforma di sinistra”, ha criticato l’impegno di Varoufakis a non ritornare indietro sulle privatizzazioni già completate o in avanzata fase di privatizzazione, come Admie, una controllata dell’azienda energetica PPC.
La Tendenza comunista di Syriza rinnova il suo appello a tutti i deputati della sinistra di votare no a questo accordo vergognoso in parlamento. Fa proprio la proposta di legge del gruppo parlamentare del Kke che propone l’abolizione del Memorandum.

Rivolge infine un appello a organizzare ogni tipo di pressione, nelle piazze, nei luoghi di lavoro e di studio affinché ogni misura di austerità venga respinta e il governo tenga fede ai suoi impegni presi in campagna elettorale.

 da http://www.marxismo.net

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