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Jean-Luc Mélenchon: “Mi davano per morto, anche De Magistris ribalterà i pronostici”

Esclusa l’Unione popolare, tutti gli altri partiti che si presentano alle vostre elezioni del 25 settembre sono venuti a patti col neoliberismo”. Jean-Luc Mélenchon, 71 anni, simbolo di una sinistra radicale, La France Insoumise, che vale il 25% – a Roma per sostenere la lista guidata da Luigi de Magistris – riceve il Fatto in un albergo del rione Prati al termine della conferenza stampa accanto all’ex sindaco di Napoli e ai candidati di Potere al popolo e Rifondazione comunista.

Precisa subito: “Dite al signor Giuseppe Conte che non è il Mélenchon italiano. Non ho mai parlato con lui né l’ho mai conosciuto, alcuni eurodeputati dei 5stelle mi hanno avvicinato dicendo ‘lei è formidabile’, ma niente di più, ora loro sono confusi e politicamente non abbiamo nulla da dirci”.

Eppure proprio de Magistris aveva aperto al dialogo con i 5Stelle…

E, infatti, hanno dimostrato di non avere una bussola e di preferire finire sempre nella stessa mangiatoia di tutti gli altri.

Anche Sinistra italiana, che si è alleata col Pd, non avrebbe disdegnato un endorsement. Perché lei alla fine ha scelto Unione popolare?

Perché il loro programma è in gran parte identico al mio. E perché De Magistris lo conosco da quando era sindaco di Napoli: un politico capace di portare avanti un ruolo di governo senza tralasciare problemi ecologici e sociali. A Napoli ha lottato per l’acqua pubblica mentre altri vogliono privatizzarla.

Entrambi cerchiamo di riformare il pensiero di sinistra tenendo insieme le questioni ecologiche e sociali: vede, se chi governa non aumenta i salari non può chiedere alle persone di comprare prodotti bio, che richiedono più lavoro e, quindi, costano di più. Dobbiamo costruire una nuova sinistra europea su questi presupposti rifiutando compromessi col “sistema”.

I favoriti alle elezioni italiane sono per tutti i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: non servirebbe il cosiddetto “voto utile” contro le destre?

In Italia avete due opposizioni: Meloni, anche lei stranamente alleata con altri (Lega e Forza Italia) che hanno sostenuto Draghi, e la nuova Unione popolare non compromessa con nessuno: quindi, gli italiani contrari al governo Draghi possono scegliere chi indica negli immigrati l’unico problema… o l’Unione popolare e il suo programma sociale, a partire dall’introduzione del salario minimo.

L’Unione Popolare e il mio amico De Magistris sono molto coraggiosi, se volevano assicurarsi un seggio avrebbero potuto trovare anche loro il modo di mettersi d’accordo con qualche altro. Invece, hanno scelto di lottare e questo devono riconoscerglielo tutti, anche gli avversari se sono onesti.

Lei ha portato la sinistra radicale al 25%, qui i cartelli elettorali della sinistra radicale si sciolgono un minuto dopo le elezioni. Per Unione popolare potrà essere diverso? Anche se non riuscisse a raggiungere il 3% per eleggere parlamentari?

Unione popolare dovrà vivere! Ho fiducia in De Magistris. E ho fiducia nei miei compagni e amici di Potere al popolo. Non fidatevi dei sondaggi: mi hanno dato per morto tante volte ed è già successo anche a De Magistris. Unione popolare ce la farà.

I capi dei governi occidentali si sono accorti della pericolosità di Putin a febbraio, non avevano letto Anna Politkovskaja?

Io sì e ho sempre sostenuto i dissidenti russi. Madame Le Pen, amica di Giorgia Meloni, ha incontrato e sostenuto Putin, invece. I cancellieri europei si sono autoproclamati grandi capi di guerra contro la Russia: le hanno sbagliate tutte.

Sono mesi che chiedo i caschi blu per presidiare le centrali nucleari: rischiamo un disastro che potrebbe contaminare il Mediterraneo per migliaia di anni. E perché non hanno bloccato il prezzo della benzina: con un mercato di 460 milioni di persone nessun produttore avrebbe detto di no.

Il dollaro non è mai stato così forte e noi siamo i tacchini di questa farsa: i potenti del mondo mangiano sulla schiena dei popoli europei.

* da Il Fatto Quotidiano

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