La riluttanza a considerare il capitalismo nelle indagini sui modelli globali di salute e di diffusione delle malattie ha un costo enorme
Una cascata di crisi sanitarie, la pandemia covid-19, l’emergenza climatica ed un aumento delle “morti per disperazione“, stanno contribuendo all’aumento degli oneri sanitari globali. E’ arrivato il momento, per gli operatori sanitari, di ricercare le cause comuni di queste catastrofi.
Prove crescenti suggeriscono che le caratteristiche chiave del capitalismo del XXI secolo sono la tendenza alla diffusione globale delle malattie e l’aumento delle disuguaglianze di salute all’interno e tra le nazioni. La globalizzazione gestita dalle grandi aziende mondiali diffonde virus, prodotti malsani ed inquinamento oltre i tutti i confini.
La finanziarizzazione porta alla privatizzazione dell’assistenza sanitaria, alla riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, alla minore attenzione alla sicurezza dei prodotti ed a scarsi controlli sulle fonti di inquinamento.
L’appropriazione da parte delle imprese della scienza e della tecnologia porta all’uso delle scoperte nei prodotti farmaceutici, negli alimenti e nei trasporti non per migliorare il benessere, ma esclusivamente per aumentare i profitti.
Nonostante questi collegamenti tra le strutture politiche ed economiche dominanti e la salute, gli operatori sanitari sono spesso riluttanti a usare la parola capitalismo quando analizzano gli attuali problemi di salute del mondo e quando propongono soluzioni. Alcuni temono che l’uso della parola li marcherà come reliquie coinvolte nei conflitti di un altro secolo o come ribelli immaturi, o li renderà bersagli di rappresaglie dannose per la carriera.
I principali paradigmi scientifici, dal modello biomedico riduzionista al focus comportamentale d ella pratica della salute pubblica , possono scoraggiare ulteriormente l’uso di termini complessi come il capitalismo. Ma questa riluttanza a guardare attraverso il prisma del capitalismo per indagare sui modelli globali di salute e malattia ed individuare approcci più efficaci per prevenire le crisi sanitarie globali ha un costo enorme.
In primo luogo, ignora le prove crescenti che, ad esempio, il sistema alimentare e agricolo globale contribuisce ad una dieta non ottimale ed è il principale fattore di rischio di morte prematura e malattie prevenibili.
L’industria dei combustibili fossili è una forza trainante per l’emergenza climatica mondiale e per l’inquinamento che ora fa ammalare in così tanti.
Le pratiche di marketing dell’industria alimentare, alcolica, del tabacco, farmaceutica e delle armi da fuoco svolgono un ruolo chiave nell’aggravare l’aumento dei decessi per disperazione e per malattie non trasmissibili.
La crescente concentrazione di ricchezza nelle più grandi società del mondo e degli individui già più ricchi, peggiora le condizioni di vita, la salute e la vita familiare di una porzione sempre crescente dei lavoratori del mondo.
Ignorare il sistema che ha portato a questo declino sarebbe come se medici che cercano di curare le malattie non considerassero il corpo umano stesso.
In secondo luogo, la riluttanza a fare del capitalismo stesso un oggetto di indagine, rafforza la siloization( suddivisione dei dati ecc. in unità isolate con scarsa comunicazione) dei problemi di salute e delle nostre risposte ad esso.
I ricercatori devono studiare separatamente per decenni le pratiche economiche e politiche dei settori alimentare, del tabacco, finanziario e del Big Tech prima di poter identificare le cause comuni dei problemi di salute e raccomandare modifiche per migliorare queste influenze dannose?
Gli operatori sanitari devono esaminare separatamente il processo patologico in ciascun sistema d’organo quando queste condizioni condividono percorsi e soluzioni comuni?
Le organizzazioni sanitarie devono affrontare ogni campagna di disinformazione progettata per screditare la scienza pertinente da parte dei padroni dei combustibili fossili, del tabacco, dell’alcol, del cibo e di altre industrie, oppure possono escogitare nuovi meccanismi di governance che denormalizzino le pratiche aziendali che minano la salute pubblica?
Allora come potrebbe essere una scienza della salute che chiama in causa il capitalismo?
In primo luogo, dovrebbe essere radicata nelle intersezioni tra medicina, storia, economia politica e salute pubblica . Il capitalismo è cambiato nel tempo e nello spazio e continuerà a farlo. Comprendere i fattori di cambiamento di questi cambiamenti e la loro influenza sulla salute consentirà ai ricercatori di identificare specifiche opportunità di intervento.
Riconoscere l’eterogeneità delle varietà del capitalismo e la loro influenza sulla salute eviterà una semplificazione eccessiva e consentirà l’identificazione di strutture meno dannose per la salute.
In secondo luogo, lo sviluppo di una serie di prove sull’impatto sulla salute del capitalismo non richiede a nessuno di dichiarare fedeltà a una marca specifica di capitalismo o socialismo. I professionisti della salute hanno sempre incluso coloro che abbracciano, detestano o vogliono riformare il capitalismo.
Una discussione esplicita e robusta sull’impatto del capitalismo del XXI secolo sulla salute globale e individuale può chiarire quali percorsi possono portare a dei veri miglioramenti nei decenni a venire.
Una pratica sanitaria e un’agenda di ricerca sul capitalismo potrebbero cercare di aiutare i nostri pazienti e le comunità a collegare le loro esperienze di vita quotidiana con strutture politiche ed economiche più profonde al fine di identificare strategie più potenti per migliorare la salute.
Una pratica che cercherebbe un terreno comune tra le organizzazioni mediche e di sanità pubblica, i movimenti che lottano per i diritti del lavoro, delle donne, delle minoranze etniche e degli immigrati e di coloro che cercano di fermare il cambiamento climatico, la violenza armata e la promozione di alcool, tabacco, cibo malsano e armi da fuoco.
Con un programma politico chiaro, l’impegno a ridurre l’attuale siloizzazione tra questi movimenti ed organizzazioni ed un’alleanza di questo tipo si potrebbe iniziare a competere con il potere delle multinazionali e degli investitori che stanno plasmando la politica sanitaria e sociale per i loro scopi.
Nei secoli precedenti, gli sforzi dei professionisti della salute, dei riformatori e dei movimenti sociali hanno portato a progressi che hanno migliorato la salute umana e planetaria. Focalizzando l’attenzione sui costi del capitalismo del XXI secolo, possiamo contribuire a migliorare la salute umana e planetaria.
*Articolo di Nicholas Freudenberg, pubblicato su The BMJ del 6 maggio 2021
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Nicholas Freudenberg è emerito professore di salute pubblica presso la City University of New York School of Public Health e autore di At What Cost Modern Capitalism and the Future of Health.
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Il British Medical Journal (in sigla BMJ), è una rivista medica pubblicata con cadenza settimanale nel Regno Unito dalla British Medical Association.
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