La sera del 17 maggio una carovana antifascista è scesa per le strade di Genova. Macchine, motorini e biciclette sventolando bandiere e suonando i clacson, dal ponente cittadino hanno attaccato manifesti per la manifestazione che si terrà domenica 23 maggio a Piazza Corvetto dalle 17:00 del pomeriggio.
La rumorosa carovana itinerante che ha raccolto l’entusiasmo delle persone che incrociava, ha “sostato” in Piazza Palermo e via Montevideo rispondendo così alla provocazione fascista tenutasi – grazie all’impiego massiccio di forze dell’ordine – per commemorare il picchiatore neo-fascista Venturini.
Siamo contro ad un progetto di città in cui le istituzioni pubbliche si genuflettono di fronte ai poteri forti di speculatori, imprenditori e affaristi di vario genere, in cui viene propugnato un indecente revisionismo storico e dato spazio alle formazioni neo-fasciste ed ai loro valori xenofobi, razzisti e patriarcali.
Sappiamo che l’attuale giunta, e tutti i livelli di governo di questo Paese, vogliono limitare ulteriormente gli spazi di agibilità politica trasformando la città ed il Paese in una “democradura” dove neo-liberismo ed autoritarismo vanno a braccetto.
Ne è una dimostrazione il processo apertosi che oggi 18 maggio vede la seconda parte dell’ “udienza filtro” in cui 50 compagni e compagne sono imputati per avere resistito “con ogni mezzo necessario” alla tenuta di un comizio elettorale di Casapound il 23 maggio del 2019.
Invitiamo domenica prossima in Piazza Corvetto tutti i compagni e le compagne, gli attivisti e le persone sensibili alla militanza attiva nella forma che più credono idonea per non lasciare spazio alla restaurazione in atto, occultata dalle “riaperture” con cui vorrebbero narrare di un ritorno alla normalità che come vediamo in questi giorni è fatta anche di massacri nei confronti di popolazioni che resistono come quella colombiana e quella palestinese, opera di governi che sono alleati dell’attuale esecutivo con a capo l’ex presidente della BCE che affamò il popolo greco.
Il nostro programma di “ritorno alla normalità” è quello di
RIPRENDERSI LE STRADE
RIPRENDERSI LE PIAZZE
RIPRENDERSI LA VITA
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Scontri Corvetto, 45 manifestanti rinviati a giudizio: maxi processo al via il 5 ottobre
Genova. Il gup Angela Nutini ha rinviato a giudizio 45 manifestanti antifascisti per gli scontri con la polizia avvenuti in piazza Corvetto il 23 maggio 2019. Il processo comincerà il 5 ottobre davanti al primo collegio della prima sezione penale.
Dei 50 manifestanti indagati, uno è risultato irreperibile, un altro (si tratta fra l’altro di uno dei due manifestanti arrestati quel giorno in piazza) aveva chiesto di patteggiare la pena di 6 mesi di reclusione ma il giudice ha respinto. Respinte anche due delle sei richieste di messe alla prova presentate da altrettanti manifestanti. Per quattro di loro invece la richiesta è stata accolta: dovranno risarcire in parte i poliziotti (cosiddetta ‘riparazione del danno’) e un programma di lavori socialmente utili ma eviteranno il processo.
I manifestanti sono accusati a vario titolo di resistenza, porto di oggetti atti a offendere, travisamento e lancio di oggetti pericolosi.
La protesta era stata organizzata contro il comizio di Casapound che era stato autorizzato in piazza Marsala, protetto da un ‘fortino’ di grate e circa 200 poliziotti in tenuta antisommossa. Oltre 2 mila persone avevano partecipato alla contromanifestazione organizzata fra gli altri da Anpi e Cgil sotto la Prefettura.
Una parte dei manifestanti si era poi diretta verso piazza Marsala lanciando oggetti contro lo schieramento di forze dell’ordine che avevano risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e diverse cariche di alleggerimento. Nell’ambito degli scontri venne ferito in modo serio il giornalista Stefano Origone: per quell’episodio 4 poliziotti del reparto mobile sono stati condannati a 40 giorni di reclusione con la condizionale.
* da Genova24
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