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Camouflage parafascista del terzo millennio ed ambiguità “rossobruna”

Il camouflage, in gergo militare, definisce qualsiasi metodo utilizzato per rendere meno rilevabili alle forze nemiche le proprie truppe militari in campo.

Nel XXI secolo, nell’era digitale di spazi virtuali e social network, questo metodo viene utilizzato anche in rete da diversi gruppi politici per mimetizzarsi o mascherare le proprie ideologie; è soprattutto prerogativa dei gruppi di destra estrema.

Gli USA, da sempre anticipatori di “nuove tendenze”, già da qualche tempo hanno iniziato ad affrontare il problema, ma ancora arrancano. Ultimamente questo fenomeno è sbarcato anche in Europa, ed ovviamente anche in Italia.

Questo espediente molto subdolo ed insidioso volto a confondere le idee soprattutto ai più giovani, utilizzatori primari delle piattaforme digitali, è, in seconda battuta, diretto a reclutare sostenitori o attivisti inconsapevoli di questo o quel “movimento” presumibilmente “rivoluzionario”.

Negli ultimi tempi, complice la pandemia, si è sviluppata una vera e propria metodologia, una tecnica utilizzata in modo particolare da quei gruppi fascisti, che stanno tentando da tempo di strumentalizzare frange di popolazione più o meno ampie e coscienti che alternativamente si sono presentate come no vax, ni vax e compagnia cantando.

In altre parti del giornale abbiamo analizzato la composizione di questi gruppi e quali le loro intenzioni. Ma abbiamo anche avvertito alcuni settori a non abboccare.

Un ulteriore avviso ai naviganti, spesso animati da uno spirito genericamente “libertario”, non sembra comunque peregrino; si dovrebbe riflettere maggiormente su concetti come “libertà”, “diritto” o “controllo”, che possono risultare complicati a seconda dell’ambito cui vengono applicati.

Lo stesso valga per la “maggioranza silenziosa” e per quella pessima tribù, o accozzaglia sociale, che è di ideologia qualunquista.

Le parole sono importanti”, e il fatto che l’abbia detto anche Nanni Moretti in Palombella Rossa – nell’anno della caduta del Muro di Berlino – non ne diminuisce l’importanza

E allora affacciamoci su questa realtà dove tutto può essere il suo contrario e, come in un gioco di specchi deformanti, quello che è può senz’altro riflettere qualcos’altro.

Da qualche tempo sono approdate anche da noi in Rete e nei social network diverse realtà estremamente ambigue; se ne contano a decine ma fra le tante Vi_Vi – VOCE DI LOTTA NON VIOLENTA PER LIBERTA’ E DIRITTI emerge un poco più di altre.

Si tratta di un gruppo privato che al momento conta al suo attivo circa 3.000 membri e che si presenta su Facebook con questa immagine, piratata dalla serieNetflix Spartacus.

Il logo, a voler fargli onore, può ricordare, la “V” di colore rosso del celebre film del 2006 diretto dal regista australiano James McTeigue “V per vendetta”*, ma in questo caso duplicata, come è nell’immagine; qui il primo elemento di ambiguità, che potrebbe confondere chi non ha le idee proprio chiarissime.

Ma può richiamare anche il logo della Volkswagen…

Queste alcune regole degli amministratori per l’iscrizione al gruppo, prese dalla loro pagina Facebook:

Regole del gruppo create dagli amministratori”:

Il simbolo di V_V deve essere ben visibile nell’immagine del profilo poiché ne è spiegata l’importanza fondamentale negli audio che trovate sui canali telegram.

è necessario passare su telegram e fare la registrazione come “Guerrieri”

Guerrieri”: questo il nome del gruppo, contiguo al precedente e come l’altro strettamente privato. E sarà un caso, ma è la stessa area che in Italia, in queste ore, ha attirato l’attenzione di magistratura e polizie, con tanto di “eccitazione anti-terrorismo”.

Per saperne di più basta poi leggere le chat, i post pubblicati o i nick utilizzati per i profili.

