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Federmeccanica ama il green pass, per sfruttare meglio

Bisognerebbe quasi ringraziare i feroci boss di Federmeccanica, perché rendono la discussione sul “green pass” decisamente più semplice. Non è una “misura di prevenzione sanitaria”, ma uno strumento di ricatto in più nei confronti dei loro dipendenti.

Sono gli stessi cani feroci che a marzo 2020 pretendevano che i lavoratori andassero a lavorare, anche in pieno lockdown, e con l’avallo del governo Conte II, stipandosi su bus e metro stracolme all’ora di punta. Gli stessi che si opponevano – vincendo a mani basse – a qualsiasi istituzione di “zone rosse”, persino là dove – in Val Seriana e in tutta la bergamasca, sicuramente – il virus andava facendo strage e scoppiare gli ospedali.

Allora minacciavano di licenziamento i dipendenti che avevano paura di andare a lavorare in quelle condizioni. Oggi pretendono di poterli licenziare se non si avvalgono del green pass, che per loro è solo un modo di scaricarsi della responsabilità per i contagi che si continuano a produrre nei posti di lavoro (“se hanno il ‘certificato verde’ e si ammalano, si sono presi il Covid da qualche altra parte”).

Per il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, la soluzione “è in tre punti: obbligo di green pass in tutti gli ambienti di lavoro. Nessun obbligo di vaccino, ma costi dei tamponi a carico dei lavoratori. E chi non accetta resta a casa senza stipendio.

Et voilà, in poche parole un concentrato di dispotismo aziendale e di assurdità logico-sanitaria, come peraltro il governo Draghi gli consente di fare.

Se è obbligatorio il green pass ma non il vaccino (come sarebbe in uno Stato preoccupato per la salute della popolazione intera), va da sé che tutta l’attenzione si concentra su quella minoranza di lavoratori che ancora non si è vaccinata (per scelta, timore, disinformazione indotta, comunicazione demenziale da parte dei media, ecc).

Questi lavoratori possono avere il green pass soltanto se si sottopongono a tampone ogni 48 ore. Ma il costo – la “sottigliezza” di Federmeccanica è degna di Shylock – deve essere a loro carico. Si tratti di 20 o 90 euro – in Lombardia i “privati” della sanità sono arrivati a chiedere quelle cifre – per lavorare i dipendenti dovrebbero sborsare quelle cifre ogni due giorni…

Altra caratteristica feroce è l’atteggiamento generale di Federmeccanica (e per estensione di tutti gli industriali): non possiamo permetterci di perdere tempo. Se c’è la volontà va fatto subito”, e serve una posizione del Governo che “non lasci dubbi. Posizioni deboli fanno male”.

Ma la cosa da chiarire è una sola: le aziende non devono metterci un centesimo…

Fino alla menzogna più spudorata:

Dire che le aziende non sono stati focolai di Covid è la verità, abbiamo lavorato tutti insieme, sindacati ed aziende, per creare ambienti di lavoro sicuri. Quando abbiamo fatto i nostri protocolli non c’era il vaccino. Adesso il vaccino è arrivato, gli scienziati ci stanno dicendo che funziona. E se la scienza oggi ci mette a disposizione un nuovo strumento contro la pandemia noi dobbiamo avere l’obbligo di adottarlo”.

Visentin precisa addirittura che Federmeccanica “non chiede l’obbligo al vaccino ma chiede l’obbligo di green pass, che poi è la linea che ha scelto il governo, come per la scuola”.

Il che chiarisce tutto: Federmeccanica vuole avere in mano uno strumento di ricatto per aumentare la pressione su ogni singolo dipendente. E basta. Se il vaccino fosse obbligatorio – come gli altri 10 senza i quali non si va nemmeno a scuola, da bambini – tutti sarebbero costretti a farlo e si smonterebbe in un attimo tutta questa pantomima.

Certo, si smonterebbe pure la finzione della “libera scelta individuale”, che è rimasto l’ultimo feticcio del liberalismo capitalistico.

E dunque: non devi essere obbligato a fare il vaccino, ma devi essere obbligato a dimostrare di essere “coperto”. Un Comma 22 della (finta) guerra alla pandemia, del tutto simile a quello militare della guerra in Corea…

Non gliene frega nulla della salute dei lavoratori (e infatti un anno e mezzo fa li volevano tutti al lavoro, anche se malaticci), e lo dicono apertamente. Basta ascoltare e non farsi rincoglionire dal ronzio individualista…

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1 Commento


  • Anas

    Ok. Obbligare al vaccino pare sia incostituzionale mentre obbligare al green pass antipopolare?
    Ci sarebbe forse una via di mezzo senza alcun obbligo ma con tamponi gratuiti e assunzione di maggiore responsabilità sui contagi al lavoro e a scuola, molto più difficile però da mettere in pratica in breve tempo (abbiamo ancora tempo?) e che forse ritarderebbe ancora la piena vaccinazione auspicata e non raggiunta “per quella minoranza di lavoratori che ancora non si è vaccinata (per scelta, timore, disinformazione indotta, comunicazione demenziale da parte dei media, ecc)”.
    Insomma, la domanda è: ci sono alternative oppure tertium non datur?

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