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Chi licenzia è uno sciacallo

In questi giorni cominciano ad arrivare notizie di lavoratori licenziati in tronco da aziende che vogliono contabilizzare subito i costi del #coronavirus.

Diciamo subito che questo è un comportamento di rottura con qualsiasi dovere di solidarietà comune di fronte all’epidemia e chi lo compie è un vero sciacallo.

Le aziende devono mettere i dipendenti in cassa integrazione , che il governo è impegnato a concedere ovunque anche dove c’è un solo dipendente.

Inoltre è giusto che le imprese in difficoltà ricevano aiuti. Ma solo se non licenziano. Se invece buttano in mezzo alla strada le persone, allora quelle imprese devono essere trattate come avvelenatori sociali, non devono avere neanche un centesimo di aiuto e ricevere i più tassativi controlli di ispettori del lavoro, guardia di finanza, ispettori sanitari. Se un ‘azienda licenzia va denunciata alla Procura della Repubblica per procurato allarme e danno sociale.

Lo stato chiede sacrifici ed il rispetto della solidarietà sociale. Lo imponga alle imprese subito., ha tutti i mezzi per farlo e il governo la smetta di annunciare provvedimenti che poi rinvia. E Confindustria Confcommercio e compagnia prendano posizione invitando a non licenziare o tacciano per sempre.

Le imprese rispettino la Costituzione e l’umanità.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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3 Commenti


  • Stefano Petroncini

    Scusate, ma con le aziende lasciate completamente da sole, come fate a prendervela con i datori di lavoro?
    Cosa dovrebbe fare il datore di lavoro? Fare l’ammortizzatore sociale al posto dello Stato? In una società iperindividualista e, già poco solidale di suo?
    Le aziende si comportano come in una qualsiasi situazione di crisi. Non ho più il fatturato di prima, devo stringere la cinghia e chi finisce per primo nella morsa è il lavoratore dipendente.
    Il Governo si pavoneggia in televisione per aver adottato misure estreme, ma la realtà è che la gestione dell’emergenza, anche di quelle che saranno le future macerie sociali ed economiche, è sulle nostre spalle (lavoratori, imprenditori, medici, infermieri,…)
    Questa mattina, 09 marzo, nella zona arancione, da cui vi scrivo, siamo tutti al lavoro. Virus o non virus. Punto.
    Bisogna fatturare per pagare i fornitori, gli stipendi ecc…
    A parte le cifre sparate a caso, che peraltro devono essere messe a disposizione oggi, e non ad emergenze finita e/o per il rilancio (vero Di Maio?), in concreto di cosa stiamo parlando? Sterilizzazione dell’Iva? Sterilizzazione dei contributi? Di cosa?
    In una situazione che ci viene raccontata di emergenza, il Governo la gestice, con i fatti, come una situazione ordinaria.
    Volenti o nolenti, imprenditori sciacalli o meno, senza sostegno alle aziende crolla tutto.
    Un lavoratore dipendente.


    • Redazione Contropiano

      dovrebbero almeno evitare il chiagne e fotti


  • Stefano Petroncini

    Se stiamo parlando del fatto che gli imprenditori sono tutti liberisti fino a quando tutto va bene e keynesiani che pretendono l’intervento dello Stato quando la situazione scricchiola, mi trovo d’accordo, ma in questo caso specifico è lo Stato che non sta rispondendo adeguatamente. I provvedimenti che, giustamente, invocate nell’articolo, io non li vedo.
    Ed allora, realisticamente, non potete pretendere un cambio di paradigma a chi, come avete scritto su queste pagine tante volte, fa della macelleria sociale lo sport preferito degli ultimi anni.

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