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Berlusconi e Draghi i gemelli d’Italia

È stato Silvio Berlusconi a far fare carriera a Draghi fino alla BCE, o almeno così rivendica il leader di Forza Italia.

D’altra parte è stato Mario Draghi, con il suo governo, a verniciare da statista europeo Berlusconi. Come il green washing dei padroni europei dipinge di verde il nucleare, così il governo dei migliori ha coperto di moderazione e rispettabilità l’uomo del Bunga Bunga.

Berlusconi e Draghi sono complementari proprio come un imprenditore d’affari ed un banchiere. Possono anche confliggere su qualche interesse, ma non su quelli di fondo. E sono la personificazione e delle due destre che dominano da trent’anni la politica italiana.

Quella liberista sfacciata, malavitosa e pecoreccia, e quella austera, tecnocratica, liberista consapevole.

Ora sia Draghi che Berlusconi sono giunti a quel momento in cui ogni imprenditore si pone il problema di realizzare l’investimento.

Quello del padrone di Mediaset in politica è stato a lungo termine, anche se con cospicui guadagni visto che oggi è uno dei dieci miliardari più ricchi d’Italia. Ora però l’orologio biologico segna il tempo e l’occasione è irripetibile.

Berlusconi conosce la debolezza e la miseria dei partiti italiani e dei loro piccoli leader, sa che quelli di destra sono tutti suoi miracolati che non possono dirgli di no; e che quelli di “finta sinistra” o ex “antisistema” sono al governo con lui e possono solo non dire sì.

Quindi prova a sfondare un sistema politico oramai marcio, anche per opera sua.

Draghi è più giovane di età e di giochi politici, ma non di conoscenza del sistema di potere e di affari. Anche lui però ha un timer, che gli ricorda quello di Mario Monti. Salvatore della patria finanziaria che camminava sulle acque del sistema politico e mediatico e che poi è improvvisamente affondato, scomparso.

Il governo dei migliori di Draghi ha sta già raggiungendo il tempo di Monti, la strage pandemica che continua, la crisi sociale e dei redditi che avanza nonostante la ripresa, cominciano a delineare un orizzonte non più infinito.

Draghi quindi vuole, fortissimamente vuole, diventare Presidente della Repubblica; e se non diffonde giornali patinati e filmati per incensarsi come fa Berlusconi, ha però la stampa finanziaria internazionale che lo fa per lui.

Draghi e Berlusconi sono i gemelli d’Italia e sono oggi in conflitto perché hanno le stesse ambizioni, le stesse motivazioni e vogliono la stessa cosa, per fare le stesse cose.

Io credo che alla fine tra loro troveranno un accordo, come alla fine sempre succede tra un imprenditore ed un banchiere, con le reciproche compensazioni.

Ed il sistema politico dei quaquaraquà sarà ossequioso e obbediente alla intesa tra i due.

Finché non riusciremo a costruire un’alternativa al sistema (e non nel sistema), la politica italiana sarà sempre questo schifo.

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