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“Anche durante la pandemia vanno rispettati i diritti dei detenuti”

Colpisce positivamente che una organizzazione sindacale, per di più a livello internazionale, prenda parola sulla situazione dei detenuti e delle carceri. In particolare in questi mesi di pandemia che sono stati anche all’origine di alcune rivolte nelle prigioni. Alcune – come quella di Modena – con esiti sanguinosi che esigono verità.

Il 22 dicembre scorso il Consiglio presidenziale della Federazione Sindacale Mondiale (Wftu), ha denunciato le precarie condizioni di detenzione prevalenti nei centri penitenziari e nelle carceri di diversi paesi del mondo.

“Il sovraffollamento, dovuto al numero di detenuti maggiore rispetto alla capacità e agli standard effettivi delle carceri, è una violazione duratura dei diritti umani e crea condizioni di detenzione malsane e disumane che minano il funzionamento e il ruolo delle carceri” è scritto nel comunicato della Fsm.

Inoltre, nel mezzo di una pandemia, le carceri sovraffollate si trasformano in bombe a orologeria sanitaria, mettendo in pericolo la vita dei detenuti e del personale carcerario.

La FSM/WFTU condanna l’inaccettabile esposizione di detenuti in condizioni di totale mancanza di distanziamento sociale e limitata fornitura di attrezzature necessarie per la protezione contro la pandemia.

La situazione attuale viola i diritti dei detenuti in quanto sono garantiti dai Principi di base delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri (risoluzione dell’Assemblea generale 45/111 del 14 dicembre 1990) poiché il trattamento di tutti i detenuti con il rispetto dovuto alla loro dignità è un valore intrinseco dovuto agli esseri umani; la responsabilità fondamentale di promuovere il benessere e lo sviluppo è violata; il mantenimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali – ad eccezione di quelle limitazioni che sono dimostrabilmente necessarie dalla detenzione – è invalidato ed anche l’accesso ai servizi sanitari senza discriminazione viene aggirato (principi 1,4,5,9).

La FSM/WFTU richiede l’azione immediata delle organizzazioni internazionali, dei governi e delle istituzioni competenti di ogni paese verso il rispetto di tutte le disposizioni e misure che garantiranno la detenzione dignitosa e sicura, che è un diritto inalienabile di tutti i detenuti, indipendentemente dalla durata o dalla causa della reclusione.

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