Evidente il carattere fortemente negazionista e complottista del gruppo, ma il tranello in cui possono cadere in molti, anche schieramenti riconducibili all’area della “sinistra” più radicale, è che il gruppo non vuol apparire necessariamente di estrema destra. Un post del 28 maggio, sembra una sorta di “manifesto” o di “chiamata alle armi” e recita così:

ognuno di voi è un elemento che può divenire fondamentale

dando equilibrio competenza ed energia

alla forza di lotta che si sta formando

con tanti altri validi guerrieri, ma tale contributo

richiede sacrifici con nessuna promessa di riconoscimenti e premi

solo l’opportunità di combattere per la propria libertà.

siamo di fronte ad un’impresa immensa.

la quale richiede e richiederà mille manovre diverse,

anche perché il vero nemico sono anche e soprattutto le persone intorno a noi

che dobbiamo cambiare e aiutare, e che se non potremo cambiarle o aiutarle

dovremo usarle e se non potremo usarle dovremo isolarle.

purtroppo è questa la guerra che ci hanno messo di fronte

e per vincere dobbiamo capirne le “regole” e utilizzarle.

tutti i guerrieri devono essere pronti a fare quello che è necessario per vincere

mantenendo fede alla coerenza a quanto sempre dichiarato

sul tipo di lotta che intraprenderemo.

sostenetevi, aiutatevi, perché la nostra forza parte

prima di tutto da voi/noi che vi unite in una catena complessa

ramificata e molto fedele ai principi di lotta.

siamo ViVi e vogliamo essere liberi.

Segue un video in cui si vede bruciare una bandiera con la svastica nazista, sui bracci della quale sono stampati a chiare lettere gli obiettivi da abbattere, una serie di coppie: menzogne/perbenismo, lockdown/recessione, covidpass/ricatto, epidemia/paura; al centro ancora a grandi lettere la parola “DITTATURA”.

Ma a chi sono idealmente collegati questi “guerrieri” lo scopriamo navigando.

Nel marzo scorso la pagina Facebook del gruppo ha ospitato un evento/intervista con Alessandro Leonardi per presentare un suo libro.

Chi è costui?

Lui ama definirsi “uno scrittore e ricercatore indipendente di contro verità e che si occupa da circa 10 anni di archeologia misteriosa e religiosa”.

Il suo primo libro, intitolato “Svelato il misterioso potere delle piramidi”, pubblicato dalla Segno Edizioni ha già ricevuto anche consensi grossomodo “rilevanti” come quello della trasmissione televisiva “Stargate – Linea di confine”, condotta da Roberto Giacobbo e trasmessa dal settembre 1999 al 2008 su Telemontecarlo, dove, per dichiarazioni dell’autore stesso, [il Leonardi N.d.T.] “incontrai il rinomato archeologo Mario Pincherle. Da questa conoscenza e successiva collaborazione nacque il mio primo libro”.

Sempre Leonardi ha inoltre tenuto diverse conferenze sui propri studi ed ha costituito un’equipe di “ricerca” sulle “informazioni” che egli espone al pubblico.

Navigando ancora nel suo sito, scopriamo che l’opera, a suo tempo, fu recensita su riviste del settore del “calibro” de “Il giornale dei misteri”. Stesso discorso dicasi per l’altra sua opera, intitolata “I nuovi eretici”, che si occupa di “tematiche alternative, esperimenti umani, controllo globale e temi di scottante attualità”. Lo “studioso” lo ritroviamo anche su siti di altri “ricercatori” e appassionati del più vario complottismo.

Non disdegna la politica, sembra abbia occupato anche diverse cariche politiche comunali.

Spulciando la pagina Fb del gruppo V_V” scopriamo che il nome di Leonardi risulta essere fra quelli dei promotori che seguono e sostengono un fantomatico “movimento libertario contro la dittatura nazi sanitaria sostenuta dal NWO” (Nuovo Ordine Mondiale, NdT).

