Strage, mattanza, macelleria sociale: ogni giorno si sprecano fiumi di inchiostro per dare conto degli omicidi sul lavoro che quotidianamente, ormai con livelli impressionanti, siamo costretti a registrare.
Non ci interessano i termini altisonanti di stupore e condanna utilizzati perfino da Draghi e dai suoi ministri, come se loro arrivassero oggi da un altro lontano pianeta, senza individuare mai responsabilità e colpe.
Ci interessa provare a trovare delle contromisure capaci di contribuire ad abbattere l’altissimo livello raggiunto. Le dichiarazioni tonitruanti quanto pompose dei segretari di Cgil Cisl Uil al termine dell’incontro con Draghi danno la misura di quanto il Patto sociale sia già largamente avanzato e le convergenze e la sintonia con i padroni ormai raggiunta.
Si dà notizia di nuove iniziative, che nuove non sono, che verranno assunte e che avranno, secondo il Governo e i tre segretari, effetti miracolosi riuscendo a sradicare la piaga. Aria fritta, quando va bene, altrimenti vera e propria polvere sotto il tappeto condita da reboanti dichiarazioni e petti in fuori.
Il meglio che si sa proporre è un maggiore sostegno alle imprese affinché realizzino, bontà loro, quegli interventi di messa a norma necessari ad adeguarsi alla normativa esistente, la trita e ritrita richiesta di una banca dati, che peraltro esiste da tempo ed è gestita dall’INAIL.
Qualche inasprimento, ma senza troppo disturbare e via enumerando senza però assumersi quelle responsabilità enormi che i sindacati complici hanno accumulato negli anni, consentendo ogni nefandezza sulla materia, dallo smantellamento dei corpi ispettivi alla totale subordinazione nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro dove la parola d’ordine era ed è produttività a tutti i costi ed è stata da tempo fatta propria da Cgil Cisl Uil.
Serve un fatto rilevante, che segni la volontà di combattere il fenomeno senza quartiere, serve introdurre il reato di omicidio sul lavoro e serve garantire la totale impunità e salvaguardia dal licenziamento per i lavoratori e le lavoratrici che denunciano le irregolarità aziendali in tema di sicurezza.
Solo così avremo un quadro preciso di chi se ne frega delle prescrizioni della legge e avremo uno strumento dissuasivo e di forte impatto per chi si rende colpevole delle morti sui luoghi di lavoro.
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