L’ergastolo ostativo è incompatibile con la Costituzione. La Corte costituzionale non ha avuto alcun dubbio e ha dato un anno di tempo al Parlamento per provvedere con una apposita legge.
E se il Parlamento, come in altri casi, farà il finto tonto, a maggio del 2022 la Consulta cancellerà quella norma che ritiene in contrasto con principi basilari della Carta fondamentale.
Le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale sono spiegate in un’ordinanza che verrà depositata nelle prossime settimane.
Già si odono gli starnazzamenti del partito trasversale dei manettari. “Per mafiosi e assassini l’ergastolo non si tocca”, strilla Salvini, ma dietro gli vanno anche alcuni parlamentari del M5S della commissioni Antimafia e Giustizia “nessun passo indietro sull’ergastolo ostativo”,
Più salomonicamente il Pd sottolinea la “scelta saggia” della Consulta di dar tempo al Parlamento di intervenire. Diversamente, associazioni come Antigone salutano positivamente la sentenza della Consulta: ”l’incostituzionalità è accertata e non si potrà tornare indietro”. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, scrive che “l’ergastolo senza speranza resterà dunque in vita al massimo fino a maggio 2022, nonostante sia ritenuto illegittimo dalla Consulta che è stata netta, per la seconda volta in due anni, nell’affermare che la collaborazione con la giustizia non può essere l’unica via per riacquistare la libertà”. Gli articoli 3 e 27 della Costituzione, nonché l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, sono in contraddizione profonda con il carcere a vita senza speranza. “La Corte afferma che deve essere sempre concessa al detenuto ergastolano la possibilità di ottenere la liberazione condizionale qualora il ravvedimento sia sicuro”.
Oggi gli ergastolani ostativi sono oltre 1.200 e costituiscono quasi i tre quarti del totale dei detenuti condannati all’ergastolo. “Il legislatore superi gli automatismi preclusivi alla reintegrazione in società. Il percorso individuale va sempre esaminato caso per caso dal magistrato” scrive Gonnella.
“L’eventuale liberazione di un ergastolano non è automatica, né un diritto: è una concessione, una possibilità, la cui attuazione dipende dalla discrezionalità dell’autorità giudiziaria, sulla base di criteri per loro natura senza vincoli, o, peggio, di pura casualità, come l’indulgenza, o la severità, il coraggio dei giudici di sorveglianza” precisa Carmelo Musumeci, detenuto e padre storico della battaglia contro l’ergastolo ostativo.
“Dopo questa sentenza della Corte Costituzionale immagino che molti diranno e scriveranno: “Centinaia di boss mafiosi ergastolani potrebbero uscire dal carcere” – scrive Musumeci – “Tranquilli! Continueranno a morire in carcere perché sarà molto difficile che qualcuno possa farcela, basti pensare che ci sono ergastolani non ostativi che sono in carcere da 30/40 anni e non sono mai usciti”.
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