Qualche giorno fa ai lavoratori e alle lavoratrici dell’aeroporto civile Galilei di Pisa era stato detto che avrebbero dovuto caricare aiuti umanitari destinati alle popolazioni ucraine: cibo, medicinali e altro materiale per affrontare le sofferenze dovute all’invasione russa. Ma quando, pronti e contenti, erano sul punto di caricare pacchi di solidarietà, si sono trovati davanti merce di tutt’altro tipo: casse piene zeppe di armi, munizioni, esplosivi!
I lavoratori e le lavoratrici hanno incrociato le braccia. Non hanno caricato le casse di morte.
Si sono rifiutati di eseguire l’ordine come ha raccontato l’Unione Sindacale di Base. Abbiamo espresso immediatamente ai lavoratori tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto, e la notizia è stata poi ripresa da diversi quotidiani della stampa nazionale.
Il 17 marzo abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare a firma del senatore Matteo Mantero indirizzata al Ministro della Difesa, perchè è assurdo che il Governo non si sia ancora espresso su una vicenda simile, e perchè sul coinvolgimento italiano negli eventi di guerra in Ucraina, sulle armi che partono dal nostro paese dirette in Ucraina, chiediamo che ci sia trasparenza assoluta.
*****
Di seguito il testo dell’interrogazione.
Interrogazione a risposta orale con carattere di urgenza
ai sensi dell’art. 151 del regolamento
Al Ministro della Difesa
Premesso che:
da quanto si è appreso da numerose fonti giornalistiche il giorno 12 marzo 2022 la presunta spedizione di un carico di armi verso l’Ucraina dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa ha causato la protesta dei lavoratori dello scalo;
sembrerebbe che gli operai, una volta scoperto che il carico di un volo in partenza non era costituito da “materiale umanitario” ma da casse di armi destinate al conflitto in Ucraina, hanno interrotto le operazioni rifiutandosi di caricare il materiale, rivolgendosi all’Unione sindacale di base (Usb) che ha denunciato pubblicamente il fatto;
tra l’1 marzo e il 13 marzo 2022 ci sono stati almeno 27 voli militari dell’aeronautica militare italiana partiti dagli aeroporti di Pisa, Pratica di mare e Grosseto e diretti in Polonia, alla base Nato di Rzeszow. Tutti hanno evitato di sorvolare lo spazio aereo dell’Ungheria, che non permette il passaggio di carichi militari verso l’Ucraina dal proprio territorio;
l’Italia ha promesso l’invio di armi e munizioni all’Ucraina dopo che, il 28 febbraio, il governo italiano ha approvato all’unanimità il decreto-legge n.16, che introduce ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina;
dopo il via libera da parte del Parlamento italiano alla cessione di armi all’Ucraina, i dettagli delle forniture sono stati al centro del lavoro delle commissioni Esteri e Difesa. L’elenco delle armi era e resta secretato, nonostante molti parlamentari abbiano spinto affinchè questo elenco fosse reso pubblico, così come hanno fatto le altre potenze europee che si sono rese disponibili all’invio di materiale bellico in Ucraina;
considerato che
in questo caso, non solo non è dato sapere quali tipo di armi si stessero inviando in Ucraina, ma la spedizione – ed è questo che ha generato la protesta dei lavoratori – non sarebbe avvenuta da un aeroporto militare – come sarebbe stato giusto – bensì da un aeroporto civile, infatti dal Cargo Village presso l’aeroporto civile dovrebbero partire voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti;
nei fatti, però, secondo quanto affermato dall’Unione sindacale di base, quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni, esplosivi, da caricare in un Boeing 737 della compagnia islandese Bluebird;
l’accaduto è stato confermato dal responsabile della comunicazione di Toscana aereoporti e dal COVI, il comando operativo di vertice interforze che si occupa della logistica dell’esercito, che ha confermato come alcuni operatori hanno segnalato il mancato possesso dei requisiti necessari all’effettuazione del caricamento di quei materiali speciali;
già con l’atto n. 3-03156, pubblicato il 15 marzo 2022, nella seduta n. 413, lo scrivente chiedeva chiarimenti al Ministro della Difesa sulle armi da inviare in Ucraina e sulle modalità di invio;
Si chiede di sapere
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto accaduto e come intenda intervenire per chiarire le responsabilità in merito al carico in partenza il giorno 15 marzo 2022 dall’aeroporto civile di Pisa, contenente anche materiale bellico;
qual è l’effettivo impegno militare, in termine di mezzi e di uomini, messi in campo dall’ Italia in favore dell’Ucraina, portando a conoscenza del parlamento e degli italiani il contenuto dell’allegato al Decreto 2 marzo 2022 del Ministero della Difesa “Autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina ai sensi dell’articolo 1 del decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16.”;
quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda mettere in atto, per quanto di competenza, per garantire che l’impegno di armi messo in campo dall’Italia, giunga effettivamente a destinazione e con quali modalità.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Pasquale
E’ da tempo che il governo non va a rispondere in aula. Semplicemente perchè da tempo un parlamento in Italia non esiste.