A seguito delle mobilitazioni dei fattorini, i riflettori accesi sulle loro condizioni di sfruttamento avevano portato all’emanazione del cd. Decreto rider. Ciò metteva un parziale – e assolutamente insufficiente – freno all’agire delle piattaforme che si crogiolavano in un laissez faire dovuto tra l’altro al considerarle inediti attori nel panorama del mondo del lavoro.
Il decreto rider, tra le altre cose, ordina di giungere a un contratto nazionale entro la fine di ottobre 2020. Scaduto quel termine, il Ministero del Lavoro avrebbe avuto l’onere di stabilire un minimo orario, sulla base di quello del settore più affine (e quindi verosimilmente la logistica), con maggiorazioni per il lavoro notturno, festivo e in condizioni meteo avverse.
Ebbene, con un colpo di scena – benché il Ministero avesse cercato di piazzare un tavolo sin da agosto con la triplice alleanza CGIL-CISL-UIL e la “federazione delle App”, Assodelivery – le big della gig economy (Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats e Social food) hanno raggiunto un accordo con l’organizzazione sindacale ex fascista della Cisnal, ora Ugl, passata “in quota Lega”, presentandolo come la prima intesa mai raggiunta sui fattorini a livello europeo.
Tale contratto, in spregio a tutte quelle che erano le rivendicazioni dei fattorini (rapporti di subordinazione per i fattorini, eliminazione della paga a cottimo e l’introduzione di un minimo orario) si muove nella direzione esattamente opposta, inquadrando i rider come lavoratori autonomi.
Una logica in contrasto anche con la recente sentenza della Cassazione. che ha sancito l’applicazione ai rider delle stesse tutele dei lavoratori subordinati, prevedendo inoltre minimi di gran lunga inferiori a quelli del CCNL logistica (non certo il più generoso dei contratti collettivi).
La mossa così a destra di Assodelivery (anche politicamente) rischia però di peccare di tracotanza ed essere punita dallo stesso Ministero, che già in una nota diramata ieri, ritiene che alcune parte siano “contra legem”.
L’accordo, che mantiene la condizione di “lavoratore autonomo” per il rider (alla faccia della battaglia degli ultimi mesi dei riders per il riconoscimento dello status di lavoratore subordinato!), proponeva una paga oraria di 10 € (lordi!), e un bonus di 600 € per ogni 2.000 consegne (la mancetta a Natale insomma, altro che reddito per tutti!).
Evidentemente anche per il Ministero, queste condizioni oltrepassano le condizioni minime della schiavitù del ventunesimo secolo.
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Frenk
più precisamente 10€ lordi/ora solo nel tempo effettivo di consegna, che diventano sempre meno se non si ricevono consegne,
oltre alla truffa della paga oraria hanno pensato anche a truffare sul resto,
-supplemento notturno dalle ore 24 non dalle 22 come gli altri lavoratori (ovviamente alle 24 il servizio è chiuso)
-supplemento pioggia, ma solo se supera i 2mm
-supplemento festivi diventato “festività” ossia solo 13 giorni all’anno riconosciute come festività nazionali (esclusa a domenica dunque)
Probabilmente questo è il peggior contratto mai pensato dai tempi della schiavitù aperta