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Rompiamo il Silenzio: se il 4 maggio riparte Confindustria, riparte anche la lotta nelle piazze!

Con la giornata di oggi, annunciata ieri nei giornali e nei social (leggi qui), riparte la mobilitazione nelle piazze per rivendicare reddito, diritti e dignità, oggi ancora più dirimente per milioni e milioni di persone.

Contro le frasi facili di questo periodo, dello “siamo tutti nella stessa barca”, la Federazione del Sociale USB, assieme alla campagna giovanile Noi Restiamo e ai movimenti per l’abitare di diverse città in Italia, hanno ben sottolineato che se la barca è unica, ci sono sicuramente, come nel Titanic, i piani alti e i piani bassi.

E che come si va ripetendo da mesi, ora è il momento che chi tiene il timone di questa barca si occupi e preoccupi seriamente non solo delle imprese, ma anche dei migliaia di lavoratori, studenti, precari, discoccupati che – se prima della pandemia già non ridevano – oggi vivono in una condizione davvero insostenibile.  Perché oggi hanno non solo il problema dell’abitare (affitti esorbitanti, bollette da pagare, graduatorie per case popolari inesistenti), ma anche del reddito (precario prima, assente oggi, precario nel futuro), senza il quale sembra a volte venir meno il diritto all’esistenza stessa della persona.

La giornata di mobilitazione di oggi, giunta dopo un percorso di assemblee e mobilitazioni virtuali, e alla mobilitazione del 30 Aprile scorso (leggi qui), segna un punto ripresa del conflitto in questo Paese che oggi più che mai ha la necessità di cogliere l’occasione per ripartire nella giusta direzione, quella che tuteli i deboli e non i forti.

“Non vogliamo tornare alla normalità se quella normalità era sfruttamento e classismo”, dice al megafono Federico Fornasari, della FdS -USB, denunciando che c’è chi, da questo governo, ha ricevuto SOLO 600 euro dal governo per sopravvivere, e quelli che non hanno ricevuto proprio niente.

Non si può parlare di reddito di emergenza perché il problema per moltissimi c’era già, il virus lo ha solo portato alle estreme conseguenze”.

Oggi in Italia, da Milano a Roma, passando per Bologna, Livorno, Napoli e molte altre città, ci sono stati presidi “in sicurezza” sotto le prefetture, per rompere il silenzio che le istituzioni stanno ponendo rispetto al continuo rimando delle misure di sostegno al reddito del Governo, rispetto a tutti quei precari e a quell’enorme esercito di riserva composto da giovani, precari e disoccupati nel nostro paese, e chiedere sostegno al reddito e stop degli affitti.

Per rivendicare il blocco degli affitti subito, con la messa a disposizione oggi delle risorse economiche oggi investite per i palazzinari, investimento su welfare molto di prima, revisione della normativa del lavoro a tutela dei lavoratori non di Confindustria, e una patrimoniale che redistribuisca la ricchezza a chi non ce l’ha, e che non prenda in giro sempre i più deboli.

Al termine dei presidi, in tutte le città universitarie, una lettera è stata consegnata nei diversi Rettorati ancora semichiusi, perché anche le università mettano in atto delle misure serie per il sostegno al diritto allo studio di migliaia di studenti e precari della ricerca:

Abolizione di tutte le rate dell’anno accademico in corso e del prossimo,

eliminazione di ogni differenziazione per i fuori corso,

monetizzazione dei servizi attualmente non erogabili all’interno della borsa di studio,

abolizione dei criteri di merito per le borse di studio del prossimo anno accademico con valutazione solo del reddito attraverso l’ISEE 2020 o l’ISEE corrente 2020,

prolungamento della carriera universitaria di almeno un semestre senza aumento delle tasse,

agevolazioni per la didattica a distanza con messa a disposizione gratuita dei libri di testo in formato pdf,

disposizione gratuita dei testi online delle biblioteche universitarie,

eliminazione di tutti i test di ingresso alle università,

attivazione di corsi di recupero per gli studenti del primo anno di laurea di triennale,

blocco del pagamento di affitti e bollette,

aumento delle residenze universitarie pubbliche, stabilizzazione di prezzi calmierati per gli alloggi nelle città,

blocco del pagamento residenze universitarie e dell’espulsione dei beneficiari,

retribuzione completa di tutti i contratti di collaborazione a tempo parziale interrotti,

retribuzione dei tirocini curriculari,

proroga delle scadenze e della retribuzione per dottorandi, assegnisti e precari della ricerca,

stabilizzazione di tutti i precari della ricerca.

Le foto che seguono sono del presidio di Roma, realizzate da Patrizia Cortellessa

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1 Commento


  • E Sem

    Dare dignita’ al lavoro dovrebbe essere il primo obbiettivo. In questo momento lasciare la gestione dei lavori considerati ingiustamente umili in mano alla criminalita’ organizzata ed ai evasori di mestiere si diventa complici. Studiare e lavorare. Studiare, lavorare, combattere per un lavoro senza intermediari e mal pagato. Gli universitari come in passato dovrebbero cominciare a sporcarsi le mani, mescolandosi ai lavoratori, diventare promotori delle lotte dei braccianti, degli ultimi, degli invisibili. Rifiutiamo le elemosine di stato, cominciamo a guadagnare il denaro faticando e lottando. Altrimenti lottare rimane un passatempo sterile per momentaneamente annoiati.

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