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Giovedi la scuola si ferma. E’ sciopero per l’intera giornata

Giovedi 6 maggio il mondo della scuola è chiamato allo sciopero sulle molte contraddizioni irrisolte nel comparto da Usb Scuola, Unicobas, Cub, Cobas Sardegna e dagli studenti di OSA dandosi appuntamento sotto al Miur. I Cobas hanno dichiarato lo sciopero solo nella scuola primaria e solo sulla questione dei test Invalsi.

Per la giornata di mobilitazione è stata scelta una  data simbolo: quella delle  prove Invalsi, ossia dei test finalizzati a valutare nulla delle capacità critiche, degli avanzamenti degli apprendimenti, dei progressi individuali degli studenti.

Quest’anno invece invece dello sciopero di mansione, con i quali negli anni scorsi ci si è opposti all’assurdità dei test Invalsi, ci sarà lo sciopero dell’intera giornata, perché la posta in gioco è diventata assai più alta e rognosa.

In una situazione in cui la scuola dovrebbe essere al centro dell’attenzione di ogni membro del Governo e del Parlamento, per consentire la frequenza in assoluta sicurezza del 100% degli studenti e dei lavoratori, si dà il via a riaperture delle scuole meramente propagandistiche, senza quelle condizioni che – come viene ribadito da più di un anno – devono essere messe in atto immediatamente per garantire contemporaneamente il diritto alla salute e il diritto all’istruzione dal nido all’università.

In un comunicato, l’Usb Scuola riafferma che per aprire le scuole completamente e in assoluta sicurezza occorrono:

  • l’immediata assunzione in ruolo delle migliaia di precari con almeno tre annualità di servizio svolte attraverso un concorso per titoli e servizi;
  • l’immediata assunzione in ruolo degli insegnanti di sostegno specializzati;
  • un piano di mobilità su tutti i posti vacanti per consentire il ritorno nelle proprie province dei docenti esiliati dalla legge 107 e non solo;
  • l’abolizione del vincolo quinquennale per i neoimmessi in ruolo;
  • l’aumento concreto di assunzioni del personale ATA, oggi più che mai oberato di compiti e responsabilità divise tra le troppo esigue forze in servizio;
  • la riduzione reale del numero di alunni ad un massimo di 15 per classe che garantisca ambienti salubri e una didattica efficace;
  • un piano di edilizia scolastica che risolva le gravi carenze strutturali degli edifici in cui lavoratori e studenti trascorrono la massima parte della loro attività;
  • l’avvio del secondo bando per l’internalizzazione del personale di pulizia nei ruoli ATA, che chiuda un capitolo vergognoso di sfruttamento dei lavoratori;
  • il ritiro immediato dell’intesa sulla regolamentazione del diritto di sciopero che riduce sensibilmente le possibilità di azioni di protesta sia da parte dei singoli lavoratori che da parte delle Organizzazioni Sindacali conflittuali.

In questa condizione, ormai di fronte al secondo anno scolastico consecutivo di didattica a distanza e depauperamento culturale e sociale degli studenti, per il MIUR è rimasto prioritario lo svolgimento dei test Invalsi.

Chiediamo che il MIUR si impegni a investire i fondi del Recovery Plan non sulla digitalizzazione e sulla didattica a distanza, ma sui reali bisogni della scuola”, scrive l’Usb, rilanciando lo sciopero e dando appuntamento a insegnanti, studenti, personale Ata, giovedi 6 maggio alle ore 10.00 sotto al MIUR.

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