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Tamponi privati: smentisco, nego, anzi un po’ confermo!

Sempre più la sanità privata si dimostra essere quel viscido inviluppo di interessi che specula sulla salute dei cittadini, vedendola non come un diritto e un bene della collettività, ma come fonte di guadagno. Dunque, anche la pandemia deve diventare un modo per far soldi.

In particolare, ci riferiamo alla scabrosa vicenda dei tamponi effettuati a pagamento da istituti e laboratori privati, che stanno speculando sulle carenze del sistema sanitario che provocano ansia e incertezza nei cittadini. i quali non possono fruire di tale esame se non in limitatissimi casi. Si dice, perché mancano i reagenti.

Ebbene, invece di reagenti almeno un po’ di disponibilità c’è, se ai primi di aprile alcuni laboratori privati di Prato hanno annunciato che presso di loro si sarebbe potuto ottenere il tampone a pagamento per 102 euro. L’iniziativa è stata immediatamente bloccata dalla regione Toscana.

In Lombardia invece, sembra sia stato il ben noto Ospedale San Raffaele, una delle colonne dell’”eccellenza” lombarda ormai dimostratasi una sommatoria d’incapacità, pessima organizzazione e malaffare, a tentare l’operazione.

Non si dimentichi che il San Raffaele fa parte dell’importante gruppo San Donato, un colosso della sanità privata di proprietà della famiglia Rotelli, con forti agganci politici, tanto che oggi è presieduto dall’ex ministro Angiolino Alfano. E che non manca di essere mediaticamente molto presente per attirare sottoscrizioni private, la più recente quella della coppia Ferragni-Fedez.

Alcuni giorni fa, il consigliere regionale Samuele Astuti ha denunciato che in Lombardia diversi laboratori e ospedali privati avevano iniziato a effettuare privatamente dei tamponi, e che presso il San Raffaele il test era effettuato al costo di 120 euro.

Il San Raffaele ha smentito, ma con parole che risultano inquietanti dichiarando di “non eseguire tamponi naso-faringei per Covid-19 a utenza esterna e a pagamento, bensì (…) esclusivamente ai pazienti, al personale sanitario proprio e di strutture sanitarie e socio sanitarie regionali, come indicato dalle delibere regionali. H San Raffaele Resnati, la società che gestisce alcuni poliambulatori in Milano legati al Irccs Ospedale San Raffaele, ha erogato il tampone per Covid-19 all’interno delle convenzioni di medicina del lavoro instaurate con alcune aziende per gli adempimenti del D.Lgs 81/08 e, eccezionalmente, a soggetti possibilmente portatori del virus Sars-Cov-2, e quindi possibilmente infettanti, e solo su richiesta specifica del medico di medicina generale o di altri medici specialisti“.

Tuttavia – conclude la nota – a seguito di un disguido amministrativo, uno dei poliambulatori della società H San Raffaele Resnati ha erogato a poche persone la prestazione, associando un codice errato. Queste persone sono già state contattate per il rimborso dovuto“.

Insomma, dal comunicato del San Raffaele emerge che qualche prestazione privata ad aziende e a singoli c’è stata, ma per questi ultimi si è trattato di un “errore in un codice”.

Forse saremo troppo sospettosi, ma non è che la procedura era stata avviata e poi, quando lo scandalo cominciava a montare, si è deciso di fermarla?

Rimane comunque la consegna a essere vigilanti sulle speculazioni, facili in questo momento. Siamo alla vigilia dell’applicazione dei test sierologici, più semplici dei tamponi, e abbiamo già visto in rete dei filmati che esaltano macchinette che, usate in cliniche private, danno il risultato in pochi secondi, come uno scontrino fiscale del panettiere. Per quale cifra non si sa.

Attenzione!

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