Stamattina una rappresentanza degli studenti dell’OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) e del sindacato confederale di base USB (Unione Sindacale di Base) si è recata al Liceo Artistico Argan dove in queste settimane sta avvenendo un atto di vendetta davvero singolare verso quegli studenti e quelle studentesse che si sono resi protagonisti della protesta in questa prima parte dell’anno scolastico.
I circa 60 studenti che avevano animato le mobilitazioni contro il Governo Draghi sono stati puniti con sanzioni che prevedono fino a 25 giorni di sospensione con obbligo di “lavori socialmente utili” all’interno della scuola.
“La risposta a chi richiedeva sicurezza nelle proprie scuole è, quindi, paradossalmente, l’obbligo di svolgere mansioni lavorative senza alcuna garanzia di sicurezza e privi dei dispositivi di protezione adeguati; ciò è tanto più grave alla luce della disastrosa situazione pandemica attuale“, si legge nella nota diramata poco fa dall’Osa.
I ragazzi svolgono mansioni come la sanificazione e la pulizia degli ambienti scolastici, che nella logica contorta di chi le ha comminate dovrebbero far comprendere che è meglio farla finita con le proteste: “il governo va avanti” potremmo dire con le parole di Draghi, in questo caso applicabili a quello della scuola.
“Per noi è vero e proprio sfruttamento e lavoro nero che sostituisce il lavoro dei sempre meno numerosi collaboratori scolastici“, controbattono invece gli studenti, che rispondono alzando il livello della lotta con la visita all’istituto assieme alle rappresentanze dei lavoratori.
“Ciò avviene nell’ottica, ormai promossa dalle decine di scuole che stanno applicando la stessa politica (Albertelli, Maiorana, Plauto ecc.), di formazione allo sfruttamento, la stessa logica che pochi giorni fa ha portato all’omicidio di Lorenzo, durante l’alternanza scuola-lavoro“.
“La crescita culturale – si legge sulla pagina Instagram dell’organizzazione studentesca – non rientra invece tra le priorità di chi, nonostante circa due anni di didattica persa a causa dei provvedimenti presi dai governi, traduce sanzioni disciplinari in ulteriori ore di lezione sottratte“.
“Chiediamo pertanto la revoca delle sanzioni comminate poiché riteniamo che le problematiche degli studenti non vadano affrontate con la repressione ma attraverso una trasformazione radicale della scuola e dei suoi obbiettivi”.
“Invitiamo inoltre tutti gli studenti che si trovassero a subire misure repressive all’interno degli istituti a contattarci“.
“La mobilitazione non si ferma qui, noi non ci fermeremo qui“, conclude la nota dell’Osa.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa