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Blocco dei licenziamenti. Il governo incontra Cgil Cisl Uil e Confindustria

Il 31 marzo scade il blocco dei licenziamenti, Dal fatto che verrà o meno prorogato dipende lo scoppio di una bomba sociale – e di una prima verifica sostanziosa del governo Draghi – già in primavera

Oggi il neoministro del Lavoro, Orlando (Pd) ha convocato i sindacati amici, ossia solo Cgil Cisl Uil. Sul tavolo c’è il dossier già preparato dalla ministra uscente Nunzia Catalfo.

Nel 2020 sono andati persi 444 mila posti di lavoro e solo a dicembre si sono registrati 101 mila occupati in meno, di cui 99 mila donne. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, fino ad ora hanno chiesto di mantenere il blocco dei licenziamenti finché resterà lo stato di emergenza pandemica, e di mantenere la Cassa integrazione Covid.

Nel frattempo si parla di rimettere mano agli ammortizzatori sociali e alle politiche attive del lavoro, ormai praticamente annullate prima dalle “leggi di mercato” e poi della crisi dovuta alla pandemia.

Il neoministro Orlando dovrà anche decidere cosa fare del Reddito di emergenza, una misura varata con il decreto Rilancio, e soprattutto del Reddito di cittadinanza, da tempo al centro del mirino di Confindustria, destra, “sinistra lavorista” e Unione Europea.

Il ministro con Cgil Cisl Uil praticamente “gioca in casa”, ma martedì incontra le imprese. Confindustria vuole la fine del blocco dei licenziamenti e del Reddito di Cittadinanza – ritenute misure  assistenziali – nonché la ristrutturazione degli ammortizzatori sociali e delle attive del lavoro.

Tanto per capire che aria tira sul versante padronale, “Sappiamo tutti che il 31 marzo 2021 scadrà il blocco dei licenziamenti. Crediamo sia giusto toglierlo, alcune aziende devono riorganizzarsi. Del resto non vediamo perché debbano esserci licenziamenti di massa”, ha già fatto sapere Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova.

“L’industria sta andando bene, tenuto conto di tutti gli scenari – conferma Mondini – Per i settori che non potranno ripartire nei servizi, come il turismo, i congressi e lo spettacolo, probabilmente ci sarà una proroga del blocco. Se la liberalizzazione avverrà solo per il manifatturiero non ci sarà una macelleria sociale. Siamo confidenti che si possa andare avanti”.

Sottolineiamo: “l’industria sta andando bene“, dice Confindustria. Il lockdown, per le imprese manifatturiere, non c’è mai stato, neanche in Val Seriana. E’ una delle cause dell’enorme numero di morti in Italia. Ma nonostante questo vogliono ancora altro…

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