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Covid 19. Meno contagi? No meno tamponi, soprattutto dove servirebbero

E’ tornata a picchiare duro la Fondazione Gimbe sulla gestione della pandemia di Covid 19 in questi giorni in cui molti fanno a gara per ridurne la gravità e le conseguenze.

“Nella settimana 4-10 giugno, il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE – afferma il Presidente Nino Cartabellotta – conferma sia la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, sia l’ulteriore rallentamento dei contagi e, in misura minore, dei decessi”.

Nel rimarcare l’affidabilità e le tempestività dei dati che provengono dagli ospedali, legati a flussi standard trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute, la Fondazione GIMBE rileva che:

  • il numero dei deceduti rimane ancora elevato per due ragioni: innanzitutto, il decesso può essere relativo a contagi non recenti; in secondo luogo, come dimostrato anche dal recente report ISTAT-ISS, la sottostima dei decessi è un fenomeno che si è progressivamente ridotto sino, verosimilmente, ad azzerarsi;
  • il numero dei nuovi casi rimane un indicatore dipendente dal numero di tamponi diagnostici eseguiti.

E questo secondo aspetto è quello che rimane decisamente più sconcertante e contraddittorio. “Rispetto a quest’ultimo punto – spiega il prof. Cartabellotta – abbiamo valutato il trend dei tamponi totali e di quelli diagnostici effettuati a partire dal 23 aprile, ed esaminato l’attitudine delle Regioni all’esecuzione dei tamponi diagnostici nelle ultime due settimane”.

Trend tamponi (figura 1). Esaminando il periodo 23 aprile-10 giugno, il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). Il trend dei tamponi diagnostici è crollato del 20,7% in prossimità delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno. Nell’ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%).

Trend regionali tamponi diagnostici. L’incremento complessivo del 4,6% (+9.431) nella settimana 4-10 giugno, rispetto a quella precedente, non è il risultato di comportamenti omogenei su tutto il territorio nazionale: infatti, mentre 12 Regioni e Province Autonome fanno registrare un incremento assoluto dei tamponi diagnostici, nelle rimanenti 9 si attesta una ulteriore riduzione (figura 2).

La conclusione a cui giunge la Fondazione Gimbe è la stessa alla quale stanno arrivando tutti coloro che da tempo segnalano come il numero dei contagi rilevati dipenda da quello dei tamponi effettuati. Meno tamponi si fanno e meno contagiati si rilevano…. e si dichiarano.

“Da queste analisi emergono tre ragionevoli certezze” sottolinea la Fondazione Gimbe, “innanzitutto il numero dei tamponi diagnostici, finalizzati all’identificazione di nuovi casi, è calato drasticamente alla vigilia delle due riaperture del Paese del 4 maggio e del 3 giugno; in secondo luogo, dopo il crollo nella settimana 28 maggio-3 giugno, complice la doppia festività, nell’ultima settimana poco più della metà delle Regioni hanno aumentato il numero dei tamponi diagnostici rispetto alla precedente; infine, proprio le Regioni con una circolazione del virus ancora sostenuta nell’ultima settimana hanno ulteriormente ridotto i tamponi diagnostici invece di potenziarli”.

«L’attività di testing – conclude Cartabellotta – finalizzata all’identificazione dei nuovi casi, alla tracciatura dei contatti e a loro isolamento continua a non essere una priorità per molte Regioni: purtroppo, nella gestione di questa fase dell’epidemia, in particolare dove la diffusione del virus non sembra dare tregua, la strategia delle 3T non è adeguata».

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