Non potevamo che essere noi i primi a crederci. Noi che avevamo iniziato con una impostazione politica precisa un discorso sulla pandemia, sui fatti di marzo in Val Seriana, che li avevamo visti sotto una luce particolare: il disastro della sanità affidata ai privati, la Caporetto di Alzano, i paesi della valle che “non doveva chiudere”, costi quel che costi, quì dove si fanno gli scafi di Luna Rossa, la strage senza rumore se non il suono delle sirene e delle campane.
Questo comitato popolare nacque apartitico ma non apolitico, lo sdegno e la denuncia di un sistema sballato, eccentrico rispetto alla salute pubblica, poteva sembrare strumentale ad alcuni.
Fratelli molto minori di “Noi denunceremo” trovammo nei presìdi del sabato fuori l’ospedale di Alzano un dialogo con la cittadinanza della valle, timida e schiva, ma a volte capace di grande solidarietà, piegata dal dolore, presa dal conflitto tra il lutto e il desiderio di un ritorno alla normalità.
Nel frattempo il comitato Noi Denunceremo raccoglieva consensi da tutta Italia, si organizzava intorno a un team legale, preparava denunce da parte di parenti di centinaia di vittime, dettando un fortissimo programma di civile stigma nei confronti di una strage di proporzioni epocali.
Noi Denunceremo nacque per raccogliere sia lo sdegno per una sanità maltrattata da malagestione, sia per tentare tutte le vie legali possibili capaci di affermare una giustizia per i lutti subiti.
Associazione apartitica e apolitica, molto lontana ma sorella del nostro piccolo comitato, ne abbiamo condiviso intenti, finalità, il nostro colore “rosso” non ha mai impedito di collaborare a molte iniziative di Noi Denunceremo, tanta era la sete di giustizia che ci anima.
Abbiamo condiviso questa sete in modo bipartisan, cercando di capire dove e come la catena di comando di colore politico diverso tra stato e regioni e comuni si sia arenata determinando il disastro pandemico segnatamente nel nostro territorio.
Abbiamo apprezzato le denunce nei confronti di Governo e Regione, senza farci prendere in una logica di schieramento, sapendo che la debacle del servizio sanitario nazionale viene da lontano; e da vicino, visto che la sanità è competenza massimamente regionale.
Apprendiamo oggi che Noi Denunceremo ha consumato una rottura tra una sua componente fondamentale, il team legale nella persona della sua animatrice/fondatrice e presidente della associazione medesima.
Da quanto argomentato dalle diverse parti percepiamo una difficoltà legata ad argomenti assai attuali, da un lato la politique politicienne e dall’altro la tutela degli offesi.
Noi non possiamo che stare dalla parte dei secondi.
Riteniamo gravissimo anche solo pensare di imbastire una campagna politica e partitica su quanto accaduto, costruire altra cosa che non un movimento rivendicante verità e giustizia per i morti da covid, farne un brand elettorale od altro, associarsi a campagne o denunce da parte di istituzioni come il Comune di Bergamo, che nulla ha fatto per contrastare l’epidemia ai suoi esordi.
Io sto con Consuelo.
* attivista del Comitato popolare verità e giustizia per le vittime da covid – Presidio di Alzano Lombardo
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