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Epidemie detonatrici. Quali effetti per la società?

Il Coronavirus è arrivato come un evento di portata epocale stravolgendo le agende politiche dell’intero pianeta. Un “cigno nero” sta ridisegnando il futuro prossimo dell’intero pianeta?

Nella storia non è la prima volta che un agente microbiologico, apparentemente esogeno e naturale, favorito nel suo sviluppo e nell’effetto che provoca sulle comunità umane proprio dall’organizzazione e dal livello di sviluppo delle stesse società, diviene elemento di precipitazione di contraddizioni politiche economiche e sociali storicamente determinate.

Senza nessuna volontà né possibilità di costruire impossibili parallelismi storici con le epidemie del passato, una messa in luce di come già nel passato l’integrazione dei mercati e l’apertura di nuove vie commerciali favorirono lo svilupparsi di pandemie devastanti che accelerarono  trasformazioni e rotture politiche e sociali può essere utile nella comprensione di quale potrebbe essere la posta in gioco oggi.

Come la peste del 1300, esplosa a causa dell’apertura delle vie commerciali con l’Oriente, fu un fattore di enorme accelerazione per il superamento dell’età medievale, e le epidemie portate dagli europei furono la principale arma di distruzione di massa per la conquista di nuove risorse in Africa, Asia e Americhe, così oggi la pandemia di Covid-19 esce immediatamente dalla sua dimensione sanitaria per diventare un detonatore sociale, politico ed economico esplosivo su contraddizioni prodotte e mai sopite dell’attuale modello di sviluppo.

Già nel passato gli effetti immediati delle pandemie furono, come è facile prevedere nel presente, forti tensioni sociali, che in alcuni casi favorirono l’ascesa e il ribaltamento dei rapporti sociali tra classi in lotta per l’egemonia. Oggi, in assenza di soggettività organizzate adeguate delle classi subalterne, quello che emerge nella pandemia è uno scontro immediato tra diversi modelli economici, politici e sociali.

Le alternative al capitalismo imperialista di stampo occidentale, che non vede più l’egemonia Usa come elemento di garanzia e tenuta globale, stanno vivendo la loro rivalsa storica dopo ‘89. Cina, Vietnam, Cuba e tutti i paesi che attraverso vie proprie al socialismo, o perseguendo una politica di non allineamento al modello capitalista e imperialista occidentale, dimostrano di aver costruito sistemi estremamente più adeguati ad affrontare le sfide del nostro tempo.

Come far emergere la possibilità dell’“Alternativa” anche all’interno dei nostri paesi è un passaggio obbligato per ridare funzione e prospettiva a chi non ha rinunciato a lavorare per ricostruire una soggettività comunista nei paesi a capitalismo maturo.

Ne parliamo sabato 4, dalle ore 17:30, in diretta dalla pagina facebook di Contropiano.org e da quelle locali della Rete dei Comunisti.

Intervengono: Giorgo Gattei (Storico del pensiero economico), Gianmaria Brunazzi (Storico – Noi Restiamo) e Valter Lorenzi (Rete dei Comunisti).

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