Attilio Fontana, presidente della Lombardia, ha presentato ricorso sulla decisione del governo di porre la sua regione in “zona rossa”. Al di là delle motivazioni sui parametri governativi per i quali Fontana ritiene che sia stia danneggiando la Lombardia (cioè nella sua visione, l’Assolombarda) resta il fatto che la sua responsabilità nella diffusione dell’epidemia è enorme e acclarata, come abbiamo più volte documentato.
E’ difficile capire cosa vorrebbe Fontana, visto che anche in “zona rossa” si continua a lavorare e “produrre”, in spregio a ogni norma di sicurezza. Ma si sa, a Fontana interessano i profitti delle industrie, non la salute dei cittadini. Ci sarà un momento in cui Fontana dovrà rendere conto di tutto ciò?
Aggiungiamo che chi avesse sperato in un cambio di orientamento sulla Sanità con la nomina ad assessore di Letizia Moratti, al posto dell’inetto Gallera, non sarà certamente soddisfatto. Infatti, la nuova assessora ha scritto una lettera al commissario Arcuri in cui richiede che tra i criteri per la valutazione delle quantità di dosi da inviare alle regioni sia incluso il PIL prodotto dalle stesse.
In sostanza, una proposta che introduce un criterio discriminatorio e razzista nella distribuzione dei vaccini. Chi è più ricco, più “produttivo” lo dobbiamo salvare, gli altri si arrangino.
Fino a quando il governo intende tollerare questa situazione anomala e intollerabile di una giunta impresentabile che oltre a mettere a repentaglio la vita dei lombardi, propone tali discriminazioni tra le regioni? La regione Lombardia deve essere commissariata e Fontana e Moratti rispediti a casa.
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