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Camici, mascherine e pannolini: altri pasticci in Lombardia

Secondo Il fatto quotidiano, che anticipa la trasmissione televisiva Report che andrà in onda lunedì 8 giugno, nel pieno della crisi sanitaria, a metà del mese di aprile, Aria, l’agenzia regionale pubblica per gli acquisti della regione Lombardia avrebbe comperato senza bando di concorso una fornitura di camici e calzari igienici per i medici dalla ditta Dama, per un totale di 513.000 euro.

Il problema è che la ditta Dama, proprietaria tra l’altro del marchio di abbigliamento Paul & Shark, risulta essere per il 90% di proprietà, attraverso una consociata (quasi ovviamente) svizzera, di Andrea Dini, cognato del presidente della Lombardia Attilio Fontana. Il restante 10% è di proprietà di Roberta Dini, moglie dello stesso Fontana. Un fatto che può suscitare evidenti sospetti di clientelismo.

Per dovere d’informazione, riportiamo che la stessa ditta ha dichiarato che in realtà quella fornitura sarebbe stata una donazione, e che solo per errore di un dipendente e in assenza dell’amministratore Andrea Dini, sarebbe stata fatturata alla Regione. La fatturazione sarebbe stata in seguito stornata. Seguono querele da parte di Fontana e conseguenze giudiziarie prossime.

Si tratta evidentemente di una situazione su cui è necessario sia fatta chiarezza, come su altre operazioni condotte in questi mesi dall’Aria.

Un esempio clamoroso è l’ordine di 18.000.000 di mascherine ordinate alla ditta di pannolini Fippi di Rho, per un totale di oltre 8.000.000 di euro, e poi rimaste quasi tutte in magazzino perché rivelatesi inadatte a proteggere dal Covid-19.

La questione delle mascherine era stata oggetto di uno dei tragicomici show televisivi dell’assessore Gallera che, mostrando una mascherina arrivata da Roma, l’aveva definita “carta igienica” dicendo che l’industria lombarda avrebbe saputo produrne di migliori. Constatiamo come è andata.

Desta sospetti anche l’assegnazione dei test sierologici alla Diasorin, che chiede 3€ a persona, quando altre imprese propongono prezzi inferiori.

Al momento non possiamo sapere se emergeranno elementi di atti illeciti in questi acquisti, ma è certo che comunque essi testimoniano gli infiniti pasticci e quindi l’inefficienza della giunta lombarda e delle sua agenzie.

Speriamo che la Commissione d’inchiesta istituita presso il Consiglio regionale della Lombardia abbia il coraggio e la capacità di andare a fondo di queste vicende, ora che la presidente di comodo eletta con i voti della maggioranza di destra, la renziana Patrizia Bassi, ha presentato le dimissioni. Un gesto che è stato approvato anche da Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva e dallo stesso Renzi, preoccupati dalla troppo evidente collusione con la Lega.

Ricordiamo che Patrizia Baffi era stata eletta presidente di tale commissione nella stessa mattinata in cui i senatori di Italia Viva salvavano Matteo Salvini dall’incriminazione per il caso Open Arms.

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