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Ieri eroi, oggi abbandonati. Protestano i medici dell’ospedale di Brescia

Clamorosa protesta di medici ed infermieri agli Ospedali Civili di Brescia: ieri eroi oggi abbandonati.

Centinaia di medici ed infermieri dell’OSPEDALE CIVILE DI BRESCIA oggi alle 13 hanno organizzato una protesta clamorosa e senza precedenti.

E’ la prima vera mobilitazione “visibile”, che ci auguriamo venga al più presto replicata in ogni luogo di cura di questo disgraziato Paese.

Contro il collasso sanitario, i turni massacranti, il vuoto di personale perché non sono state fatte assunzioni, la conversione improvvisa di interi reparti in aree Covid, tagliando altri servizi sanitari indispensabili e soprattutto ignorando ogni giudizio e proposta del personale.

Insomma contro la vergognosa totale impreparazione del potere regionale e nazionale che ha portato ad una nuova strage e che manda il personale sanitario allo sbaraglio.

E questa volta medici ed infermieri non sono più eroi, ma rompiscatole che vengono abbandonati.

Noi di #PoterealPopolo stiamo con loro senza se senza ma.

Bisogna Sostenere in tutta Italia l’impegno e la lotta del personale sanitario, mandato allo sbaraglio dal governo nazionale e da quelli regionali che NON HANNO FATTO NIENTE per prevenire la nuova strage di COVID19.

Una sanità del profitto alla quale girare le spalle

Sostegno al personale sanitario dell’Ospedale di Brescia che oggi è stato protagonista di un gesto simbolico e potente allo stesso tempo: girare le spalle a questo modello di sanità

Hanno scelto la sanità della salute e dell’etica e girato le spalle a quella del profitto e delle compatibilità economica. Il gesto di medici ed infermieri dell’ospedale di Brescia racconta perfettamente la situazione di una sanità regionale gestita, ormai da decenni, da autentici comitati d’affari per i quali la salute pubblica non è il primo degli obiettivi, né un diritto da tutelare, ma uno dei tanti elementi che stanno in coda alla logica del profitto.

 Una sanità caratterizzata da una carenza cronica e grave di personale (nella sola Lombardia mancano almeno 2500 operatori), dal taglio di almeno 35.000 posti letto (circa 5000 in Lombardia), dalla pressoché totale cancellazione dei servizi territoriali a partire da quelli di prevenzione. Sono i risultati delle politiche di regionalizzazione della sanità –per le quali è ormai indispensabile fare un passo indietro e tornare al Servizio Sanitario Nazionale – e di privatizzazione che ormai ovunque, ed in Lombardia in particolare, ha affidato alle logiche del profitto circa la metà delle prestazioni sanitarie complessive.

Da Eroi a dimenticati! Certo, è esattamente questo lo scontato destino degli operatori  sanitari; ne eravamo convintissimi che sarebbe finita così tant’è vero che già a marzo uscimmo con lo slogan #EroiUnaMinchia, certi che non sarebbe andata per niente bene.

Ed in effetti è andata malissimo: oggi le regioni non hanno ancora provveduto a porre rimedio alle tante criticità emerse in modo chiaro durante questa emergenza: nessun recupero dei posti letto tagliati, niente assunzioni stabili di personale ma solo contratti a termine, nella folle convinzione che dopo la pandemia tutto possa riprendere come prima.

Ai colleghi dell’Ospedale di Brescia tutta la nostra solidarietà, sperando che questo loro simbolico ma potentissimo gesto, faccia deflagrare la protesta in tutte le strutture sanitarie, ovunque ci siano lavoratrici e lavoratori che hanno a cuore la salute pubblica ed il servizio sanitario pubblico ed universale.

Sono i temi al centro di tutte le nostre battaglie e del nostro sciopero del prossimo 25 novembre e non possiamo non sostenerli.

USB Lombardia Federazione Regionale

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