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Aumenti dei prezzi durante l‘emergenza sanitaria. Indaga l’Antitrust

Sui rincari di beni alimentari e detergenti durante l’emergenza coronavirus, è stata avviata una indagine dell’Authority Antitrust.  

L’authority ha inviato richieste di informazioni a numerosi aziende della grande distribuzione “per acquisire dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e dei prezzi di acquisto all’ingrosso di generi alimentari di prima necessità, detergenti, disinfettanti e guanti, per individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria a base dell’aumento di tali prezzi”.

Le richieste di informazioni riguardano oltre 3.800 punti vendita, soprattutto nell’Italia centrale e meridionale, pari a circa l’85% del totale censito da Nielsen nelle province interessate.

Dalle analisi preliminari svolte sui dati Istat, secondo l’Antitrust “sono emersi a marzo, per i prodotti alimentari, aumenti dei prezzi rispetto a quelli correnti nei mesi precedenti differenziati a livello provinciale. I maggiori aumenti si riscontrano in aree non interessate da ‘zone rosse’ o da misure rafforzate di contenimento della mobilità”.

L’Antitrust si è dovuta mettere all’opera sulla base di segnalazioni che indicavano un aumento dei prezzi nelle settimane di piena emergenza coronavirus e che molti di noi hanno potuto verificare sulla base di dati empirici.

Se prima due borse di spesa al supermercato si portavano via un pò più di cinquanta euro, in questo periodo ne abbiamo lasciato alle casse almeno una settantina per un paniere di prodotti simile a quello dei mesi precedenti. Una verifica analoga è registrabile anche nella spesa nei mercati rionali per i prodotti freschi ortofrutticoli. E non ci si venga a parlare di “percezione”, perchè il dato è facilmente rilevabile dagli effetti concreti sui portafogli delle famiglie.

I principali destinatari delle richieste di informazioni sono: Carrefour Italia, MD, Lidl, Eurospin, F.lli Arena, alcune cooperative Conad (Conad Sicilia, Conad Nord-Ovest, PAC 2000, Conad Adriatico, nonché Margherita Distribuzione), alcune cooperative e master franchisor Coop (Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia, Coop Liguria, Novacoop, Coop Alleanza 3.0, Tatò Paride), diversi Ce.Di. aderenti a SISA (per esempio SISA Sicilia), SIGMA (per esempio Ce.Di. Sigma Campania) e CRAI (per esempio CRAI Regina).

L’Antitrust “ha ritenuto di non poter escludere che tali maggiori aumenti siano dovuti anche a fenomeni speculativi.

Infatti, non tutti gli aumenti osservati appaiono immediatamente riconducibili a motivazioni di ordine strutturale, come il maggior peso degli acquisti nei negozi di vicinato, la minore concorrenza tra punti vendita a causa delle limitazioni alla mobilità dei consumatori, le tensioni a livello di offerta causate dal forte aumento della domanda di alcuni beni durante il lockdown e dalle limitazioni alla produzione e ai trasporti indotte dalle misure di contenimento dell’epidemia”.

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