Qualcuno, leggendo il titolo, si chiederà che c’entra l’Irap con la sanità? C’entra eccome! L’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) insieme all’Irpef è la voce principale di finanziamento della sanità a livello regionale.
Il decreto “ripresa”o “rilancio” qualsivoglia, nell’articolo 27 stabilisce di proseguire con il non pagamento dell’Irap a tutto giugno 2020. Non si tratta di un semplice rinvio o sospensione, ma di una cancellazione vera e propria del versamento. Quindi viene spontanea la domanda: ma il buco che si apre a livello di bilancio regionale chi lo copre? Come si sostiene la quota di finanziamento della sanità?
La risposta si può trovare sull’articolo del Sole 24 ore di domenica 10 maggio 2020.
E’ da tempo che Confindustria – e con lei tutto il codazzo delle varie associazioni di “professionisti” – sta battendo il tasto dell’abolizione dell’Irap e adesso con l’emergenza Covid ne chiedono il definitivo colpo di spugna. Oggi L’Irap vale circa 25 miliardi e, certo, si pone il problema di come compensare questa perdita di gettito, ma “più avanti ci sarà tempo e modo e occasione per valutare come coprire il buco”.
Però intanto si accenna ad una possibile soluzione e cioè che la “riforma” dell’Irap potrebbe passare ritoccando e riscrivendo le ALIQUOTE DELL’ADDIZIONALE REGIONALE DELL’IRPEF!
Abbiamo detto che l’ Irap vale 25 miliardi e finanzia la spesa sanitaria regionale , e a quanto ammonta il prestito del Mes dal fondo Salva Stati per la sanità? 36 miliardi. Ecco quindi trovata la soluzione della copertura finanziaria – come afferma il presidente dell’Abi, cioè le banche – per coprire il fabbisogno derivante dall’abolizione dell’Irap. Con buona pace dell’emergenza sanitaria!
Intanto le imprese con il decreto “rilancio” incassano una grande quantità di risorse a fondo perduto come chiedevano insistentemente e sulla sanità non ci sarà nessun cambiamento di rotta come richiesto in questi mesi da più parti, ma si prospetta una continuità con le scelte degli ultimi trenta anni – regionalizzazione, aziendalizzazione, privatizzazioni, esternalizzazioni e precarietà.
Il 20 maggio giornata della disobbedienza: rilanciamo i diritti!
A Roma MANIFESTAZIONE ore 11.00 in Piazza Montecitorio.
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