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Prima gli italiani? No, prima la Svizzera…

Abbiamo appreso, con l’inchiesta sulla fornitura di camici in Lombardia, che il padrone dell’azienda coinvolta sarebbe destinatario a sua insaputa di un bonifico di suo cognato, il presidente regionale Fontana.

Il quale avrebbe in Svizzera un conto di 5,3 milioni euro “scudati” dalle Bahamas, cioé fiscalmente condonati.

Come tutti sanno questa è la condizione normale degli operai, dei lavoratori autonomi, dei pensionati, in particolare nella regione più ricca del paese.

Chi di noi non ha un conto di qualche milioncino in una banca Svizzera, che un sapiente e lautamente ricompensato esperto fiscale abbia protetto legalmente, grazie alle misure di comodo prese dai governi?

Non sappiamo come finirà l’inchiesta della magistratura, ma una sentenza c’è già.

Presentare la Lega di Salvini come “partito del popolo” ha la stessa limpidezza di uno scudo fiscale.

Altro che contrastare la globalizzazione! Questi pseudo-sovranisti ne godono i peggiori privilegi per ricchi…

Altro che “prima gli italiani”… No, no, prima la Svizzera.

La Lega ti frega.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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1 Commento


  • Gianni Sartori

    ALTRI RIFUGIATI CURDI ESPULSI DALLA SVIZZERA

    Gianni Sartori

    Sempre profetiche – purtroppo – le parole di Pietro Gori in Addio Lugano bella: “Elvezia il tuo governo etc. etc.”

    Dopo quelle dalla Germania, Francia, Serbia, Armenia, Svezia…ancora espulsioni di rifugiati curdi dalla Svizzera. Un’intera famiglia di profughi scappati dal campo di Makhmour (in Basur, il Kurdistan entro i confini iracheni) è stata deportata in Croazia dove – stando a quanto dichiarato dall’agenzia Rojnews – avrebbero subito maltrattamenti se non di peggio.

    Pare che l’espulsione (documentata con un vidéo realizzato dai parenti della famiglia Kilim), avvenuta tra le grida della madre, Viyan Kilim, le proteste del padre, Mehmet Nuri Kilim, i singhiozzi dei tre bambini (Avesta, Dunya e Adem), sia stata giustificata per una questione di impronte digitali. Dal campo profughi erano fuggiti per timore delle violenze jihadiste e dei bombardamenti turchi (le operazioni dell’esercito di Ankara nel nord Iraq proseguono ormai da oltre un anno, ininterrotte, anche dopo il terremoto).

    Quanto alle minacce di espulsione dalla Svizzera per i rifugiati curdi, l’ultimo caso (o almeno quello di mia conoscenza) era stato quello di Tawar, militante curda aderente a Lawan (organizzazione giovanile del Partito democratico del Kurdistan-Iran) in Svizzera da oltre sei anni. Nel novembre dell’anno scorso veniva convocata dalle autorità elvetiche per informarla che la sua domanda d’asilo era stata rigettata per cui avrebbe dovuto lasciare il Paese. In passato Tawar faceva parte del gruppo di curdi uccisi dai missili iraniani nel settembre 2018 nella sede del PDK-I di Koya (la città dove Tawar abitava prima di espatriare).

    Gianni Sartori

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