Nel dicembre 2020 Leonardi dà alle stampe un nuovo capitolo della sua “opera” dal titolo “Nuovo Ordine Mondiale e Coronavirus”, per la Youcanprint edizioni (un mattone di 644 pagg) acquistabile solo online sul sito della “Macrolibrarsi alternativa naturale”, sito con sede a Cesena. Tra gli autori pubblicati dall’editrice, impossibile non notare il nome di Fabrizio Zani, ex Nar condannato all’ergastolo. Ma anche testi “scientifici” apertamente “no vax” e “no mask”…

Ma torniamo all’evento pubblicizzato su Facebook tenutosi il 22 marzo; con la didascalia “I nuovi eretici 2” il volume viene introdotto da una lunga intervista (un’ora e mezzo!) che lancia l’evento. Con la pretesa di presentare un trattato di contro/verità. Il sottotitolo recita: “Case farmaceutiche, 5G, coronavirus, vaccinazioni, biochip e il futuro disegnato dall’élite mondiale”.

Continua: “Questa opera contiene la storia, il presente e il futuro dell’Umanità, come già descritto nel primo volume del 2004.

Contiene documenti ufficiali come lo studio sul test dei tamponi del coronavirus, bollettini medici con l’obbligatorietà di dichiararne la morte per coronavirus, piani di fondazione e molto altro.

La Vera guerra tra Élite e popolo è diventata più schiacciante come l’autore aveva già previsto 16 anni fa… ora sta ad ognuno di voi capire quale pedina voler essere…

Il futuro dei vostri figli è nelle vostre mani… NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA.

Prefazione di Diego Fusaro”. Tana!

Forse la tiritera è stata leggermente prolissa, ma indispensabile per fare i necessari collegamenti. Ecco infatti il secondo link.

Diego Fusaro, come ben sappiamo, è un saggista e opinionista italiano, docente, purtroppo, presso l’Istituto Alti Studi Strategici e Politici, una scuola privata di Milano.

Ogni intellettuale che si rispetti avrebbe delle responsabilità e deve parlare di cose che ha studiato, pena la perdita di qualsiasi credibilità; ma soprattutto, se insegna ma istruisce malamente chi è in cerca di un’identità, giovane o meno giovane che sia, produce danni seri ed irreversibili.

Si considera “allievo indipendente” di pensatori come Friedrich Hegel e Karl Marx (a loro insaputa, ovvio…), mentre tra gli italiani dice di prediligere Antonio Gramsci e Giovanni Gentile (a nessuno può sfuggire il fatto che il secondo sia stato ministro dell’istruzione durante il fascismo e primo sia morto in carcere sotto quel regime; insomma, il prigioniero e uno dei suoi boia tentuti fantasiosamente insieme…).

Da maggio 2018, Fusaro è anche titolare della rubrica settimanale La ragion populista” su Il Primato Nazionale”, rivista ufficiale del movimento neofascista CasaPound.

Il 14 settembre 2019 fonda insieme a Francesco Toscano il partito di orientamento “sovranista e populista” Vox Italia, omologo ed omonimo del partito politico spagnolo di estrema destra, presentandolo come un progetto politico dai “valori di destra e idee di sinistra”.

Durante la pandemia di COVID 19, Fusaro ha espresso posizioni critiche contro il lockdown, l’uso della mascherina, il green pass e i vaccini, partecipando anche a manifestazioni di protesta.

Il breve ritratto ci presenta un personaggio più che controverso, di cui abbiamo avuto più volte modo di occuparci.

Nel titolo si accenna al “rossobrunismo”. Volendo tratteggiare il perimetro in cui opera ed insegna l’equivoco Diego Fusaro è necessario rintracciare una sua definizione della corrente:

Rossobrunismo è la classificazione di ogni possibilità di resistere al mondialismo, mentre l’unica resistenza possibile può scaturire solo da una dinamica di deglobalizzazione, difesa nazionale e risovranizzazione dell’economia. Rossobruno è chiunque chi, consapevole che l’antagonismo odierno si basi sulla verticale contrapposizione tra servi e signori e non su vane divisioni orizzontali, oggi rigetti destra e sinistra. Pertanto, viene bollato come gli estremi di esse. Oggi chiunque propugni un’economia di mercato sovrana, viene automaticamente chiamato rossobruno”.

Definizione carente, inadeguata e imprecisa. Insomma, falsa.

Giusto per non lasciarsi confondere – Fusaro è maestro in questa disciplina – è bene ricordare precedenti storico-politici più calzanti, come il concetto di “nazional-bolscevico” o “nazional-comunista”, nato in Germania nel primo dopoguerra e usato sia da una branca dell’estrema destra conservatrice sia dai marxisti del K.A.P.D. (partito comunista operaio di Germania) di Amburgo,  contro il “nuovo ordine europeo” sorto dai trattati di Versailles.

