Ieri davanti a Montecitorio si è svolta la manifestazione a sostegno della petizione nazionale che chiede il ripristino del Servizio Sanitario Nazionale e la fine dello smantellamento/privatizzazione della sanità nel nostro paese.
Il coordinamento unitario delle forze della sinistra alternativa che ha promosso la petizione, ha ritenuto di dover chiamare un momento di piazza davanti al Parlamento perché si ha la netta sensazione che sulla sanità le cose stiano ricominciando ad andare esattamente come prima, senza rimettere radicalmente in discussione le scelte che hanno portato al collasso la sanità pubblica ben prima della pandemia di Covid 19. Non solo. Non si profila all’orizzonte una inversione di tendenza rispetto ai 37 miliardi di tagli che si sono abbattuti sulla sanità negli ultimi anni.
La petizione nazionale intende essere un momento di mobilitazione centrale e locale che consenta di stare con il fiato sul collo sia al governo che ai governatori delle regioni, responsabili del sistematico smantellamento e privatizzazione della sanità pubblica. Se qualcuno pensa che tutto possa tornare come prima è dovere impedirlo, per non fare fare finta che nulla sia accaduto.
Davanti a Montecitorio si sono alternati gli interventi dei rappresentanti delle varie organizzazioni promotrici confermando il comune impegno per una sanità pubblica, laica, gratuita, universale. Particolare attenzione hanno riscontrato gli interventi di chi, come medico, durante l’emergenza Covid ha agito in prima linea contro la pandemia.
Qui di seguito il testo della petizione nazionale:
Lo sviluppo della pandemia di coronavirus, la sua aggressività, è anche il frutto amaro della devastazione della natura, della perdita della biodiversità delle specie, della distruzione dell’habitat delle specie selvatiche, della deforestazione, dell’inquinamento dell’ambiente, dei mari e dell’aria e dei cambiamenti climatici causati dal capitalismo e dall’imperialismo.
L’Italia del 2020 che ha affrontato il virus pandemico è un’Italia fiaccata da decenni di tagli, privatizzazioni, riduzione di ospedali e di posti letto, smembramento della medicina territoriale, indebolimento delle cure intermedie, domiciliari e della rete di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta.
Un’Italia che ha tagliato costantemente il personale sanitario, bloccato il turn-over di medici, infermieri e tecnici sanitari.
Un’Italia che, con Governi di centrodestra come di centrosinistra, senza dimenticare i Governi “tecnici”, aveva già sottratto al servizio sanitario 37 miliardi di euro in 10 anni, ma i cui tagli hanno ormai una durata quasi trentennale, così come quasi trentennale, dal 1992 ad oggi, è stata l’opera di aziendalizzazione, privatizzazione e di rottura progressiva di ogni solidarietà tra le diverse parti del territorio nazionale.
Tutto ciò ha inevitabilmente contribuito, nella fase dell’esplosione della pandemia, a determinare la morte di migliaia di persone e di duecento lavoratori della sanità.
E’ necessario cambiare radicalmente direzione, dire basta a questo stato di cose.
La sanità deve fare quello che serve, quando serve, senza speculazioni e senza risparmi, perché la salute venga prima dei profitti e dei bilanci.
Per queste ragioni, ricercando la più ampia unità d’azione con tutte le realtà politiche, sindacali e sociali interessate, lanciamo una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare per:
- un unico Servizio Sanitario Nazionale pubblico e laico, gestito dallo Stato, con relativo superamento dell’attuale sistema di autonomie regionali;
- superamento delle forme di finanziamento diretto o indiretto della sanità privata, con relativo assorbimento del personale in essa impiegata; abolizione della sanità erogata dal terzo settore con fondi pubblici o con bandi finanziati con soldi pubblici;
- definizione di un polo pubblico volto alla ricerca, alla produzione e alla distribuzione di farmaci e presidi medico sanitari;
- l’abolizione di tutti i ticket, di ogni forma di partecipazione da parte dell’utenza;
- un forte incremento del finanziamento del servizio sanitario nazionale, da realizzarsi anche attraverso il taglio delle spese militari, la reintroduzione di una tassazione fortemente progressiva sui redditi e una patrimoniale sulle grandi ricchezze;
- la ridefinizione dell’assetto dei servizi di prevenzione, cura, riabilitazione, ospedalieri e territoriali, anche attraverso la riapertura, ove necessaria, degli ospedali soppressi e con processi di reinternalizzazione;
- attività di sostegno ai diritti riproduttivi, sostegno e finanziamento dei Consultori familiari, gratuità di aborto e contraccezione per tutte le donne;
- superamento delle liste d’attesa, rivedendo modelli organizzativi e gestionali in essere, superando l’attività intramoenia, investendo in mezzi e personale; obbligo di gestire le richieste all’interno di percorsi per tutte le attività sanitarie, senza lasciare le persone nei tentacoli del libero mercato;
- superamento del numero chiuso per l’accesso alla formazione universitaria per medici e professionisti della sanità;
- piano straordinario di stabilizzazione del personale precario e assunzione di personale medico, delle professioni, e dei lavoratori della sanità, con contratto a tempo indeterminato, anche per consentire la formazione di equipe stabili, con miglioramento delle cure;
- una politica volta a riconoscere adeguatamente il lavoro del personale impiegato nella sanità;
- il mantenimento del testo unico sulla sicurezza sul luogo di lavoro (81/ 2008), contro ogni ipotesi di scudo penale per i datori di lavoro.
Per una sanità pubblica, gratuita, laica, di qualità, noi ci siamo!
Promuovono: Democrazia Atea, Fronte Popolare, La Città Futura, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Marxista-Leninista Italiano, Potere al Popolo, Risorgimento Socialista, Sinistra Anticapitalista
Clicca QUI per firmare la petizione
La petizione è promossa da: Pci,Pcl, Prc, Potere al Popolo, Sinistra anticapitalista, Risorgimento Socialista, Fronte Popolare, Democrazia Atea, Città Futura, Pmli.
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