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Quattro ore di multa alla postina che chiedeva di fare pipì

Delia Fratucelli è un’amica ed una compagna, con la quale ho condiviso molte battaglie per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e perché il sindacato questi diritti li faccia rispettare.

Con qualche giorno di ritardo ho appreso dell’arbitraria, offensiva punizione che le ha inflitto la direzione delle Poste di Torino.

Delia è una postina che a sessant’anni fa ancora il suo lavoro per le vie del capoluogo piemontese, con rigore e coscienza. Durante il blocco per la pandemia i postini come Delia hanno continuato a svolgere il loro servizio nelle città deserte anche se – come tanti altri lavoratori che magari non erano in prima linea, ma che comunque hanno contribuito a salvare il paese rischiando la vita – sono stati ignorati.

Leggiamo le sue parole, dal sito dell’area dell’opposizione CGIL ove Delia milita:

Non è stato facile lavorare durante il lockdown, le strade di Torino erano deserte e la tensione palpabile, mascherina, guanti, gel igienizzante, mantenere le distanze rendevano il recapito più complicato. Io e i miei colleghi lo abbiamo fatto, consapevoli che erano altre le categorie costrette a rischi e ritmi di lavoro atroci.

Noi non eravamo eroi, non avevamo l’aureola; siamo un servizio indispensabile, ma socialmente irrilevante, e anche se come postali abbiamo pagato un doloroso prezzo d’infortuni e decessi per COVID 19, ci siamo salvati dalla pubblica retorica narcolettica di eroi del lavoro.

Recapitare in quartieri urbani, dove tutto era chiuso, bar scuole, uffici… ha da subito evidenziato la difficoltà di non poter disporre di servizi igienici pubblici. Il problema era molto più pressante per le postine, molti colleghi risolvevano “marcando il territorio”….

Per i maschi fare la pipì per strada, specie se la via è deserta per pandemia, è più semplice, per le lavoratrici è più complesso e Delia ci ricorda le lotte delle mondine per non dover espletare i bisogni fisiologici sotto gli occhi dei caporali.

Per fortuna durante il lockdown era sospeso nelle Poste Italiane l’obbligo di straordinario in sostituzione dei colleghi assenti, che allunga pesantemente l’orario di lavoro di un postino.

Il 18 maggio però quest’obbligo è stato ripristinato con la riapertura nazionale decisa dal governo e le Poste hanno subito chiesto a Delia di allungare la giornata di lavoro. Solo che a Torino, dove il contagio era più grave come in tutto il Nord, la Regione aveva procrastinato i tempi della riapertura di bar e servizi.

Delia avrebbe quindi dovuto girare in una città ancora chiusa per un tempo molto più lungo, senza un luogo ove all’occorrenza poter fare pipì con pulizia e dignità. Così Delia ha fatto presente alla direzione delle Poste come in quelle condizioni fosse impossibile allungare l’orario di lavoro.

Dopo un po’ di tempo, quando il lockdown era davvero finito e aveva ripreso la normale attività, straordinari obbligatori compresi, Delia Fratucelli si è vista comminare una multa di quattro ore per rifiuto di prestazione aggiuntiva.

Delia ha allora deciso di non lasciare cadere questa offesa alla dignità della donna e della lavoratrice e di portare le Poste in tribunale. Ha fatto benissimo e dobbiamo darci da fare per sostenerla.

Perché nel mondo del lavoro si torna all’attività piena con più ferocia e autoritarismo di prima. Perché le donne che lavorano vengono ancora di più offese e colpite. Perché ci sono mascalzoni che per conto di Confindustria fanno campagne contro i lavoratori fannulloni.

Perché fare la postina per strada a 60 anni dovrebbero provarlo la Fornero e chi sta con lei.

Perché bisogna non rassegnarsi alla terribile condizione attuale del mondo del lavoro e lottare e Delia è da una vita che lotta e l’azienda è proprio cascata male con lei.

Un grande abbraccio e un grazie all’amica e compagna Delia Fratucelli, che come sempre non ha scelto il quieto vivere, non si è accomodata ad aggiustamenti sottobanco, ma ha deciso di portare Poste Italiane al tribunale della legge e a quello della vergogna.

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5 Commenti


  • Oscar Valdi

    Ha fatto benissimo a fare causa . I bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici vengono spesso ignorati . E sono così infingardi da militare chi giustamente protests


  • Giacomina Giallombardo

    Tutta la mia solidarietà a questa donna coraggiosa, so cosa significa avere subito una grande ingiustizia nell’ambito lavorativo, quando nel 98 sono stata licenziata per eccesso di zelo. Non ti arrendere combatti con le unghie e con i denti, per uscirne vittoriosa. Tanti auguri e un abbraccio virtuale.


  • Luigi

    Brava Delia, hai coraggio e spero che il giudice ti dia ragione


  • Maria Grazia

    Sii forte ricorda sempre che chi lha dura la vince la Vittoria e sempre dalla parte della ragione anch’io ho trascinato poste in tribunale ho 3 sansioni e una l’ho vinta aspetto le altre due vai avanti e forte come un treno , una cosa voglio dirti non scendere a compromessi con poste perché lo faranno tu non ti girare mai indietro vai avanti


  • Giacomo

    Brava collega scrivi la sentenza e i nomi di chi ti ha punito

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