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Covid 19. Più morti in Gran Bretagna che in Italia. Studio mette in guardia sulle riaperture

La Gran Bretagna ha superato l’Italia per numero di vittime ufficiali del  Covid 19. Il totale dei morti per coronavirus in Gran Bretagna è salito a 29.427, mentre in Italia, il bilancio ieri si è “fermato a 29.315. In realtà il bilancio britannico risulta essere ancora più pesante se si includono le persone decedute nelle case di riposo, che vengono conteggiate direttamente dall’anagrafe con vari giorni di ritardo: il dato complessivo è di oltre 32mila vittime. In testa a questo triste bilancio rimangono però gli Stati Uniti con quasi 70mila vittime.

Ma è proprio dalla Gran Bretagna che arriva un allarme sull’Italia per le riaperture di molte attività e la mobilità consentite da lunedi 4 maggio.

Anche un ritorno al 20% dei livelli di mobilità precedenti al lockdown appena terminato potrebbe causare un deciso aumento dei decessi da coronavirus in Italia, che per alcune regioni sarebbe maggiore dell’ondata pandemica che si sta concludendo: è quanto afferma uno studio dell’Imperial College di Londra pubblicato lunedi, all’inizio della fase 2 nel nostro Paese.

In particolare lo studio prende in esame le sette regioni più colpite dalla pandemia (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Toscana) e ipotizza tre scenari a otto settimane: mobilità invariata rispetto alla fase di lockdown, aumento rispettivamente del 20% e del 40%.

“Simulando le future 8 settimane, stimiamo che, se la mobilità resta invariata, ci sarà una continua riduzione nei morti e l’epidemia verrà soppressa. Al contrario, un ripristino della mobilità al 20% o 40% dei livelli pre-quarantena può portare ad una ripresa dell’epidemia con più decessi dell’ondata attuale in assenza di ulteriori interventi” scrivono i ricercatori londinesi. Nel dettaglio, nello scenario con una crescita della mobilità del 20% la stima è di un aumento dei decessi tra 3.700 e 5.000, e nello scenario al 40% il numero totale di decessi potrebbe aumentare tra 10.000 e 23.000.

Tutto ciò però senza tenere conto delle misure di distanziamento sociale e l’obbligo di mascherina che accompagnano la ripresa della circolazione delle persone. Il rapporto costi-benefici tra i nuovi interventi e il rilassamento delle misure di lockdown “non è noto, e dipende dall’efficacia di questa nuova serie di interventi, dal comportamento, dall’adesione alle raccomandazioni e dal corretto uso dei dispositivi di protezione individuale”. “Siccome interventi come l’analisi virologica su larga scala, il tracciamento di contatti e il distanziamento sociale verranno implementati, le nostre stime possono essere considerate pessimistiche. D’altra parte, però, simulare un aumento del 20% e 40% della mobilità nelle prossime 8 settimane è probabilmente uno scenario prudente”.

Lo studio dell’Imperial College nota come il rapporto di infettività sia effettivamente inferiore a uno in tutte le regioni, ma sottolinea anche come “nonostante l’alto numero di decessi, la percentuale della popolazione che è stata infettata da SARS-CoV-2 (il tasso d’attacco) è lontana dalla soglia dell’immunità di gregge in tutte le regioni italiane, con il più alto tasso d’attacco osservato in Lombardia

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