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Una ministra che non cambia idea… o forse sì

Dopo la conferenza stampa di sabato mattina, 16 maggio, mi sono chiesto se fosse il caso di scrivere un articolo, visto che la notizia sembrava non esserci. Infatti, la ministra Azzolina ha dichiarato di “non avere cambiato idea” rispetto alle sue precedenti prese di posizione, in particolare sugli esami di maturità in presenza.

Invece, qualche notizia c’è. La più importante, anche se sottotraccia, è il totale rientro della ministra nel perimetro della legge 107, la cosiddetta “buona scuola” di Renzi-Giannini.

Nella sua conferenza stampa la ministra Azzolina ha più volte citato la legge 107, sia a proposito dell’importanza che nel colloquio per la maturità siano valorizzati i “Percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento” – già detti scuola-lavoro – sia per la valutazione nella scuola primaria.

Tutto ciò dall’esponente di un partito che un paio d’anni fa aveva battuto l’Italia chiedendo voti per l’abolizione della legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” (e per la verità anche del jobs act).

Sulla questione della valutazione di fine anno nella scuola primaria si è espresso il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.(CSPI) chiedendo che a fine anno si derogasse dall’uso dei voti numerici, Relativamente alla valutazione degli alunni della scuola primaria, tenuto conto che la situazione emergenziale ha particolarmente penalizzato l’apprendimento degli alunni per i quali l’interazione in presenza con i docenti di classe costituisce un elemento determinante nei processi di apprendimento, in misura maggiore di quanto non lo sia negli altri gradi di scuola, si ritiene che nell’ordinanza possa essere previsto che la valutazione finale degli apprendimenti sia espressa attraverso un giudizio riportato nel documento di valutazione, tenuto conto della possibilità di derogare all’art, 2, comma 2, del d.lvo 62/2017 che dispone nel primo ciclo l’attribuzione della votazione espressa in decimi”.

Fatto salvo che la valutazione numerica nella scuola dell’obbligo è comunque contestata da molti insegnanti, tanto che il Movimento di Cooperazione Educativa ha chiesto da anni la sua abolizione almeno per il settore primario, il parere del CSPI appare, in una situazione d’emergenza, ancor più ragionevole.

A una domanda posta da una giornalista, la ministra ha però risposto evasivamente, dicendo che si tratta di decisioni da meditare, da non prendere affrettatamente, facendo riferimento proprio alle legge 107.

La ministra Azzolina dimostra un’affezione particolare per la valutazione, vera ossessione della scuola-azienda e mentre dichiara che “non si deve lasciare indietro nessuno”, afferma che le insufficienze nella valutazione di fine anno ci saranno e dovranno essere recuperate il prossimo anno.

E’ evidente che il prossimo anno si dovranno fare attività di recupero, ma per tutti, poiché una scuola vera, da fine febbraio, non c’è stata, e la didattica a distanza è stata penalizzante per qualunque allievo, anche se soprattutto per quelli economicamente, socialmente e psicologicamente svantaggiati. Mi chiedo come si possa quindi pensare a valutazioni con insufficienze.

Quanto a come la ripresa di settembre potrà essere effettuata, la ministra è nella nebbia totale, cosa spiegabile con l’incapacità di tutto il governo, nel suo complesso, di dominare la situazione sanitaria.

Tuttavia è grave che la ministra dichiari che molte delle decisioni saranno decentrate e lasciate addirittura ai singoli istituti “in rispetto dell’autonomia”, anche avvalendosi della collaborazione degli stakeholder (?).

Nella pratica, questo significa scaricare sui singoli dirigenti scolastici responsabilità enormi senza dare loro indicazioni chiare e definite.

Infine, è stata piuttosto grottesca la presenza, a fianco della ministra, del dott. Miozzo, membro del Comitato tecnico scientifico del Ministero. Il dott. Miozzo, ovviamente non in giacca e cravatta ma in sobria felpa, come tutti i funzionari della Protezione Civile, a significare che saltano su e giù dagli elicotteri per salvarci (magari lo facessero davvero), ha rassicurato tutti dicendo che la maturità si svolgerà in sicurezza, che gli studenti saranno accompagnati da casa a scuola, che potranno presentarsi anche con una mascherina “fatta in casa” (quindi, ci dicono i medici, del tutto inutile).

Ma da chi saranno accompagnati non si sa. Il tutto per “salvare un momento indimenticabile della loro vita”, cioè la maturità. Fatta con le mascherine, seguendo percorsi tracciati in scuole semideserte, con il rischio del contagio, senza avere accanto i propri compagni. Sarà di certo un momento indimenticabile, ma in negativo. Quindi sarebbe stato forse meglio trovare soluzioni egualmente frustanti per i giovani maturandi ma almeno più sicure.

Naturalmente, nemmeno una parola per gli insegnanti e il personale scolastico non docente, tra cui molti anziani, che dovranno esporsi al rischio di contagio in questi esami comunque improbabili.

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3 Commenti


  • Mario Bianchi

    La visione corta di nani che guardano all’immediato, senza nessunissima (neppure vaga) idea di paese-futuro. Una situazione emergenziale inedita, per lo meno dal dopoguerra, gestita da personaggetti che somigliano a grigi amministratori di condominio. Penso che quando i 5stelle evaporeranno (finalmente e meritatamente) dall’agone politico, non solo non ne sentiremo la mancanza, ma ci sentiremo pure più sollevati. Se solo esistesse una sinistra vera…


  • Francesco Cirelli

    Si chieda per quali motivi non esiste in Italia una Sinistra vera. O, per essere più precisi, per quale motivo non trova rappresentanza. In ogni caso, sulla questione della valutazione nella scuola, il modello educativo a cui aspirare dovrebbe essere
    semmai quello adottato nell’ex URSS, non quello d’ispirazione fricchettona del “va bene tutto”.


  • Giovanni Paiano

    Caro Francesco, mi hai fatto ridere di gusto quando ho letto la frase conclusiva del tuo commento. Il discorso sulla valutazione è complesso e non può esser superficialmente risolto in una battuta. Certo da anni in Italia ce la meniamo su voti/numerici/giudizi, ma a mio avviso è un falso problema. Mi verrebbe da idre che un numero di solito è chiaro, un giudizio di norma si risolve in un oscuro puppone. Comunque la questione, invece, è un po’ quella che con una certa brutalità poni tu e che io riferisco alla pratica invalsa ormai da anni di offrire allo studente pressoché infinite possibilità di recupero (prescindiamo da quel che accadrà quest’anno, segnato da questa catastrofe della pandemia per cui la promozione alla classe successiva mi pare essere l’unica scelta giusta): il recupero infinito è totalmente diseducativo, perché non responsabilizza mai lo studente e per giunta lo abitua a una realtà che al di fuori della scuola – dove gli cammineranno sulla faccia e lo tratteranno da schiavo – non esiste proprio. Risultato: un giovane che non ha acquisito senso di responsabilità, non è in grado di essere autonomo perché è stato trattato come se avesse 5 anni fino a 19 e rotti, ignorante, pronto a farsi sfruttare da chiunque senza nemmeno capire che quel che gli succede è profondamente ingiusto. Ciao, Gianni (insegnante) P.S. solo una cosa – non credo che i fricchettoni c’entrino qualcosa. ahahahahah

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