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L’ingorgo neoliberista

In Francia più di 6 (sei) milioni di lavoratori si sono messi in coda per chiedere la cassa integrazione parziale. In Spagna i disoccupati in fila per un sussidio sono saliti al 13,2%. In Belgio, in coda, sono più di un milione.

I cittadini e le imprese aspettano di riempirsi le tasche di sussidi. Ma i sussidi non arrivano. Chi tiene il cordone della borsa non è disposto a mollare. Ma anche se arrivassero immediatamente, non risolverebbero per magia tutti i problemi.

L’economia è ferma, anche per ragioni che hanno a che fare con il Virus. Ma è ferma perché il progetto di un’economia in cui corre solo chi ha il motore più efficiente o più potente, corre solo chi ha meritato di arrivare a destinazione, è fallito.

Con una mossa disperata, i sostenitori di quel progetto credono che mettere denaro nuovo (fiat money) nelle tasche dei soggetti economici sia sufficiente per far ripartire l’economia. Che basti attivare il MES o caricare nel sistema una dose massiccia di CoronaBonds, affinché il sistema riparta e torni “come prima”, e ognuno si rimetta in moto e la corsa di tutti contro tutti riprenda.

Milioni di macchine, con il loro carico di domande di felicità, tutte diverse, sono dirette verso chi offre la promessa di un ristoro. Tutto fila liscio, anche in una fase di circolazione sostenuta. Questo è il libero mercato.

Le macchine agiscono come il denaro, avvicinano le domande alle offerte. Quando un incidente, anche lieve, blocca il traffico, l’arrivo tempestivo della polizia e del carro-attrezzi non ripristina immediatamente il traffico.

Le auto si sono accostate le une alle altre, riducendo al minimo la distanza. Nemmeno delle macchine più potenti, o sapere come azionare al meglio frizione e acceleratore, o conoscere alla perfezione cosa c’è dentro il cofano motore, ripristina il flusso regolare.

Anzi, più ciascuno crede di poter risolvere il problema da sé, perché ha una macchina più potente, perché sa meglio di altri come si fa in questi casi, più la situazione non si sbroglia.

Solo procedendo con disciplina e responsabilità, ad una velocità costante, senza strafare, ma senza tentennamenti, talvolta seguendo una vettura capofila, una gazzella della polizia, talvolta assumendosi la responsabilità di agire da capofila, si può sperare di raggiungere la meta.

Un motore più potente – una maggiore quantità di denaro messa nelle tasche delle persone – in queste circostanze non è sufficiente per raggiungere la destinazione sperata. C’è bisogno di una consapevolezza sociale.

Dall’ingorgo si esce soltanto se ci si pensa come un frammento di un tutto, parte di una collettività che si muove insieme. La realizzazione dei miei obiettivi non può prescindere dalla realizzazione di quelli di tutti gli altri.

Non si esce dall’ingorgo da soli. Non si esce con la solidarietà. Si esce con il socialismo.

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