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Stati Uniti. La crisi di un imperialismo e la fine di una favoletta!

Alla fine il fiume carsico della crisi degli USA e dell’intero occidente è sgorgato all’aperto; crisi economica e sociale, competizione globale, pandemia fuori controllo, oggi presentano il conto producendo una profonda spaccatura delle classi dominanti statunitensi e dello stesso elettorato, presso il quale Trump ha ancora un forte seguito, ben oltre che la metà dei voti ricevuti nelle elezioni presidenziali.

Crolla la favola di una società “democratica” e avanzata, dove sono nati i “diritti civili”, ed emerge la realtà di un mondo dominato da relazioni sociali barbare che gli apologeti dell’imperialismo a stelle e strisce, nonostante le evidenze, cercano di nascondere e sminuire, affermando che le responsabilità sono “solo” di un presidente irresponsabile e folle.

Operazioni propagandistiche che tentano di rimuovere le profonde e insanabili contraddizioni che sottendono gli sconvolgimenti attuali, incrinando drammaticamente l’egemonia americana e dell’intero occidente capitalista sul mondo.

La Storia, evidentemente, non è finita!

Su questo aspetto la RdC da tempo ha messo in evidenza la crisi di egemonia che attraversa tutto il capitalismo e che oggi esce allo scoperto, senza offrire coperture ideologiche a nessuno, trovando forti conferme delle analisi e delle valutazioni fatte nella realtà.

Naturalmente le forme in cui si manifesteranno queste contraddizioni sono imprevedibili, come appunto l’assalto al Parlamento statunitense.

Dovremo abituarci a queste forme inedite, alle sorprese che verranno dalla realtà, epifenomeni costanti di una crisi sistemica dello stesso modo di produzione capitalista.

Mai come oggi, dalla fine dell’URSS, si ripropone con forza la necessità dell’alternativa socialista contro un sistema che sta, di nuovo, portando l’umanità verso una crisi generale drammatica. Un’alternativa che merita una riflessione a tutto tondo, che i comunisti debbono mettere in calendario qui ed ora.

Con questo obiettivo abbiamo organizzato un primo momento di riflessione e confronto sulla Cina per il prossimo sabato 16 gennaio. Un grande paese che oggi si presenta, al di là delle stesse aspettative temporali della dirigenza cinese, come forza egemone alternativa agli USA.

E’ certo che i centri concentrici prodotti dalla crisi USA impatteranno, in forme diverse e da valutare, su tutto l’Occidente. Per i comunisti si pone, quindi, non solo un problema di analisi e comprensione delle dinamiche in atto, ma anche la necessità di attrezzare le forze di classe di fronte ad un nuovo salto di qualità della crisi sistemica del Modo di Produzione Capitalistico.

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