Una impostazione che fu oggetto di un’aspra critica da parte di Lenin nel 1920, che ne scrisse in L’estremismo malattia infantile del comunismo”.

ll termine “rossobruno” in realtà, come viene ben spiegato da Andriola nel suo “La Nuova Destra in Europa. Il populismo e il pensiero di Alain de Benoist”, nasce nel 1992 in Russia, da giornalisti vicini all’entourage di Boris Eltsin per screditare Gennadij Zjuganov, leader comunista russo a capo del Fronte di salvezza nazionale, coalizione “patriottica antiliberista” guidata dal PCFR a cui si aggregheranno soggetti patriottici e nazionalisti, fra cui il piccolo Fronte nazionalbolscevico dello scrittore Eduard Limonov e l’ideologo “eurasiatista” di estrema destra Aleksandr Dugin.

Un minimo di chiarezza.

Il summenzionato “prof” Fusaro invece si fregia di far parte di una schiera di intellettuali autodefinitisi “marxisti” secondo cui occorrerebbe rinnegare la dicotomia fascismo/antifascismo in nome della costruzione di un fronte comune antimperialista e anticapitalista. E quindi rendere condivisibile e accettabile la collaborazione con alcuni settori del nazifascismo italiano.

Ricorda in qualche misura il “nazimaoismo”, fugace tentativo di camouflage ideato da Stefano Delle Chiaie e altri neonazisti implicati poi nelle stragi stato, ma che riecheggia anche lo slogan di qualche anno fa “Né rossi né neri ma liberi pensieri”. Slogan ripreso dai militanti di Blocco Studentesco/Casapound il 29 ottobre 2008, quando il gruppo – aggredendo gli studenti dell’“Onda anomala” a Piazza Navona, contro la “riforma Gelmini” della scuola pubblica – cercò maldestramente di contrastare “dall’interno” il dissenso studentesco.

Al centro, con la camicia a righe verticali, Francesco Polacchi, poi fondatore del marchio di abbigliamento Pivert.

Il tentativo appare chiaro e vecchissimo: offrire al potere su un piatto d’argento la classica riproposizione degli “opposti estremismi”.

Non è un tentativo di allargare il campo “rossobruno”. E’ più pericoloso, perché strisciante e fuorviante.

Come fuorviante e subdolo è stato lo sforzo malsano di quanti hanno diffuso l’idea che tutta “la politica” non sia altro che un gioco di corrotti e delinquenti (producendo la cosiddetta “antipolitica” e la retorica della “casta”, ormai scomparsa con l’accomodamento dei Cinque Stelle sugli scranni di governo).

In altre parti del giornale abbiamo già commentato quanto sta succedendo là fuori e dove sono i tranelli. Quello che in qualche modo rinfranca – anche è lo stesso preoccupante – è la fascia di età di queste presunte “moltitudini sedicenti guerriere”. Nella trappola non sembrano cadere i giovanissimi, ma i 30/50enni, sformati da anni di una narrazione televisiva e cartacea tossica; quelli che hanno scoperto la Rete ed il suo infallibile Verbo.

Non sono i nativi digitali, paradossalmente più giovani ma anche più “esperti”.

Questa generazione verrà colpita, purtroppo, da qualcos’altro: una trasformazione del settore produttivo più pericolosa anche della pandemia; va sotto il nome di “rivoluzione industriale 4.0”, come l’economista Klaus Schwab ha ampiamente illustrata al World Economic Forum di quest’anno.

 

*Il film è tratto dal romanzo a fumetti V for Vendetta”, scritto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd, prodotto e adattato per il grande schermo da Lana e Lilly Wachowski.

La storia è ambientata in un Regno Unito distopico, divenuto una società totalitaria e militarizzata, governata da un regime repressivo simile a quello del romanzo 1984” di George Orwell, guidato dall’Alto Cancelliere Adam Sutler. Vi si oppone un misterioso individuo, V per l’appunto, un rivoluzionario con il volto sempre coperto da una maschera di Guy Fawkes.

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