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Terremotati, senza casa, ma dovete pagare il mutuo…

Accade che segreteria del Mef ha stralciato l’emendamento che prorogava lo stop al pagamento dei mutui sulle case terremotate.

In pratica, chi cinque anni fa si è ritrovato la propria abitazione distrutta dovrà tornare, ogni mese, a pagare alla propria banca una rata di debito contratto per quelle che ormai sono soltanto macerie. È l’ennesimo capitolo di una legge di bilancio che pare la storia di Robin Hood al contrario: togliere ai poveri per dare ai ricchi.

Passa così il principio che se la ricostruzione non è ancora cominciata, la colpa è solo tua che non ti sei dato una mossa. Ovviamente in questo modo si assolvono i governi nazionali e regionali che hanno fatto di tutto per complicare la vita a chi avrebbe pure voluto cominciare a rimettere in piedi casa sua ma è sempre stato rimpallato da un ufficio all’altro, da una pratica all’altra, da un geometra all’altro.

Ha ragione l’amichetto mio che paragona il Covid al post-sisma: stessa irresponsabilità istituzionale, stesso continuo scaricare ogni colpa sul comportamento dei singoli.

È una figura retorica solo fino a un certo punto: l’azienda sanitaria regionale è come l’ufficio per la ricostruzione, trovare un’impresa edile è difficile come trovare un tampone, la caccia al furbetto dell’aperitivo è come quella a chi si è costruito una baracca di legno nel giardino della casa distrutta. E così via.

I migliori auguri di un buon 2022 dal cratere, dove la zona rossa dura da cinque anni.

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