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Le ragioni del No al Mes e all’austerità della Ue

Potere al Popolo non cambia posizione a seconda di chi sia al governo. Abbiamo detto NO al MES e alla sua riforma quando governavano Lega e Cinque Stelle, lo confermiamo ora che al posto della Lega c’è il PD.

Il MES è un meccanismo finanziario della Unione Europea, gestito come un fondo privato mentre maneggia solo soldi pubblici. E’ erede del sistema di “aiuti” con cui la Troika ha distrutto la Grecia. Il principio di fondo che ispirava i famigerati Memorandum della Troika imposti ad Atene era: prestiti in cambio di privatizzazioni, tagli ai diritti sociali a pensioni e salari, austerità. Ora questo principio viene direttamente incorporato nel MES riformato, che adotta i vincoli usurai del Fiscal Compact come regola guida.

Nella sostanza i paesi europei verranno divisi in serie A e serie B.

Quelli di serie A saranno quelli che rispettano i parametri di un deficit annuale inferiore al 3% e di un debito pubblico inferiore al 60% del PIL, o che comunque più si avvicinano a questi obiettivi. Quelli di serie B, tra cui naturalmente il nostro paese, saranno quelli più lontani da essi. I paesi di serie A godranno di una sorta di copertura preventiva del MES sul proprio debito pubblico, cioè saranno garantiti da ondate speculative che improvvisamente pesino sui conti dello stato. I paesi di serie B, se vorranno evitare gli assalti dello spread sui propri titoli di stato, dovranno applicare il Fiscal Compact, che prevede che in 20 anni uno Stato riporti il suo debito al 60% del PIL.

Per l’Italia di oggi questo vorrebbe dire la devastazione sociale di 20 miliardi di tagli di spesa pubblica ogni anno! Se poi i paesi di serie B in difficoltà non riuscissero a pagare tutte le cambiali, potrebbero ricorrere a prestiti del MES. In questo caso gli Stati dovrebbero sottoporsi a Memorandum simili a quelli che hanno massacrato la Grecia.

In sintesi la “riforma” del MES consolida le catene dell’austerità europea

Il costo sociale ed umano  di quest’ultima si misura ora con le centinaia di migliaia di morti di Covid nella UE.
Inoltre, imponendo una divisione strutturale tra paesi “virtuosi” e paesi indebitati, il MES rischia di dare il via ad una nuova ondata speculativa ai danni del debito dell’Italia e dei paesi del Sud Europa. Alla quale seguirà una nuova ondata di tagli sulla sanità, sulla scuola, sui servizi pubblici, sui diritti sociali per riconquistare credito. Un circolo vizioso devastante che rischia di ripartire già dal 2022, quando finiranno le deroghe e gli allentamenti sui vincoli di rigore di bilancio.
Oltretutto, metà del governo e Forza Italia ci raccontano che ora il Mes sarebbe utile per la sanità perché “senza condizioni”. Omettono di dire che quelle condizioni sono solo “sospese” – per l’anno in corso e il prossimo – e torneranno pienamente in vigore non appena conclusa l’emergenza della pandemia.

Insomma il MES riformato rafforza e incrudelisce i vincoli del Fiscal Compact e della austerità europea. Questi invece andrebbero semplicemente aboliti per uscire dalla pandemia con giustizia e eguaglianza sociale.

Per queste ragioni Potere al Popolo, al di là di tutte le evidenti speculazioni politiche e di schieramento, si augura e chiede che il Parlamento bocci il MES e la sua riforma. Sarebbe un primo passo per farla finita con le politiche di austerità che hanno causato direttamente la strage e la crisi che hanno colpito l’Italia e l’Europa.

Il no al MES è un bene per l’Italia e per tutta l’Europa.

 

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