Il Governo Draghi ha sbloccato la tratta nazionale per il progetto Tav Torino–Lione, quindi la tratta da Orbassano a Susa: 750 milioni di euro di bando europeo, solo per l’Italia, da cui i burocrati del soldo vorrebbero attingere come fanno i bambini con il vasetto di caramelle della nonna, quindi senza alcun ritegno.
In un contesto territoriale dove le infrastrutture esistenti urlano all’esigenza di una manutenzione costante, di carrozze ferroviarie vecchie e usurate, c’è il ministro Giovannini che ci ha tenuto a fare chiarezza sulle dichiarazioni fatte alcune settimane fa nelle quali asseriva ad una fantomatica ridiscussione dell’opera, senza minimamente preoccuparsi delle reali esigenze dei territori coinvolti.
Il tutto si correda di forze politiche amanti del consumo sfrenato di suolo che ancora una volta invocano al Commissario Straordinario sul Tav Torino–Lione, come se l’operato di Foietta non fosse bastato per far capire ai più che un ruolo del genere è volto solo ad arricchire il soggetto che lo ricopre senza aggiungere assolutamente nulla all’opera di cui, almeno sulla carta, si dovrebbe occupare.
E quindi Forza Italia e Fratelli d’Italia in primis che, saltati sulla sedia dopo l’intervento di Giovannini sulla ridiscussione dell’opera, hanno spinto fino al punto che lo stesso Ministro delle Infrastrutture ha rilasciato una dichiarazione su La Stampa di oggi, dove ci tiene a sottolineare che la discussione andrà aperta con le Amministrazioni Locali solamente rispetto alla tratta nazionale per cui non esiste ancora nemmeno un progetto.
Quindi, da un lato le amministrazioni locali e i cittadini devono stare zitti se per la fantomatica costruzione di una linea transnazionale per cui, oltre a vedere milioni di euro sfumare a discapito di esigenze primarie locali, ci si ritrova i paesi di competenza brutalmente militarizzati; dall’altro lo stesso Giovannini afferma che le amministrazioni locali vanno coinvolte per la tratta nazionale con il coinvolgimento di un Commissario Straordinario.
Ecco il tentativo di questo nuovo Governo che evidentemente non ha fatto propria la storia del movimento No Tav e delle Amministrazioni valsusine che in 30 anni hanno lavorato fianco a fianco, mettendo in luce il vero ruolo del Commissario Straordinario.
Quindi, quando i Governi parlano di “garanzia”, in Valsusa abbiamo chiaro che si tratti invece di trovare forme per ovviare ai controlli di impatto ambientale e sulla salute, basti pensare che ancora manca la VIS – la Verifica di Impatto Sanitario – come giustamente sollevato dalle amministrazioni durante i Consigli Comunali che si sono tenuti lo scorso sabato a San Didero.
Diventa palese il fatto che ci troviamo nuovamente di fronte ad un Governo che ha interessi esclusivamente sul controllo economico dei fondi, ma che in realtà si disinteressa totalmente di aprire una reale discussione con i cittadini e le amministrazioni dei territori coinvolti.
Com’è già stato detto più volte, in Valsusa lo Stato agisce senza attuare alcun piano democratico che possa definirsi realmente tale.
Insomma, constatiamo che ancora una volta abbiamo di fronte un Governo che ha più a cuore i pruriti delle varie forze politiche, da cui si fa tirare la giacchetta, il cui unico scopo è zittire chi è contrario all’opera perché ogni giorno che passa vengono persi consensi, vista la pochezza e la brutale fragilità di questo progetto che dimostra quanto sia traballante.
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